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    Genoa, tutti pazzi per Gilardino

    TORINO – Quel che sta facendo Alberto Gilardino al Genoa, fa pensare da più parti che il Grifone stia tenendo a battesimo un allenatore vero. Se non un predestinato, per non usare un termine abusato, quantomeno un tecnico da tenere d’occhio ma che ha tutta la stoffa per farsi strada. La sua vicenda ricorda un po’ quella in Serie A di Raffaele Palladino al Monza, entrambi promossi dalle squadre Primavera (anche se il Gila aveva precedenti esperienze su panchine di Serie C e D) e capaci di invertire subito la rotta pericolosa tracciata da chi li aveva preceduti. Certo, la B ha tutt’altri riflettori ma quel che sta facendo il Gila non va messo in secondo piano. Prima delle idee tattiche, di lui colpisce la capacità manageriale nella gestione del gruppo Genoa, a cui si dedica praticamente h24. Lo si è visto nell’unica sconfitta che ha finora rimediato, il 2-0 subìto due turni fa a Parma. Una caduta senza attenuanti, che somigliava sinistramente alle ultime di Blessin. Solo che il tedesco, quando perdeva, accampava scuse e arrivava a dare dei dilettanti ai suoi giocatori. Gilardino invece, s’è preso sulle spalle tutto il peso di quel ko, impostando un minuto dopo il gran lavoro fatto la scorsa settimana, chiuso venerdì scorso con la convincente vittoria sul Palermo che arrivava a Marassi con numeri che potevano incutere paura. Ma Gila aveva iniziato a vincerla subito dopo quel ko, con quell’assunzione (perfino eccessiva) delle proprie responsabilità. Resta il fatto che Gilardino ha preso il Genoa lo scorso 6 dicembre, con la squadra che stava abdicando nella lotta per la A diretta. E’ andato in panchina nove volte per il Grifone, raccogliendo 6 vittorie (in casa con Sudtirol, Frosinone, Venezia e Palermo, in trasferta a Bari e Benevento), due pari (ad Ascoli e in casa col Pisa), perdendo solo a Parma, viaggiando alla media di 2.22 punti a gara. Ha preso una squadra quinta in classifica, dilaniata dalle polemiche, che con Blessin viaggiava alla media di 1.53 punti a gara, e l’ha trasformata in un blocco quasi granitico. Poi certo, ci sono anche le idee sul campo. La svolta di giocare, rispetto a Blessin, con un mediano in più, ha dato alla squadra più solidità ed equilibrio, i termini più facilmente associabili al Gila-Genoa. Oltre alla capacità di sacrificarsi, parola fondamentale per Gilardino, la ripete spesso, è la chiave del suo discorso. In sintesi, il Genoa ha svoltato quando col suo nuovo condottiero si è finalmente calato in quella che è la B, smettendola di giocare con sufficienza, come se la A la si riottenesse per diritto divino. Questo sta facendo la differenza, il 2° posto e con esso la zona A diretta, il Genoa l’ha conquistato con una testa nuova che viene prima del modulo da adottare: il Genoa con Gila lo ha cambiato spesso, giocando dietro a tre e a quattro. Ma la differenza la sta facendo l’applicazione superiore che la squadra sta mostrando con lui. E nel giorno di San Valentino, con la tifoseria presente in massa al Signorini di Pegli, il Gila ha potuto toccare con mano come ora tutta la piazza sia pazza di lui e dei suoi ragazzi. LEGGI TUTTO

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    Genoa: Gilardino è l'opposto di Blessin

