consigliato per te

  • in

    Juventus, guerriero Rabiot: Allegri lo aspetta e lo blinda

    TORINO – Adrien Rabiot sarà l’ultimo a tornare alla Continassa, assieme agli argentini campioni del mondo Angel Di Maria e Leandro Paredes. Ma se i sudamericani avranno la carica che solo un trofeo del genere può dare, il francese avrà il fuoco di chi intende riscattarsi. E lo ha fatto capire anche in un post social, che ha rotto il silenzio dopo la sconfitta nella finale del Mondiale in Qatar: «La vita non è un lungo fiume tranquillo, ma il luogo della battaglia, e nella scuola di battaglia della vita, questo è ciò che impariamo: “Ciò che non mi uccide mi rende più forte”», ha scritto il centrocampista su Instagram.Sullo stesso argomentoRabiot, un Mondiale da insostituibile 4 anni dopo il gran rifiutoFrancia

    In scadenza

    Rabiot arriverà a fine 2022 a Torino, Massimiliano Allegri lo aspetta alla Continassa: il francese è un giocatore fondamentale per il tecnico livornese e l’incertezza sulla tempistiche del ritorno al cento per cento di Paul Pogba di fatto allontana Rabiot dai discorsi di mercato in uscita, nonostante sia in scadenza di contratto a giugno e le possibilità di rinnovo in bianconero sembrino ridotte al minimo.

    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Francia, Rabiot e Upamecano si allenano: Deschamps sorride

    A tre giorni dalla finale di  Coppa del Mondo, due buone notizie fanno tirare un sospiro di sollievo a Deschamps e alla Francia: Rabiot e Upamecano sono tornati in gruppo, mentre è ancora out Coman, costretto a restare in hotel per precauzione. Il centrocampista della Juventus, costretto a saltare la semifinale con il Marocco, è apparso sorridente al rientro in campo e sembrerebbe star meglio anche se non ha ancora ricevuto il via libera ufficiale per poter scendere in campo nel big match contro l’Argentina.
    Rabiot e Upamecano verso la convocazione
    I due grandi assenti contro il Marocco sembrerebbero star meglio e se il recupero sarà favorevole scenderanno in campo domenica pomeriggio contro l’Argentina: Rabiot andrà a sostituire Fofana mentre Upamecano prenderà il posto di Konatè. C’è attesa per la conferenza stampa di venerdì che ci dirà di più sul recupero dei due giocatori. LEGGI TUTTO

  • in

    Allegri non molla il Rabiot mondiale ma il rinnovo resta un’opzione difficile

    TORINO – Mercoledì Adrien Rabiot si giocherà l’accesso alla finale del Mondiale con la Francia e in Qatar avrà almeno un’altra vetrina – se non due – per attirare le attenzioni degli addetti ai lavori: non che ce ne sia poi granché bisogno, perché tra le big d’Europa tutti sanno quale sia la situazione contrattuale del centrocampista della Juventus, a sei mesi e mezzo o poco più dal termine naturale del suo accordo con il club bianconero. Le intenzioni del francese non sono del tutto chiare e definite: lo spartiacque era proprio il Mondiale, che avrebbe dovuto mettere in mostra le qualità del giocatore nella scia di quanto di buono fatto con la Juventus nell’ultimo mese e mezzo prima della sosta. E così in effetti sta andando: Massimiliano Allegri riavrà a disposizione un Rabiot galvanizzato dall’esperienza in Qatar, comunque andrà a finire. Ma un Rabiot comunque in scadenza di contratto: dunque la sua situazione sarà da gestire sotto il profilo societario per compiere la scelta migliore per tutti. Le possibilità che la Juventus e Veronique Rabiot, madre-agente del calciatore, possano mettersi d’accordo per il rinnovo del contratto sono inversamente proporzionali ai successi della Francia: la speranza diminuisce perché le pretese del francese, che ha già lanciato l’amo alla Premier League pubblicamente, a livello contrattuale saliranno e la Juventus, dall’altra parte, sta portando avanti una politica di contenimento dei costi che prevede anche la riduzione del monte ingaggi. E infatti gli ultimi rinnovi sono andati tutti nella stessa direzione: abbracciare il progetto bianconero rinunciando a qualcosa.Guarda la galleryVlahovic e Kostic, gli inseparabili della Juventus. Che look, Dusan!Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Matuidi: “Così la Francia può rivincere il Mondiale”. E su Pogba…

    Blaise, che ruolo ha giocato lo spirito di squadra nella vittoria della Francia nel 2018?Ha giocato un ruolo fondamentale. È stato essenziale, l’essenza della nostra vittoria. Certo, il talento è importante, ma senza un gruppo forte non saremmo diventati campioni del mondo. Abbiamo vissuto momenti speciali in campo ma, cosa ancora più importante, anche fuori dal campo. Penso che l’unione che ti dà la forza del gruppo in una competizione come i Mondiali sia di vitale importanza.

    Che ruolo hanno avuto i leader della squadra?Penso che noi calciatori più esperti, come Hugo Lloris, Raphael Varane, Paul Pogba, formassimo un gruppo di giocatori che ha portato esperienza. E poi Adil Rami, per esempio, non ha giocato molto, ma ha portato la sua esperienza. Penso che tutti siamo stati dei leader a modo nostro e avere una squadra con giocatori che hanno un po’ di esperienza è importante. Quando tutti incarnano la leadership, il gruppo è come una cosa sola e questo è meraviglioso. Remiamo tutti nella stessa direzione. Certamente ci sono dei giocatori che tirano avanti il gruppo, ma la cosa più importante è essere uniti.

    Qual è la cosa più importante da conservare per una squadra che vince una competizione?Direi che la cosa più importante è l’unione del gruppo, l’unione della squadra. Il calcio è uno sport di squadra. Vinciamo e perdiamo insieme. Penso che questa sia stata la nostra forza, siamo 23 campioni del mondo. Il che è fantastico. Penso che sia ciò che bisogna conservare. Tutti e ventitré siamo riusciti a unire il popolo francese. Non lo dimenticheremo mai.

    Quindi qual è la cosa del 2018 che non dimenticherai mai?I viaggi di ritorno al centro di allenamento in cui alloggiavamo. Non dimenticherò mai quei momenti perché abbiamo condiviso esperienze che non avevo mai vissuto prima. Sono legami forti quelli che si creano. Ci sentivamo come 23 fratelli con i nostri zii che erano i membri dello staff, che ci viziavano. È stato semplicemente magico. E, a parte ciò, direi il fischio finale quando abbiamo festeggiato tutti insieme. Durante il torneo abbiamo vissuto momenti di felicità insieme. Forse abbiamo vissuto in una bolla, ma questa bolla era come una famiglia. E questa famiglia è rimasta unita. A volte le cose erano anche difficili, perché è un periodo lungo, ma è stato bello, è stata una bellissima esperienza.

    Quante chances pensi abbia la Francia di confermarsi campione?E’ una grande sfida. Siamo consapevoli che vincere i Mondiali due volte di fila è una grande sfida. Abbiamo il talento e un gruppo che sta facendo bene. È ormai da qualche anno che molti di loro giocano insieme. E, soprattutto, i giocatori più giovani giocano già nei club più importanti. Poi, l’unione sarà fondamentale, lo spirito di squadra. Abbiamo molta fiducia nell’allenatore che, da quando è sulla panchina della Francia, ha dimostrato di saper guidare il gruppo e far fronte a sfide e aspettative. E spero che Paul (Pogba, ndr), ce la faccia a recuperare: lui è un valore aggiunto.

    Vedi delle somiglianze tra la squadra del 1998 e quella del 2018?Lo spirito di squadra ovviamente. Come nel 1998, c’erano singoli forti che spiccavano, ma l’unità del gruppo, la forza del collettivo è ciò che fa la differenza.

    Descrivici il miglior gol della tua carriera.Penso quello con la Francia contro la Serbia. Era un’amichevole ma penso che sia stato un bel gol. Da calcio d’angolo, ero al limite dell’area di rigore, l’ho presa al volo e ho segnato un gol davvero stupendo!

    E chi è il miglior giocatore con cui hai giocato ai Mondiali? E perché?Sono stato abbastanza fortunato da giocare in Nazionale accanto a grandi giocatori nella mia carriera, sia con la Nazionale, come Franck Ribéry, Karim Benzema, più recentemente Kilian Mbappé, Paul Pogba, Ngolo Kanté. Sono giocatori eccezionali. Sia a livello di club. Ho potuto affrontare giocatori come Lionel Messi contro l’Argentina, Cristiano Ronaldo contro il Portogallo e molti altri. Potrei menzionarne molti altri. La azionale ti permette di affrontare i migliori e giocare con i migliori: è fantastico e ne sono orgoglioso.

    Puoi dirci qual è la miglior partita che hai giocato ai Mondiali? E spiegarci perché…Collettivamente penso che la partita contro l’Argentina sia stata un successo, una gara spettacolare. Abbiamo mostrato maturità, talento e forza di gruppo. Penso che sia stata una gara in cui ci siamo impegnati e abbiamo giocato bene dall’inizio alla fine. A livello personale la semifinale contro il Belgio è stata una delle migliori partite della mia carriera, da calciatore professionista e specialmente con la Nazionale. Penso che complessivamente sia stata un’ottima partita per me. Ho alzato il livello del mio gioco per aiutare la squadra a raggiungere la finale.

    Il miglior gol che hai mai visto ai Mondiali?Ce ne sono stati di belli, di magici come quello di Diego Maradona che è partito da metà campo e ha dribblato tutti. Me lo sto ricordando ed è meraviglioso. Un po’ più recentemente, in Brasile, ricordo il meraviglioso colpo di testa di Van Persie su un lancio lungo. Quando ha segnato con un colpo di testa in tuffo facendo un pallonetto al portiere. Anche quello è stato incantevole. Quelle sono gesta meravigliose di grandi giocatori, per questo questa competizione è la più bella.

    Chi è il miglior giocatore che hai visto in allenamento e perché?Dicono che giochi come ti alleni. Se c’è un giocatore che mi ha sempre sorpreso, è Ngolo Kanté. Ti sembra che sia dappertutto, in allenamento e in partita. È stato meraviglioso giocare con lui. Sono stato fortunato a lavorare con lui per molti anni. Quando l’ho incontrato la prima volta era molto timido. È sempre stato timido, ma in campo era un mostro. È stato meraviglioso condividere quei momenti insieme, abbiamo uno stile di gioco simile e sono orgoglioso di aver potuto giocare con lui.

    Chi era il burlone dello spogliatoio?Noi avevamo Adil Rami, a cui piaceva scherzare. Questo è positivo perché mette tutti di buon umore, mantiene l’unione. Anche quando abbiamo avuto momenti in cui non ci sentivamo molto bene, lui aveva sempre il sorriso sulla faccia. È un’ottima cosa per la squadra.

    Chi sono i tuoi migliori amici nel calcio e perché?Non ho un miglior amico, ho sempre fatto amicizia con tutti. Sono molto aperto, ma ho mantenuto un legame forte con i giocatori con cui sono cresciuto nei primi anni di carriera al Saint-Étienne, per esempio. Nella nazionale francese Mamadou Sakho e Paul Pogba. Ci sono giocatori con cui ho un rapporto profondo. C’è anche Moussa Sissoko. Sono più che compagni di squadra. Si creano dei legami quando si sta insieme e si attraversano momenti speciali. In nazionale abbiamo creato dei legami forti durante il torneo. Quindi è bellissimo.

    Qual è il miglior consiglio che ti hanno dato nella tua vita, come persona e come calciatore?Il miglior consiglio me lo hanno dato i miei genitori. È quello di rispettare i compagni, la gente intorno a te, i ct, gli allenatori e te stesso, e anche quello di rimanere sempre umile. E anche sapere da dove vieni. Ho una famiglia che è stata sempre umile, rispettosa e ben educata. Penso che questo sia stato uno dei miei punti di forza. Lo devo ai miei genitori.

    Qual è il miglior stadio in cui hai giocato ai Mondiali?Quello di Rio de Janeiro, per me, era uno stadio, una città, un paese. Quando senti Maracanã, pensi agli anni di Pelé. Pensi a tutto ciò e al fatto che stai per giocare in uno stadio del genere, anche se ovviamente l’infrastruttura non è stessa oggi, ma è un ricordo incredibile. LEGGI TUTTO

  • in

    Real Madrid, la nuova vita di Benzema che ora brinda nell'oro

    TORINO – Ha segnato in carriera più di 500 gol, è ormai un’icona nella storia del Real Madrid dove è riuscito a rendere indolore l’addio di Cristiano Ronaldo eppure in Francia l’avevano bollato come un delinquente, un giocatore del quale vergognarsi: oggi Karim Benzema riceverà il Pallone d’Oro, il premio patrocinato dalla rivista sportiva France Football e che viene considerato come un Oscar per chi vive e respira di calcio. Un’investitura che cancella un passato fastidioso, una macchia che il ct Didier Deschamps per la verità aveva per primo sepolto nel giugno 2021 dopo quasi sei anni di bando, e un titolo mondiale vissuto dal divano, a causa dell’ormai famoso “sextape”, una losca vicenda di malaffare che aveva coinvolto, ma nella parte della vittima, anche l’ex compagno di nazionale Mathieu Valbuena e che è tracimata in tribunale.
    Benzema senza Cristiano Ronaldo
    Benzema ha tenuto duro, ha accettato il suo destino riversando in campo tutta la sua rabbia, cercando così di dare di sé stesso un’immagine che restasse confinata nell’ambito sportivo: una missione compiuta a suon di gol, 136 in quattro stagioni con la maglia del Real da quando CR7 ha salutato tutti, e soprattutto di trofei, tra i quali brillano una Champions League, una Supercoppa europea e due Liga. Un filotto di successi, gli ultimi targati 2022, che non potevano lasciare insensibili i giurati del riconoscimento che da questa stagione assegna il premio a cadenza stagionale e non solare.
    Benzema con Kopa, Platini, Papin, Zidane
    Benzema è il quinto francese che fa felice gli appassionati del paese che ha patrocinato questo premio dall’ormai lontano 1956, dopo Raymond Kopa, Michel Platini, che ne vinse ben tre, Jean-Pierre Papin e Zinedine Zidane. Difficile dire se sarà amato e venerato come chi lo ha preceduto, anche perché le scorie del passato spesso ti restano appiccicate al di là della colpa e dei meriti maturati successivamente, ma quello che resta indelebile oggi è che l’attaccante di origini algerine, nato e cresciuto calcisticamente al Lione dove un giorno vorrebbe tornare, questo Pallone d’Oro l’ha guadagnato dimostrandosi superiore a tutta la concorrenza. E il gol segnato ieri nel Clasico contro il Barcellona, che proietta il Real Madrid verso l’ennesima corsa di testa nella Liga, è lì a dimostrarlo.
    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Mbappè rifiuta la foto ufficiale con la Francia: rivendica i diritti di immagine

    CLAIRFONTAINE (Francia) – Frizioni tra l’attaccante del Paris Saint Germain Kylian Mbappé e la federazione francese. Il talento transalpino ha ufficializzato che non parteciperà alla foto di gruppo della sua nazionale programmata nelle prossime ore nel centro tecnico federale di Clairfontaine. La questione riguarda i diritti di immagine, un tema già affrontato durante la scorsa stagione e mai risolto da parte dei dirigenti federali transalpini.
    Francia-Mbappè, braccio di ferro sui diritti
    L’attaccante non ha accettato di buon grado la mancata decisione dei dirigenti federali di “non modificare l’accordo” per i diritti di immagine. ”L’attaccante e i suoi rappresentanti – si legge in una nota – “si rammaricano profondamente che nessun accordo possa, come richiesto, essere raggiunto prima della Coppa del Mondo”. La richiesta del giocatore non è stata presa in considerazione dalla federazione francese che dovrà risolvere – prima del Mondiale – la vicenda per evitare ulteriori criticità con gli sponsor. LEGGI TUTTO

  • in

    Milan, Theo Hernandez lascia il ritiro della Francia: problema all'adduttore

    MILANO – Stop per Theo Hernandez, costretto a lasciare il ritiro della Francia per un problema all’adduttore. Le condizioni del terzino del Milan saranno valutate nei prossimi giorni con esami strumentali, mentre intanto al suo posto il ct francese Didier Deschamps ha convocato l’ex romanista Lucas Digne. Anche il portiere Hugo Lloris ha lasciato il ritiro dei ‘Galletti’ per un problema fisico ed è stato sostituito da Alban Lafont, estremo difensore del Nantes.
    Le condizioni di Calabria
    Tornando in casa Milan sotto osservazione anche Davide Calabria, sostituito nell’ultimo match perso a San Siro contro il Napoli a causa di un affaticamento muscolare al flessore: le condizioni del capitano rossonero, ha spiegato il club, verranno valutate alla ripresa degli allenamenti. LEGGI TUTTO

  • in

    Caso Pogba, il fratello Mathias: “Estraneo a ogni tentativo di estorsione”

    La nota dell’avvocato
    E proprio Mathias, attraverso una nota del suo legale Richard Arbib, ha voluto chiarire la sua posizione “sostenendo con forza di essere totalmente estraneo a qualsiasi tentativo di estorsione ai danni del fratello Paul Pogba”. Il calciatore bianconero, secondo quanto riferito dalla stampa transalpina, lo scorso marzo sarebbe stato minacciato da due uomini armati e in Francia proseguono le indagini sulla vicenda. Nel frattempo, sempre attraverso il comunicato del suo avvocato, Mathias Pogba spiega che “quello che vuole più di ogni altra cosa è placare la situazione con suo fratello”. LEGGI TUTTO