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    Nella Juve di Max c’è spazio per CR7? Frecciate e stima, frasi e gesti di una storia già vista

    Allegri, Ronaldo e i presagi dalla stagione vissuta insieme alla Juventus: le sostituzioni, pochissime; il ruolo in campo, con ampia libertà; l’epilogo, tra delusioni sfogate pubblicamente e richieste private. Il loro rapporto è il primo nodo della nuova gestione tecnica Il ritorno di Massimiliano Allegri impone subito alcuni interrogativi sulle scelte che attendono la Juve. A partire da Paulo Dybala, che con Max visse la sua stagione migliore in bianconero nel 2017-18 tra Higuain, Mandzukic e Douglas Costa, ma anche la sua stagione più difficile (prima di quella appena finita) quando dopo l’arrivo di Ronaldo il tecnico pensò per l’argentino un ruolo più da “tuttocampista”. Perché il nodo resta sempre Cristiano, che con Allegri ha vissuto la meno prolifica delle sue stagioni bianconere (28 gol in 43 partite, 21 in campionato). LEGGI TUTTO

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    Alla Juve dal 2012, padre del progetto Under 23: chi è Cherubini, l’erede di Paratici

    Diplomatico, metodico, una formazione da direttore generale per cui lasciò l’attività da agente finanziario ai tempi del Foligno: con lui gli inizi di Parolo in campo e Bisoli in panchina. Dopo la rinuncia alla chiamata di Marotta alla Samp, lo ha ritrovato alla Juve dove si è occupato di settore giovanile fino alla creazione della seconda squadra nel 2018: da ottobre scorso era direttore sportivo della prima squadraVisione politica, abilità di strategia e soprattutto affidabilità. Sono queste le qualità maggiori di Federico Cherubini, che ha costruito il suo percorso da dirigente mattoncino su mattoncino, in rigoroso silenzio e con impegno massimo, mettendo sempre le proprie competenze a disposizione del lavoro di squadra. L’ormai ex braccio destro di Paratici ne raccoglie l’eredità a capo dell’area tecnica della Juventus, pur avendo caratteristiche completamente diverse. LEGGI TUTTO

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    La Roma ci prova: Kluivert la chiave per arrivare a Sabitzer

    Mourinho voleva il centrocampista austriaco già quando allenava il Tottenham. L’olandese e soldi per convincere il Lipsia a cederloChe sia uno dei pallini di José Mourinho è cosa risaputa, che sia facile portarlo alla Roma è invece tutt’altra storia. Nel senso che Marcel Sabitzer fa gola a tanti club in Europa, soprattutto ora che è ad un solo anno di scadenza dal suo contratto con il club tedesco (contratto che andrà infatti ad esaurirsi a giugno 2022). LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “È un rischio lasciare il club in cui sei amato. Donnarumma pensi a Sheva e Kakà…”

    “I soldi non possono essere l’obiettivo principale di Donnarumma. Al Milan firmai in bianco: guadagnavo più a Parma”Il caso Donnarumma scatena il dibattito. Il Milan ha preso un altro portiere, Maignan, e per Gigio non c’è più posto. I tifosi rossoneri si schierano (in maggioranza contro il portiere), il pubblico neutrale si forma un’opinione. LEGGI TUTTO

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    Valore d'impresa: i primi 32 club bruciano 6 miliardi. Juve nella top 10, ecco l'Atalanta

    Lo studio europeo di Kpmg Football Benchmark riflette l’emergenza Covid: calo generalizzato con l’eccezione dei bergamaschi che entrano per la prima volta in classifica. Sartori: “C’è bisogno di riforme strutturali” Real Madrid, Barcellona e Manchester United si confermano sul podio, la Juventus torna tra le top 10, l’Atalanta entra per la prima volta nella classifica delle prime 32. LEGGI TUTTO

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    Cudicini: “Milan, ti sei meritato tutto. Gigio super… delusione”

    Il portiere che arrivò in cima al mondo coi rossoneri negli anni Sessanta: “Terrei Brahim Diaz, è un fuoriclasse. Pioli? Unico, ma in certe cose mi ricorda…”Domenica sera ha sofferto davanti alla televisione con l’energia di un ragazzino, Fabio Cudicini. Perché la passione per il calcio non invecchia, è la stessa con cui ha vissuto una carriera lunghissima, spalmata su tre decadi (dal ’55 al ’72). Il Ragno Nero – soprannome condiviso col mitico Lev Jascin – ha trepidato per il suo Milan, il club con cui negli anni Sessanta ha vinto tutto ciò che c’era da vincere. Lo voleva in Champions e sapeva che con l’Atalanta sarebbe stata “dura, durissima, perché Gasperini ha costruito una corazzata fortissima, stagione dopo stagione”. È andata bene. LEGGI TUTTO

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    Ecco come sarebbe l’Inter nelle mani di Allegri, Sarri, Inzaghi o Mihajlovic

    Con Max Hakimi giocherebbe alto e Lautaro alla Mandzukic. Maurizio vuole il regista basso, Simone ama il 3-5-2 caro a Conte. Sinisa passerebbe da Palacio a LukakuTutti gli indizi lasciano pensare che Inter e Conte si separeranno dopo la vittoria dello scudetto. Tra i nomi dei successori circola in primis quello di Allegri, seguito da Sarri, Mihajlovic e Simone Inzaghi, che però oggi potrebbe essere confermato alla Lazio. Proviamo dunque a capire come l’Inter potrebbe giocare con ciascuno di questi allenatori. Esercizio reso ancora più difficile dall’incertezza legata al mercato. LEGGI TUTTO