    TORINO – Il Genoa di Alberto Gilardino dura più di quello di Alexander Blessin: così si spiega la recente svolta del Grifone mettendo in panchina al posto del tedesco il Campione del Mondo 2006, il quale ha raccolto 10 punti in 4 partite e rilanciato per la promozione diretta la squadra che in estate era la prima favorita per la A, ora a -3 dalla Reggina seconda. In sintesi, dove Blessin naufragava, Gila, che stasera sfida in Coppa Italia all’Olimpico la Roma di Mourinho, vince. Il tedesco è arrivato all’esonero perché le sue squadre si sono dimostrate fragili nei secondi tempi delle partite che gli sono state fatali. La sequenza negativa del tedesco inizia il 29 ottobre: Genoa-Brescia 1-1, al vantaggio rossoblù di Jagiello al 31’, ribatte Castana al 94’, col Genoa in 10 dal 77’ (rosso a Badelj). Poi il 7 novembre: il Genoa, in casa della Reggina, va al riposo sull’1-1 (Aramu ha risposto a Canotto), nella ripresa s’impongono i calabresi con la rete di Hernani su rigore. Il 13 novembre c’è Genoa-Como. Rossoblù avanti col gol su rigore di Coda al 17’, pari di Cerri al 67’. Ci si ferma per la sosta e al ritorno in campo, la situazione col tedesco precipita. Il 27 novembre il Genoa si arrende al Perugia, al solito nella ripresa (Olivieri al 74’), il 4 dicembre il patatrac è totale quando il Cittadella passa al Ferraris con una rete di Antonucci al 62’ che fa arrivare all’esonero di Blessin, il popolo rossoblù spera che a conti fatti non risulti tardivo, gli estremi c’erano già tutti dopo la delusione col Como e con la successiva sosta per le Nazionali che avrebbe permesso un cambio in panchina meno affrettato. E invece ad Alberto Gilardino tocca subentrare appena due giorni prima della partita col Sudtirol dell’8 dicembre, con gli altoatesini che arrivano a Marassi imbattuti da 12 partite. E il Gila-Genoa comincia vincendola nella ripresa coi gol di Puscas e Aramu. Non negativi neanche i secondi tempi delle due successive uscite, 0-0 ad Ascoli e vittoria sulla capolista Frosinone, gara sbloccata da Gudmundsson già al 22’. Trionfale invece, la ripresa effettuata il 26 dicembre a Bari, davanti a quasi 50mila spettatori: dopo l’1-1 dell’intervallo (a Puscas aveva risposto Cheddira), il Genoa di Gilardino va a vincere, ancora con Gudmundsson, al 58’. L’ultima vittoria ha dimostrato, una volta per tutte, che col nuovo allenatore il Genoa si è finalmente calato nella categoria e non gioca con quella sufficienza che nei rossoblù s’intravvedeva anche quando Blessin vinceva. Oltre ad avere una squadra che non dura solo per la prima parte della partita. Gilardino per adesso viaggia alla stratosferica media di 2.5 punti a partita, con la quale si va in A in carrozza. Ma attenzione, perché nel girone di ritorno il Frosinone primo e la Reggina seconda possono replicare quanto di buono fatto nell’andata, anche perché con ogni probabilità faranno in questa sessione un mercato importante. Ma il Gila-Genoa, ritrovata l’unità in tutte le sue componenti, ha i mezzi per mettersele entrambe alle spalle. LEGGI TUTTO

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    Genoa, furia Marchetti: clamoroso attacco a Blessin sui social

    GENOVA – Il portiere veterano Federico Marchetti ha voluto togliersi più di un sassolino dalla scarpa nei confronti dell’ex allenatore del Genoa Alexander Blessin  esonerato martedì con Alberto Gilardino scelto per prendere le redini del Grifone. Il giocatore è andato a commentare l’ultimo post Instagram pubblicato dall’allenatore (in data 22 ottobre) e, in inglese, si è sfogato così: “Sei il manager più povero, falso e presuntuoso che abbia avuto nella mia lunga carriera. Avete preso in giro tutti i genoani dal primo giorno. Con le vostre ridicole idee calcistiche avete portato alla retrocessione una squadra che si sarebbe potuta salvare. Ora che sei finalmente a casa, fatti un bagno di umiltà e vedi Davide Nicola e cerca di imparare da lui come gestire un gruppo per ottenere risultati in campo, non i canti dei tifosi come hai fatto tu!!! In bocca al lupo! Forza Genoa”. LEGGI TUTTO

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    Genoa, esonerato Blessin: nominato Gilardino ad interim

    GENOVA – Il Genoa ha esonerato Alexander Blessin. Il tedesco paga a caro prezzo gli ultimi deludenti risultati. Il Grifone, infatti, non vince dal 22 ottobre (2-1 in casa della Ternana) e nelle ultime cinque partite ha incassato tre ko (Reggina, Perugia e Cittadella) e solo due pareggi (Brescia e Como). A prendere il posto del 49enne di Stoccarda, ad interim, è il tecnico della Primavera Alberto Gilardino che dirigerà i due allenamenti prima di sedersi in panchina per la gara in programma giovedì alle 15 al Ferraris contro il Sudtirol. Blessin aveva preso il posto di Shevchenko a gennaio della scorsa stagione ma non era riuscito nel miracolo di salvare il Genoa. In questo primo scorcio di cadetteria ha conquistato 23 punti in 15 giornate accumulando un ritardo dal Frosinone capolista di ben 9 punti. L’ultimo difficile periodo, poi, ha costretto il club a sollevarlo dall’incarico.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Grosso prova a salutare le rivali per la A

    TORINO – Dopo gli anticipi di ieri (Parma-Modena 1-2, Pisa-Ternana 3-1) oggi si giocano le altre otto partite della 14ª giornata di Serie B. Apertura alle 12.30 con Reggina-Benevento, sfida fra Campioni del Mondo 2006: Pippo Inzaghi cerca di preservare il sorprendente 2° posto dei calabresi contro i campani di Cannavaro che prima della sosta, al settimo tentativo, ha vinto la sua prima partita da allenatore in Italia, a Ferrara, a casa di un altro Campione del Mondo 2006, Daniele De Rossi. La Reggina viene da due vittorie di fila, Inzaghi ha già detto che non firma per una stagione chiusa al 3° posto: ha capito che tante big sono piene di problemi e lui se la gioca, pur non avendo certo sulla carta il secondo organico della B. Il Benevento però, oggi non può concedere nulla, visto che oggi disputerebbe i playout, pur avendo una rosa da playoff. Cannavaro resta in emergenza, recupera Acampora e Viviani ma mancherà Glik in difesa, impegnato ai Mondiali (lo rileva Pastina). Fra le 6 sfide delle 15, spicca Frosinone-Cagliari. La capolista ciociara guidata da Grosso, a +7 sul 3° posto, ha sempre vinto in casa, senza subire neanche un gol (è la squadra che in questo campionato più volte ha chiuso le partite senza incassare reti, 8 gare e con la miglior difesa della B, 7 reti al passivo). E, soprattutto, va a caccia della 7ª vittoria di fila, che diventerebbe anche il primato societario. Oggi ancora out Kone e Caso, due pezzi da 90, ma l’organico del Frosinone ha già supplito bene alla loro assenza. Dall’altra parte il Cagliari, finora una delle delusioni più cocenti di questa B, è a -3 dalla zona playoff (e per gli scommettitori in estate doveva essere la seconda forza della B dopo il Genoa). Liverani non vince dal 15 ottobre e nelle ultime 4 uscite ha raccolto solo 3 pareggi. Oggi non recupera il fondamentale Goldaniga in difesa mentre davanti Mancosu è in dubbio per una botta rimediata in settimana. Trasferta chiave per il Genoa a Perugia: il tecnico tedesco Blessin, 2 punti nelle ultime 3 uscite che hanno fatto perdere la zona A diretta, non può più fallire e in caso di altra prova negativa rischia la panchina (la tifoseria lo ha già scaricato da due partite ma oggi al Curi sarà presente in massa, circa 2mila i supporter rossoblù). Blessin ha provato il Genoa con Puscas in avanti assieme a Coda e la squadra ridisegnata sul 4-4-2 per cercare a ripartire. Il Perugia è ultimo ma la squadra è viva e non regalerà nulla ai liguri. Il Bari, in zona playoff ma reduce da tre pareggi di fila va a Como che con Longo in panchina sta risalendo la china (10 punti in 7 uscite) anche se oggi sarebbe retrocesso. Il Brescia, altra squadra che s’è ingolfata (4 pari di fila), pur restando in zona playoff, sta pagando le disavventure societarie di Cellino (settimana prossima altro CdA, si saprà se resta come presidente). E oggi al Rigamonti arriva la Spal di De Rossi che prima della sosta è stata beffata in casa dal Benevento, il 1° ko della carriera da allenatore dell’ex anima della Roma, arrivato alla quinta uscita, ora i ferraresi sono un solo punto sopra i playout e non possono permettersi passi falsi al Rigamonti. Il sorprendente Sudtirol, che oggi disputerebbe i playoff, ancora imbattuto con Bisoli e che con lui viaggia alla media di 2 punti a partita, riceve al Druso di Bolzano l’Ascoli di Bucchi, un punto sotto gli altoatesini, a caccia di riscatto dopo il ko interno di prima della sosta col Frosinone, sconfitta che ha fermato una serie positiva di 10 punti in 4 gare che avevano fatto sognare i marchigiani. Cittadella-Cosenza è un delicatissimo scontro salvezza: i veneti cercano riscatto dopo il ko di Parma di prima della sosta, i calabresi sono reduci dalla prima vittoria con Viali in panchina (il pazzesco 3-2 al Palermo) e in caso di successo sorpasserebbero i veneti. Alle 18 chiude il turno Palermo-Venezia: i siciliani inseguono il salto di qualità che li faccia emergere dalle sabbie mobili della classifica (sono a +1 sui playout), i lagunari, penultimi, cercano una difficile risalita, anche se i mezzi per farla ci sarebbero tutti: tocca a Vanoli, alla seconda panchina con gli arancioneroverdi dopo il ko interno nell’esordio con la Reggina, cercare di raddrizzare la stagione prima che sia troppo tardi. LEGGI TUTTO

