consigliato per te

  • in

    Juve, Fagioli ko lascia il ritiro dell'Italia: problema al piede

    COVERCIANO – Nell’ultimo allenamento a Coverciano, prima della partenza per Vienna dove domenica sera l’Italia di Roberto Mancini affronterà l’Austria in amichevole, Nicolò Fagioli ha accusato un risentimento al piede destro che lo rende indisponibile per la gara di domenica. Il centrocampista della Juventus farà rientro al proprio club di appartenenza nelle prossime ore, ma lo staff azzurro rassicurano sulle condizioni del calciatore, non dovrebbe essere nulla di serio. Questo il comunicato della Nazionale: “Nel corso della seduta di questo pomeriggio Nicolò Fagioli ha accusato un risentimento al piede destro che lo rende indisponibile per la gara di domenica; il centrocampista azzurro farà rientro al proprio club di appartenenza nelle prossime ore. Quindi, dopo i forfait di Tonali e Mazzocchi, il gruppo azzurro si riduce a venticinque calciatori”. LEGGI TUTTO

  • in

    Fagioli, la Juventus, il no all’Inter e allo United e la benedizione di Cristiano Ronaldo

    TORINO – Alessandro, fratello maggiore di Nicolò Fagioli, all’inizio della chiacchierata entra subito in tackle: «Se oggi è alla Juventus è anche grazie a tutte le botte che gli ho dato in campo». Se la ride di gusto perché da piccoli giocavano insieme, nonostante Alessandro avesse tre anni in più: all’Oratorio del Corpus Domini di Piacenza il Fagioli bianconero, con la palla al piede, era già uno spettacolo. Semplicemente imprendibile. Ora ha iniziato a stupire anche ad altissimi livelli: i gol al Lecce e all’Inter, la grande prova col Psg e pure l’esordio in nazionale maggiore contro l’Albania. Questo è il momento di Nicolò, raccontato così da Alessandro.

    Alessandro, la svolta di Lecce ha cambiato la stagione di suo fratello. Che situazione stava vivendo prima di quel gol?

    «Veniva impiegato pochissimo, nonostante le possibilità per inserirlo almeno all’apparenza ci fossero. Il merito di Nicolò è stato quello di non smettere di crederci, è stato bravissimo ad aspettare il suo momento. Prima di quella partita le sue telefonate erano tristi: non giocava e non riusciva a darsi una spiegazione, era sconfortato».

    Guarda la galleryFagioli come Grosso e Del Piero, social in coro: “La Juventus ai giovani”

    Dalla gara in Salento il mondo si è capovolto.

    «La partita col Lecce ha dimostrato quanto talento sia in grado di mettere Nicolò a servizio della squadra. Il gol ci ha fatto scoppiare di gioia: io, mia madre e mio padre abbiamo seguito la gara in posti diversi. Ma quando ha segnato è stato un momento liberatorio. Noi da Nicolò alla vigilia sapevamo che avrebbe giocato dall’inizio, poi all’improvviso abbiamo visto Soulé titolare. Per cui quando è entrato e ha fatto gol la felicità è stata indescrivibile».

    Via social lo ha esaltato anche Del Piero.

    «Ricevere i suoi complimenti è stata un’emozione fortissima, anche solo ascoltare le sue parole per Nicolò ha rappresentato molto. Anche la telefonata del suo grande amico Alvaro Morata è stata bellissima».

    Guarda la galleryFagioli, magia alla Del Piero col Lecce: la FOTOSEQUENZA

    In estate Fagioli aveva le valigie pronte: è andato davvero vicino all’addio?

    «Noi non abbiamo mai intralciato il lavoro di Andrea D’Amico, il suo procuratore: sapevamo da sempre che l’intenzione di Nicolò fosse quella di rimanere alla Juve, ma rischiava di trovare poco spazio. La permanenza è stata una scelta condivisa con la società. Negli ultimi giorni di mercato si erano fatte sotto Cremonese e Sampdoria, ma alla fine Nicolò è rimasto. E tutte le parti hanno concordato questa mossa: il club, il mister e lui stesso».

    Che rapporto ha Nicolò con Allegri?

    «Molto professionale: in queste settimane gli ha ripetuto tante volte che doveva rimanere tranquillo. Gli è stato vicino, promettendogli che il momento giusto sarebbe arrivato: così è stato. In passato Nicolò si è aggrappato anche alla presenza di Cristiano Ronaldo nello spogliatoio: avevano un legame splendido, CR7 gli ha sempre confessato che vedesse in lui un grande talento. Così gli ha consigliato di lavorare il doppio, di non mollare mai».

    Non è un caso che Allegri, il 15 settembre 2018, parlò così di Nicolò: «Per noi è un piacere vederlo giocare». Ricorda quella conferenza stampa?

    «Se ci penso ho ancora i brividi perché l’intervento del mister fu spontaneo: l’ho riascoltato tantissime volte. Lì abbiamo capito che la vita di Nicolò sarebbe cambiata per sempre».

    Guarda la galleryFagioli, esultanza liberatoria e bacio alla maglia della JuveIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Italia, Miretti e Fagioli si raccontano: dal centrocampo ideale della Juve alla chiamata di Mancini

    COVERCIANO – Prima convocazione ufficiale con la Nazionale per Nicolò Fagioli e Fabio Miretti. I due centrocampisti della Juventus sono stati chiamati dal ct Mancini per i prossimi appuntamenti contro Albania e Austria. Nel primo giorno di raduno i due giovani bianconeri sono intervenuti sul profilo twitter della Nazionale nell’appuntamento “Azzurri Live” raccontando le loro emozioni per la convocazione in azzurro e particolari sul loro modo di essere dentro e fuori dal campo. “Abbiamo lavorato in due gruppi, da una parte chi ha giocato ieri e dall’altra chi ha giocato meno”, queste le prime parole sull’allenamento odierno di Fagioli e Miretti che raccontano il momento quando hanno scoperto la chiamata di Mancini: “Quando abbiamo visto la convocazione eravamo a casa, sinceramente non ce lo aspettavamo. Poi sono arrivati tanti messaggi dalla famiglia, dagli amici e abbiamo capito. Una bella soddisfazione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Italia, Mancini chiama Chiesa, Fagioli e Miretti

    TORINO – Le prestazioni con la maglia Juventus sono state notate anche da Roberto Mancini. Il commissario tecnico infatti ha premiato con la convocazione in Nazionale i due giovani bianconeri Fagioli e Miretti, nel gruppo per le partite contro Albania e Austria, in programma rispettivamente mercoledì 16 e domenica 20 novembre. Una lista come sempre orientata verso la linea verde, che conterà pure il classe 2006 Simone Pafundi dell’Udinese, il più giovane della truppa. LEGGI TUTTO

  • in

    La Juve azzurra a Verona: 5 su 11 in campo. E non finisce qui

    TORINO – A Verona l’ultimo esempio, tra titolari e sostituti. Prendete l’undici atteso al Bentegodi: Mattia Perin, Leonardo Bonucci, Nicolò Fagioli, Manuel Locatelli, Moise Kean, tutti in campo dal primo minuto. E aggiungete al menu chi sarà prevedibilmente a disposizione, a partire dal “veterano” Fabio Miretti, passando per Federico Gatti, naturalmente aspettando che torni Federico Chiesa e con Daniele Rugani che, a meno di sorprese, ha perso il ballottaggio con Bremer. Totale: 5 giocatori italiani impiegati da Massimiliano Allegri dall’inizio contro i gialloblù ultimi in classifica e se non è un primato stagionale, poco ci manca. Di certo i 5 azzurri in campo rappresentano un record in questa stagione travagliata, ma che si può ancora raddrizzare.
    Giocano perché valgono
    Non siamo più ai tempi del blocco Juventus trionfante al Mundial 1982 o ai nove bianconeri iridati nel ’34 con il ct Vittorio Pozzo al timone, perché per altro qui si tratta di giovani che devono ancora affinarsi e completarsi del tutto, ma insomma: il quadro è chiaro e incoraggiante. E pazienza se i “maligni” e i “superbi” del maestro Francesco De Gregori sentenzieranno in eterno che questa Juve si sta italianizzando solamente perché i big sono in infermeria: come si può pensare che i vari Fagioli e compagnia di giovani rampanti possa trovare spazio quando Paul Pogba tornerà in sella? Sostengono, tronfi e boriosi. Sono gli stessi che tacciono Allegri di aver fatto ricorso ai talenti solamente quando non c’era più nessuno o quasi a disposizione, non per inclinazione naturale di Max. Amen, i fatti raccontano che questa Juve per metà azzurra – il ct Roberto Mancini sentitamente ringrazia – è chiamata ad accelerare il rilancio in campionato, avviato dalle quattro vittorie consecutive senza gol subiti, che incredibilmente rischiano di riportare i bianconeri in zona Champions League. Ma vi ricordate cosa si diceva di questa squadra solamente un mese fa, dopo la sconfitta di San Siro contro il Milan? Roba da pazzi, in un certo senso…
    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, fuori casa non va ancora: numeri preoccupanti!

    TORINO – Nessun tifoso bianconero dotato di senno e buon senso può pensare che le ultime quattro vittorie consecutive senza subire gol in campionato abbiano già raddrizzato una stagione partita in maniera balorda, con l’uscita dalla Champions League ai gironi che non andrà mai giù a chi “mastica” la Juve, almeno fino al prossimo tentativo di cavalcata in Europa. I numeri migliorano, c’è ragione per sperare in un futuro più radioso, è vero: alcuni numeri però, non tutti. Per esempio: come la mettiamo con il rendimento della squadra di Massimiliano Allegri in trasferta? Sei partite, con due sole vittorie, due pareggi e due sconfitte, tre gol segnati e quattro subiti. Non sono cifre esattamente da Juventus…
    La Juve che fu e quella che è
    E non vale neppure l’eventuale scusante – in verità slegata dalle abitudini, perlomeno juventine – del calendario, visto che finora Dusan Vlahovic e soci hanno sfidato sul loro campo avversarie del calibro di Sampdoria, Fiorentina, Monza, Milan, Torino, Lecce. Insomma, con il massimo rispetto per le rivali di cui sopra e al netto delle potenziali difficoltà collegate agli incroci con piazze e squadre storicamente accese come Firenze e la Torino granata, in altri tempi nessuno si sarebbe stupito di una Juve capace di fare filotto – 18 punti – o qualcosa di molto simile. E non si è trattato di gare ad altissima tensione, anzi, piuttosto di lampi nel buio di prestazioni complessivamente poco soddisfacenti, almeno fino a parte del derby di metà ottobre. Pochi guizzi e chance a Genova, frammenti di buona Juve unicamente all’impatto con il match (vedi le partite contro Fiorentina e Milan) prima di subire comunque almeno una rete, il vuoto spinto in Brianza. Contro Torino e Lecce qualcosa è cambiato, ma della Juventus scintillante dei tempi andati non s’è rivisto granché.
    Problemi e soluzioni
    Morale: se in casa i bianconeri hanno il secondo miglior attacco (17 gol, alle spalle dei 18 del Milan) e la difesa meno battuta (3 reti, come l’Inter), fuori casa si gira un altro film, di un genere totalmente diverso. Tre gol segnati e 4 subiti (l’Atalanta ne ha incassati due, la Lazio di Maurizio Sarri a sorpresa solamente uno!): suvvia, di più si può fare. E comunque: Juventus meglio dello Spezia (una rete a bilancio per i liguri), peggio anche di Empoli, Lecce, Monza, Samp e compagnia, non proprio club in lotta per un posto in Europa. Ad Allegri il compito di trovare risposte, rimedi e soluzioni al problemone della Juve boccheggiante lontano dallo Stadium. Noi suggeriamo un punto, magari, di partenza, o uno spunto di riflessione se volete chiamarlo così: dalla Samp al Lecce, le avversarie che giocano sul loro terreno preferito la buttano sempre sulla quantità, utilizzando le armi più congeniali, vale a dire intensità, corsa, voglia, fame. Tornare a dominare l’avversario, probabilmente, è la strada da seguire. Fargli nuovamente paura, per intenderci. A naso, questa Juve non spaventa più.
    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Allegri, i “giocatori di categoria” Fagioli e Miretti

    Il problema è che sul web tutto si consuma, ma tutto resta rintracciabile. Così, in calce alla legittima soddisfazione di Allegri per la vittoria sull’Inter, che mantiene comunque inalterato a -10 il distacco dal Napoli primo, tornano alla memoria le ferragostane parole di Allegri a proposito dei “giocatori di categoria”. Dopo il successo sul Sassuolo nella prima di campionato, Max dixit: “Nel calcio come nella vita ci sono delle categorie, altrimenti alcuni giocatori non costerebbero più degli altri. Se non si capisce questo, allora non si può parlare delle partite. Sono i campioni come Di Maria a deliziare il pubblico e a far vincere le partite con le loro giocate”. Prima obiezione: malauguratamente, Di Maria è rimasto più a guardare che a giocare. Seconda obiezione: se cominciamo a contare quanti soldi siano costati alla Juve alcuni campioni e quanto non abbiamo reso nella Juve, facciamo notte. Andiamo avanti. Dopo l’incolore pareggio di Marassi con la Samp, Allegri ha affermato: “Giochiamo con giovani bravi, ma senza esperienza in certi momenti della partita ed è normale che paghino questa cosa. Penso sia fisiologico avere certi problemi a questi livelli quando non hai esperienza, valuteremo il loro futuro a fine mercato”. Per fortuna dei bianconeri, nella sfortuna dei 24 ko (di cui 16 muscolari suddivisi fra 16 giocatori), Fagioli, Miretti e Soulé non sono partiti e, dopo avere pencolato fra campo e panchina, più in panchina che in campo sino alla metà di ottobre, l’emergenza ha schiuso loro le porte della prima squadra. La differenza si è vista. Aggiungete, la soddisfazione per la Juve di vedere Miretti premiato da Tuttosport quale Best Italian Golden Boy 2022 e Fagioli andare a segno a Lecce e contro l’Inter. Alle corte: se hai giovani di valore, devi farli giocare, soprattutto se guidi la Juve che nella seconda squadra ha investito pesantemente, crescendo in casa molti ragazzi di talento. Le categorie le definisce il campo: Fagioli, 21 anni e Miretti, 19 anni appartengono alla Categoria Juve. Come dice Danilo, “sono come Foden nel City”. Può bastare?Guarda la galleryJuventus-Inter, il sogno di Fagioli e il nuovo hashtag di Bremer: le reazioni socialIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Resiste e colpisce: è una Juventus ritrovata

    TORINO – Una partita come metafora di una stagione intera? La Juventus proverà a far sì che la vittoria sull’Inter lo sia, intanto festeggia il successo su una grande (e quella che i tifosi godono di più a battere) che in campionato mancava dal 15 maggio 2021, anche allora sui nerazzurri, e incamera la quarta vittoria consecutiva, frutto della quarta partita di Serie A senza subire reti. Stavolta contro una squadra che segnava da 24 turni. Una vittoria e un poker che valgono il sorpasso sull’Inter e l’aggancio alla Roma, con il quarto posto occupato da Lazio e Atalanta lontano solo due punti.Guarda la galleryJuventus-Inter, il gol di Danilo convalidato e poi annullato da Doveri FOTO

    Resistere…

    Una partita come metafora di una stagione intera perché nel primo tempo, come in questa prima parte di stagione, la squadra di Massimiliano Allegri ha creato pochissimo in avanti e, pur concedendo complessivamente poco, ha rischiato due volte di subire gol: graziata, e questa fortuna è stata invece un inedito o quasi (il quasi è il palo di Hjulmand contro il Lecce), dagli errori di Dzeko e Dumfries. Ha resistito, la Juventus, e le si poteva chiedere poco di più, senza nove indisponibili tra cui uomini chiave come Pogba, Vlahovic e Paredes, e altre due stelle come Di Maria e Chiesa in panchina con una ventina di minuti nelle gambe. A complicare il tutto, la maggior freschezza dell’Inter, con sei giocatori nuovi rispetto alla partita di martedì a Monaco di Baviera, giocata senza l’assillo del risultato, mentre Allegri aveva potuto cambiarne appena due rispetto alla sfida col Paris Saint-Germain, giocata un giorno dopo. 

    Sullo stesso argomentoAllegri, lo scudetto e l’aiuto della sosta: “La Juventus ha una nuova certezza”Juventus

    …e colpire

    Al netto della citata fortuna nelle due occasioni nerazzurre, la Juventus ha però resistito con attenzione, determinazione e carattere, confermando di aver ritrovato almeno queste doti. Nella ripresa ha ritrovato anche altro: ha ritrovato il cinismo, ha ritrovato gli acquisti, con Kostic e Bremer che hanno giocato i loro 45 minuti migliori in bianconero, e ha ritrovato Chiesa e Di Maria, preziosi nel tenere palla in avanti nel finale. Ha ritrovato, cioè, tutto quello che Allegri si augura di ritrovare da adesso in avanti. E ha vinto, nonostante un discutibile gol annullato dal var (e anche qui c’è del già visto…) a Danilo perchè il pallone che calcia col sinistro sfiora la sua mano destra, quella del braccio che De Vrij gli stava trattenendo. Ha vinto segnando il primo gol con un gran contropiede di Kostic finalizzato da Rabiot, omaggio a Trapattoni rimasto l’unico allenatore juventino ad aver vinto più partite (319) di Allegri, che con 228 ha superato Lippi. E ha vinto chiudendo il conto con Fagioli, al secondo gol consecutivo in campionato e ancora tra i migliori. Resistere e colpire: ora la Juventus deve riuscire a farlo anche con Verona e Lazio, poi soprattutto da gennaio in poi. Come lo ha fatto nei 90 minuti contro l’Inter.

    Sullo stesso argomentoJuventus, Rabiot come Zidane e Platini: il dato contro l’InterJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO