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    Juve penalizzata, dal libro nero alle intercettazioni: ecco i nuovi elementi che hanno cambiato il finale

    Secondo il procuratore “sono confessioni”. E “l’obiettivo illecito” supera il famoso metodo di valutazione dei giocatori che mancava nel primo processo Nella sua rovente requisitoria, il capo della Procura federale Giuseppe Chiné ha portato all’attenzione della Corte d’Appello diversi nuovi elementi probatori a carico della Juventus. Si è soffermato in particolare su 5 punti. LEGGI TUTTO

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    Dal notaio ai professori di Economia: ecco chi sono i componenti della Corte d'Appello Figc

    Vive e lavora a Roma. Laureato con lode in giurisprudenza, dopo aver superato alcuni concorsi nella carriera dello Stato, è stato magistrato della Corte dei conti dal 1985 al 1989, svolgendo giurisdizionali e di controllo. E’ Consigliere di Stato dal 1989. Dal 17 maggio 1996 al 25 aprile 2000 ha svolto l’incarico di Capo del Dipartimento coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio. Da giugno 2001 ad aprile 2005 è stato capo dell’Ufficio legislativo del Ministro per i ben attività culturali. Dal 17 maggio 2006 al 6 maggio 2008 è stato capo di gabinetto del Ministro per i rapporti Parlamento e le riforme istituzionali. E’ attualmente presidente titolare della I Sezione consultiva del Consiglio di Stato. Dal 1° luglio 2010 al 22 novembre 2012 è stato Segretario generale della Giustizia amministrativa, incarico che è tornato a svolgere dal 15 gennaio 2016 al 2 ottobre 2018. E’ stato nominato presidente della Corte d’Appello federale il 30 luglio 2019. LEGGI TUTTO

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    Ronaldo, la Procura ha 47 domande per lui. Ma il portoghese (per ora) prende tempo

    La sua firma sul documento sequestrato non c’è. Teoricamente CR7 potrebbe anche costituirsi parte civile, ma la sua strategia è ancora allo studio degli avvocatiEra il documento più misterioso dell’inchiesta Prisma. Adesso – come temeva Gabasio – è “saltato fuori”, confermando quanto supposto dagli inquirenti: la Juventus deve dare dei soldi a Cristiano Ronaldo. La cifra sarebbe pari a 19,9 milioni di euro netti, un vero e proprio debito che i bianconeri avrebbero dovuto iscrivere a bilancio. LEGGI TUTTO

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    Famiglia, tentazioni, voglia di casa: Conte-Juve, il binario si fa parallelo

    L’ex capitano bianconero è rimasto molto legato a Torino, dove Allegri è saldo almeno fino a giugno. Poi il club e l’allenatore potrebbero valutare eventuali convergenzeL’aria di casa per Antonio Conte è a Torino. L’ex capitano della Juve vive di base sotto la Mole, la sua famiglia lo ha spesso seguito nelle diverse avventure professionali ma non ha mai rimosso da qui le radici. L’ex centrocampista è arrivato nel capoluogo piemontese per la prima volta nel 1991, quando il club bianconero lo ha prelevato dalla sua Lecce. Da una casa a un’altra: Conte a Torino ci ha messo su famiglia, immerso in quel contesto cittadino discreto e distinto di cui si è presto innamorato. LEGGI TUTTO

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    Dalle prime indagini Consob all'inchiesta sportiva e penale: i 12 punti della vicenda

    I primi fari ad accendersi sono quelli della Consob che nel luglio 2021 aprono un’indagine per possibili plusvalenze fittizie su 62 trasferimenti sospetti, di cui 42 fatti dalla Juventus, che ne ha dato notizia nella relazione di bilancio 2020-21. Sotto la lente in particolare i trasferimenti definiti “a specchio”, ovvero con scambi senza reale spostamento di denaro o con spostamento di denaro ridotto in virtù delle valutazioni date ai giocatori: il manifesto è lo scambio Pjanic-Arthur tra Juventus e Barcellona, che portò al club bianconero una plusvalenza di circa 43 milioni. Tra le operazioni nel mirino anche l’acquisto di Osimhen da parte del Napoli, che nell’affare mandò al Lille anche quattro giocatori con valutazioni da i 4 e i 7 milioni. La Covisoc consegna una relazione sul tema alla Procura Federale, che decide il 27 ottobre 2021 l’apertura di un fascicolo. LEGGI TUTTO

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    Paradosso Milan: nel derby tanti dati migliori dell’Inter. Ma il chilometraggio…

    A Riad il Diavolo ha tirato di più in porta (14-12), ha effettuato più passaggi chiave (10-6), vinto gli uno contro uno (10-3) e recuperato più palloni (44-42). Ma non c’è stata intensità, e i nerazzurri hanno corso 5 km in più Dov’è finito il Milan? Che fine ha fatto il Tomori versione muro? E la freccia Theo? Il 2023 rossonero si è aperto con una serie di domande. Se il 2022 ha regalato ai tifosi lo scudetto e gli ottavi di Champions, il nuovo anno ha calato immediatamente la mannaia sui primi due obiettivi stagionali, Coppa Italia e Supercoppa. LEGGI TUTTO

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    Due anni di inibizione ad Agnelli e Arrivabene, due e mezzo a Paratici

    Chi sono i dirigenti della Juve che all’epoca dei fatti hanno avuto un ruolo strategico (o di responsabilità) nelle operazioni contestate nel caso plusvalenze? Il Procuratore federale Giuseppe Chiné aveva chiesto inibizioni temporanee per Fabio Paratici, Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Maurizio Arrivane e Federico Cherubini, la Corte federale d’Appello è andata oltre le richieste del procuratore.Andrea Agnelli è stato presidente della Juventus dal 2010 a poche ore fa, considerato che dopo le dimissioni annunciate il 29 novembre scorso ha passato la mano ufficialmente a Gianluca Ferrero il 18 gennaio. Agnelli è stato il presidente più vincente della storia del club: con 19 trofei vinti con la formazione maschile e con le grandi soddisfazioni ottenute grazie ai progetti Women e Next Gen. Chiné per lui aveva chiesto un periodo di inibizione dalle attività legate al calcio di 16 mesi, la Corte Federale lo ha portato a due anni. LEGGI TUTTO

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    Maignan problema del Milan e incognita per la Francia: Deschamps lo vuole titolare, ma…

    Pioli soffre senza il portiere, mentre in nazionale è pronta la maglia da titolare al posto di Lloris, che lo ha indicato come successore. Ma qualcosa si è rotto Non si è più visto da settembre, ma l’assenza si fa sentire. Al Milan, innanzitutto, che ne è orfano da tante, troppe partite. Ma pure in nazionale, dove si è infortunato il 22 settembre. Ma in nazionale, Mike Maignan, potrebbe ritrovare il sorriso. E stavolta da titolare di una Francia che non può più contare su Hugo Lloris, il portiere e capitano che ha detto addio ai Bleus, senza dimenticare di indicare l’erede: il rossonero appunto. Uno stimolo in più per tornare quanto prima in forma e in campo. LEGGI TUTTO