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    Il Genoa di Blessin si gioca il futuro

    TORINO – Se domenica a Perugia, il Genoa dovesse replicare quanto visto nelle ultime tre preoccupanti uscite, il tecnico tedesco Alexander Blessin potrebbe essere al capolinea della sua avventura in rossoblù iniziata a gennaio. Certo, sulla carta l’impegno del Curi non è proibitivo. Ma gli umbri di Castori, seppur ultimi, sono una squadra ancora viva, capace di andare a vincere in inferiorità numerica in casa della Reggina e nell’ultima uscita prima della sosta di pareggiare (con qualche rimpianto) a Modena. Però, al di là del valore del Perugia, è lo stato di salute del Genoa che può fare, in un senso o nell’altro, la differenza. La squadra di Blessin in B non ha mai veramente incantato ma nascondeva i problemi con un rendimento esterno formidabile, nel quale si mettevano insieme 5 vittorie. Però magagne ce n’erano fin da inizio stagione, perché a Marassi, nonostante la spinta unica del Ferraris sono arrivati pochi punti (8, con una sola vittoria e 5 pareggi). E, soprattutto, pur disponendo dell’attacco sulla carta più forte di tutta la B, alla voce gol segnati il Genoa si ferma a 16 reti, quando tutte le dirette concorrenti hanno fatto meglio. La sosta per le nazionali dovrebbe essere servita a Blessin per affrontare il problema: riuscire a mettere nelle condizioni di segnare parecchio bomber Coda (a quota 6 reti, ma 4 sono rigori), che è stato il capo cannoniere della B nelle ultime due annate con 42 gol complessivi. Finora, il tecnico tedesco ha usato col contagocce il nazionale rumeno Puscas che, tornato in Italia a gennaio nel Pisa, stava per portare in A i toscani a suon di gol. Lui e Coda insieme potrebbero funzionare, così come funzionava nella passata stagione Puscas con Torregrossa, punta con caratteristiche fisiche simili a quelle del bomber rossoblù. Certo, bisogna cambiare modulo e accantonare quel 4-2-3-1 che nelle ultime uscite non ha funzionato (2 punti in 3 gare) proprio perché i tre a sostegno di Coda faticavano a proporsi e incidere. Nei giorni della sosta in effetti, Blessin ha provato uno schieramento a due punte con la squadra impostata sul 4-4-2. Intanto, nell’ultima uscita, il pari interno col Como (che prima di venire a Marassi in trasferta aveva raccolto un solo punto) si è resa evidente la frattura fra tifoseria da una parte, squadra e tecnico dall’altra. “Meritiamo di più”, ha urlato la Gradinata Nord, confermando quel che tutti pensano fin da inizio stagione: il Genoa è la squadra più forte ma non riesce a esprimere tutto il suo potenziale. Nel calderone dei social, Blessin è stato ampiamente scaricato dai tifosi già da dopo il ko di Reggio Calabria di 2 turni fa e a gran voce se ne chiede la sostituzione, anche se l’eventuale ritorno di Andreazzoli non convince tanto, non è che ai tempi di Preziosi avesse lasciato un bel ricordo, anche se forse fu scaricato troppo in fretta. Comunque al Curi di Perugia, sarà folta la partecipazione dei tifosi rossoblù che supereranno il migliaio. La società nel frattempo, riflette e valuta la situazione, pronta a intervenire nel caso precipitasse. Perché al di là delle ultime inconsistenti prove, in classifica il Genoa non se la passa troppo male: certo, essere a -7 dal Frosinone primo, con la rosa di cui si dispone, non è una bella notizia. Ma la Serie A, cioè il 2° posto della Reggina, dista solo due lunghezze. Nulla di compromesso insomma, con 25 partite ancora da disputare e 75 punti in palio. Il calendario poi, da qui alla fine del girone d’andata, propone sfide che potrebbero dare una mano nel rimettere in Grifone in carreggiata nella lotta per la A diretta: dopo la sfida di Perugia, arriveranno due gare di fila a Marassi, con Cittadella e Sudtirol. Quindi, dopo la trasferta di Ascoli, al Ferraris arriverà il Frosinone che chissà come sarà messo a quel punto. Chiusura a Santo Stefano in quel di Bari, con una squadra che nelle ultime uscite ha mostrato problemi simili a quelli genoani ma che non partiva certo in pole position per la A. Ma si può ragionare quanto si vuole sul calendario che il punto resta un altro: l’adattamento del Genoa alla B. Da diverse stagioni, le retrocesse dalla A mostrano grosse difficoltà ad affrontare la seconda serie, faticano a calarsi nella nuova realtà, tant’è che per molti versi il Genoa di Blessin in A, pur retrocedendo, convinceva più di questo in B. Insomma, o si inverte la rotta già da domenica, o il cambio in panchina sarà inevitabile. LEGGI TUTTO

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    Genoa, cosa c'è che non va

    TORINO – Quest’estate non c’erano dubbi: il Genoa appariva per tutti, tifosi e addetti ai lavori, come la prima favorita per la promozione in A. Dopo 13 giornate però, si trova a -7 dalla capolista Frosinone e a -2 dalla Reggina .Situazione non ancora compromessa, tuttavia, anzi, ancora risolvibile, nonostante lo scoramento degli ultimi tempi. Perché tante cose non vanno, la squadra non sta esprimendo tutto il suo enorme potenziale, appena intravisto prima della crisi delle ultime tre uscite. La sconfitta in casa della Reggina di due turni fa, ha fatto finire la luna di miele fra la piazza e il tecnico tedesco Alexander Blessin. Quando si retrocede, il primo che si cambia è sempre l’allenatore. Non al Genoa, sceso in B non per i demeriti di Blessin che, arrivato a gennaio a Genova, aveva dato un’identità alla squadra e una media punti che, fosse arrivato prima, avrebbe permesso ai rossoblù di restare in A. Dunque a giugno, quando si decise per la conferma, quasi nessuno esprimeva perplessità su herr Blessin che all’epoca godeva di un certo consenso. La proprietà dei 777 Partners gli ha fornito una rosa col chiaro intento di dominare la B e magari entusiasmare anche, con diversi elementi che erano giunti già a gennaio in A che nella seconda serie avrebbero dovuto fare la differenza. Questo dominio non s’è (quasi) mai visto. Certo, soprattutto in trasferta, il Genoa era un rullo compressore. Ma, a parte lo 0-2 in casa Spal, vinceva sempre di misura e senza mai particolarmente entusiasmare. Insomma, i problemi c’erano anche prima del ko di Reggio Calabria, solo che l’ottima classifica li teneva nascosti come la cenere sotto il tappeto. Per dire, la brillantezza vista con Blessin in certe partite di A della passata stagione, anche contro le più grandi squadre d’Italia, in B spesso non è pervenuta. A livello tattico poi, Blessin non ha ancora trovato il miglior utilizzo possibile del bomber Coda, capocannoniere delle ultime due edizioni della B, con 42 gol totali: è vero, è a quota 6 reti, ma solo 2 su azione, gli altri sono rigori trasformati. Nelle ultime 3 uscite, in cui il Genoa ha raccolto 2 punti (e continua a deludere a Marassi dove ne ha fatti appena 8 e ha vinto una sola volta), la squadra ha anche perso quella quadratura d’inizio stagione che in qualche modo faceva la differenza: ora i reparti sono allungati, c’è meno corsa, poche idee e confuse, scarsa la verticalità, il gioco sulle fasce latita e i cambi spesso fanno discutere. Dopo l’1-1 interno col Como di domenica scorsa, Blessin si è arrampicato sugli specchi per spiegare il momento no. Intanto ha precisato che per lui il Genoa non è la squadra più forte della B (“io non l’ho mai detto”, ha dichiarato), uscita che è parsa come una mancata assunzione delle proprie responsabilità: chiunque segua un minimo la B, da mesi sostiene il contrario. Poi, ha lasciato assai perplessi il suo rimpianto per l’assenza di Ekuban, vittima di un brutto infortunio. Ma si parla di un attaccante che, in un anno a Genova, ha segnato un gol in A e uno in B. “Meritiamo di più”, era il coro salito dal Ferraris dopo la deludente partita col Como (che fuori casa prima aveva raccolto un solo punto), un coro che appare come la sintesi migliore del momento. Certo, qualche responsabilità andrebbe ascritta anche alla società. Lo slogan coniato per la B, “only one year”, solo un anno di seconda serie, sta rivelandosi un pesante fardello. Prima di partorirlo, non guastava andare a rivedere gli storici problemi che hanno le retrocesse dalla A. Un anno fa, il Parma era considerato esattamente come il Genoa di questa stagione e nella passata annata a loro è andata malissimo. Per ritrovare una retrocessa capace di risalire l’anno dopo in A, bisogna tornare al 2018, quando riuscì all’Empoli, che svoltò quando fece subentrare Andreazzoli, la cui ombra ora si proietta su Blessin. Insomma la corazzata Genoa, nonostante l’entusiasmo unico offerto da una tifoseria speciale, finora non è riuscita a calarsi al meglio in quella realtà durissima che è la B. Perché non si torna in A per diritto divino ma spremendosi al massimo in ogni partita. E, infine, si sta rivelando un errore aver ceduto in estate Caso al Frosinone, come Tuttosport, in solitudine, scrisse al momento della cessione. Nel Genoa attuale, nessuno inventa qualcosa, salta l’uomo, dà uno strappo. I ciociari invece, hanno costruito il loro primato il classifica anche grazie al genio di Caso che dopo essere esploso la scorsa stagione a Cosenza meritava più considerazione da parte del Genoa, visto che aveva anche fatto uno stage in azzurro con Mancini. Bastava tenerselo, schierarlo a supporto di Coda assieme a Gudmundsson (la miglior versione dell’islandese, non quella delle ultime uscite), uno a sinistra e l’altro a destra, e con ogni probabilità era tutta un’altra storia. Chissà, con lui in rossoblù, forse Frosinone e Genoa si sarebbero scambiate l’attuale posizione in classifica. LEGGI TUTTO

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    Genoa, assalto alla zona Serie A

    TORINO – La 13ª giornata di Serie B si chiude oggi pomeriggio con Genoa-Como (fischio d’inizio alle 16.15). I liguri, dopo la caduta di lunedì scorso in casa della Reggina, cercano di riprendersi la zona promozione diretta: con 3 punti riagganciano proprio la Reggina al 2° posto. Il ko del Granillo ha lasciato qualche scoria nella calda piazza rossoblù e Blessin, per la prima volta dal suo sbarco a Genova nel gennaio scorso, è stato messo in discussione da larghe fette della tifoseria. Non è piaciuto il modo in cui il Genoa ha perso a Reggio Calabria e il fatto che la squadra, pur considerata dagli addetti ai lavori come la più forte della B, fatichi ad esprimere tutto il suo potenziale, soprattutto in attacco, pur disponendo di un reparto sulla carta formidabile. Così, per ovviare anche ai problemi offensivi, oggi Blessin potrebbe schierare il Genoa col 4-4-2, con Coda in avanti affiancato da Puscas, finora piuttosto trascurato dal tecnico tedesco. Novità anche negli altri reparti: Frendrup potrebbe scalare a terzino sinistro, lasciando il suo posto in mediana a Badelj, al rientro dopo la squalifica, che giocherebbe in coppia con Strootman mentre Gudmundsson e Aramu giostrerebbero da esterni alti. Il Genoa finora ha raccolto poco a Marassi: una sola vittoria (sul Modena) e 4 pareggi (con Benevento, Parma, Cagliari e Brescia), la svolta è d’obbligo. Sull’altro fronte c’è un Como terzultimo ma che dall’avvento di Moreno Longo in panchina ha raccolto 9 punti in 6 gare, con 3 vittorie interne e altrettanti ko fuori casa, dove ha racimolato finora un solo punto, a inizio stagione, a Pisa. Nelle ultime ore, l’indisponibilità di Baselli, utilizzato da Longo come vertice basso del 4-3-1-2, potrebbe rilanciare quella che doveva essere la stella della B, lo spagnolo Cesc Fabregas, già campione del Mondo e d’Europa, ma che con Longo non è titolare e che quando l’ha utilizzato l’ha fatto giostrare sulla trequarti.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO