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    Correa: niente esami, ma solo vacanze. L'Inter e il programma per la ripresa

    MILANO – Niente esami, solo vacanza. Questa è la cura scelta dall’Inter per guarire il malessere di Joaquin Correa, depennato da Lionel Scaloni dalla lista della Nazionale argentina per i mondiali per un non meglio precisato problema al tendine d’Achille della gamba sinistra. Lo staff medico dell’Inter conosce bene il problema e l’ha gestito nelle ultime settimane. Correa infatti soffre di un risentimento al tendine rotuleo del ginocchio che ne ha limitato il minutaggio in campo dopo le partite saltate con Sassuolo e Barcellona. Non a caso, dopo i 76 minuti giocati col Bayern, il Tucu è entrato nell’ultimo quarto d’ora con la Juve, è rimasto in panchina col Bologna e ha giocato solo nel finale a Bergamo.

    L’Inter e la cura per Correa
    L’Inter – dal punto di vista medico – è tranquilla: l’argentino non farà nuovi esami ma andrà in vacanza ed è atteso per la partenza per il mini-ritiro a Malta (4 dicembre). Lì sarà fondamentale il lavoro anche psicologico da parte di Simone Inzaghi: la botta è stata forte, ma l’allenatore (che ha rinunciato a Dybala anche per tutelare il Tucu, suo pupillo) è l’uomo giusto per restituirgli il sorriso. Anche perché, in attacco, all’Inter, di positività ne servirà molta per affrontare la seconda parte di stagione, dopo che la prima – per Lukaku ma pure per Correa – si è chiusa in modo tutt’altro che memorabile.
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    Inter, è già mercato: Darmian vede il rinnovo

    MILANO – Non si vive di soli big. Per una squadra di vertice occorre anche avere giocatori di sicuro affidamento e tra questi, all’Inter, in primissima fascia c’è Matteo Darmian. L’ex giocatore del Torino è molto apprezzato per la sua professionalità dentro e fuori dal campo, motivo per cui Beppe Marotta e Piero Ausilio a febbraio, ovvero al termine della sessione di mercato, gli proporranno di rinnovare il contratto in scadenza con buoni motivi per attendere una risposta positiva.
    Anche Inzaghi vota sì
    Una decisione pienamente condivisa da Simone Inzaghi, anche perché il laterale è un giocatore preziosissimo per la sua versatilità (può giocare su entrambe le corsie esterne e, nel 3-5-2, occupare due ruoli su tre pure in difesa). Nella prima parte di stagione, Darmian ha giocato 2 volte titolare in Champions a San Siro col Barça e a Monaco col Bayern e ha collezionato 6 gare dal 1′ in campionato. Però, considerate tutte le presenze, il numero sale a 14 (10 apparizioni in A e 4 in Coppa). Il suo rinnovo presenta anche vantaggi per Suning, considerato che Darmian potrà continuare a beneficiare del decreto crescita che fa sì che il suo ingaggio da 2 milioni pesi soltanto 2,62 per le casse del club: un piccolo jackpot visto il valore e il grado di affidabilità del giocatore che il 2 dicembre compirà 33 anni e potrebbe spuntare anche un biennale.
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    Atalanta-Inter, Inzaghi: “Siamo in linea con l'anno scorso, la differenza è il Napoli”

    BERGAMO – Chiude in bellezza il suo 2022 l’Inter di Simone Inzaghi, che si impone 3-2 sul campo dell’Atalanta a Bergamo e vince in rimonta il suo primo scontro diretto in questo campionato: “Abbiamo incontrato una grande Atalanta – ha detto Inzaghi – che ci ha creato problemi. Nei primi 25 minuti dovevamo fare meglio. Il gol del pari ci ha risollevato, poi abbiamo fatto un ottimo secondo tempo. Dobbiamo andare avanti in questo percorso e correre insieme alle altre che inseguono. Dzeko? Un grandissimo calciatore, che aiuta la squadra in tutte e due le fasi, adesso sta realizzando e sono contento. Sia l’anno scorso che questo anno è stato un grande valore aggiunto. Io rinnoverei subito il suo contratto, ma non sono domande da fare a me. Ho dei dirigenti bravissimi che sapranno bene cosa fare”. LEGGI TUTTO

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    Diretta Atalanta-Inter ore 12.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    BERGAMO – L’Inter di Simone Inzaghi, che ha messo da parte il ko con la Juventus travolgendo il Bologna con un tennistico 6-1, gioca l’ultima partita del 2022 prima della sosta per i Mondiali in Qatar al Gewiss Stadium di Bergamo: di fronte c’è l’Atalanta dell’ex bianconero Gian Piero Gasperini, raggiunta al sesto posto della classifica di Serie A a quota 27 punti, in quanto reduce da tre sconfitte – con Lazio, Napoli e Lecce – nelle ultime quattro partite. Il lunch match tra le due nerazzurre del campionato italiano arriva a distanza di quattro anni precisi dal precedente (era l’11 novembre 2018), che coincide con l’ultima affermazione della Dea: finì 4-1 con reti di Hateboer, Icardi, Djimsiti, Mancini e Gomez.
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    Atalanta-Inter: diretta tv e streaming
    Atalanta-Inter, gara valida per la 15ª giornata del campionato di Serie A, è in programma alle ore 12.30 al Gewiss Stadium di Bergamo e sarà visibile in diretta su DAZN e Sky, sui canali Sky Sport Calcio (numero 202 e 240 satellite), Sky Sport 4k (213), Sky Sport Uno (201) e Sky Sport (numero 251 e 271), oltre che in streaming su SkyGo e Now. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito.
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    Atalanta-Inter: probabili formazioni
    ATALANTA (3-4-2-1): Musso; Toloi, Demiral, Scalvini; Hateboer, Ederson, Koopmeiners, Maehle; Pasalic, Hojlund; Lookman. All. Gasperini. A disp. Sportiello, F.Rossi, Palomino, Okoli, Djimsiti, Soppy, Ruggeri, Zortea, Malinovskyi, Boga, D.Zapata. Indisponibili: De Roon, Zappacosta, Muriel. Squalificati: –
    INTER (3-5-2): Onana; Skriniar, De Vrij, A.Bastoni; Dumfries, Barella, Hakan Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro Martinez, Dzeko. All. S.Inzaghi. A disp. Handanovic, Cordaz, Acerbi, Fontanarosa, Zanotti, Gosens, Bellanova, Gagliardini, Asllani, Brozovic, Carboni, Correa. Indisponibili: D’Ambrosio, Dalbert, Darmian, R.Lukaku. Squalificati: –
    Arbitro: Chiffi di Padova.Assistenti: Baccini e Colarossi.IV uomo: Manganiello.Var: Di Paolo.Avar: Muto.
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    Inzaghi, il campionato dove ‘tutte si fermano’ e il rapporto con i dirigenti Inter

    MILANO – Torna al succeso dopo la sconfitta con la Juventus, l’Inter che ne rifila 6 al Bologna. Soddisfatto a fine gara Simone Inzaghi che commenta: “La testa è importante, avevamo davanti una squadra che veniva da un ottimo periodo. La squadra ha risposto bene, ottime risposte peccato per domenica scorsa. Stiamo andando bene, il Napoli sta facendo grandi cose. Abbiamo fatto bene in Champions e stiamo facendo un buon lavoro”. Un Inter che prova a rilanciarsi in chiave Scudetto, ma il tecnico nerazzurro avverte: “E’ un campionato dove si fermano tutte, fa notizia quando si ferma l’Inter. Complimenti a chi sta davanti, noi dobbiamo continuare a fare bene”Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Inzaghi e la Reggina: patto per la Serie A

    E pensare che aveva deciso di prendersi un anno sabbatico. Un pensiero quasi buffo, all’indomani del successo della sua Reggina contro il Genoa. Dopo l’esperienza di Brescia, che tanto male gli ha fatto più sul piano umano che professionale, Filippo Inzaghi nei mesi scorsi aveva deciso di staccare un po’ la spina. L’obiettivo, in attesa di una nuova avventura, era quello di veder crescere suo figlio Edoardo, di pochi mesi appena. Ha rifiutato l’offerta di qualche club, fino a quando Felice Saladini, patron della Reggina, non si è presentato in quel di Formentera, dove “Pippo” stava trascorrendo le sue vacanze insieme alla compagna e al figlioletto.Guarda la galleryInizia l’era di Filippo Inzaghi alla Reggina: la presentazione ufficiale

    Le ragioni del sì

    L’insistenza del neo proprietario del club calabrese, che lo aveva raggiunto alle Baleari per incontrarlo, è stata come una freccia scoccata dall’arco di Cupido. Inzaghi ha accettato la proposta di Saladini con grande entusiasmo, non solo per la serietà del progetto triennale propostogli dalla società di via delle Industrie, ma anche – e soprattutto – per l’affetto della gente che lui aveva già avuto modo di conoscere da giocatore e per la disponibilità della società. Motivazioni, le ultime due, che probabilmente hanno avuto più peso sulla decisione di dire di sì alla Reggina. «Non mi aspettavo una simile insistenza e un simile affetto nei miei confronti», ha continuato a ripetere Inzaghi, ricordando come il rispetto umano vada al di là di ogni rapporto professionale. Anche Massimo Taibi è rimasto colpito dalla sua professionalità: «Mi chiama a qualsiasi ora, anche di notte, per questioni che riguardano la squadra» ha confessato il direttore sportivo amaranto per sottolineare il legame e la passione nei confronti del suo lavoro del tecnico dei calabresi. Perché di vera e propria passione si tratta. Ma non solo: la voglia di riscatto dopo un’annata infelice è stata per certi versi preponderante. Ha cercato di trasmettere alla squadra queste caratteristiche, insieme alla sua determinazione, alla sua voglia di divertirsi.

    Sullo stesso argomentoPippo Inzaghi si prende il secondo posto: 2-1 Reggina sul GenoaSerie B

    La Reggina di Pippo Inzaghi

    La Reggina in questo gli somiglia molto. Basta riguardare gli highlights della gara con il Genoa. Un match in cui la squadra ha guardato in faccia l’avversario senza alcun timore reverenziale, combattiva e compatta, che mai si è arresa nonostante le difficoltà che una gara contro una grande del campionato può presentare. È questa la Reggina di Pippo Inzaghi. Ci si rende conto dando un’occhiata alla classifica dopo le prime dodici giornate di campionato: secondo posto in classifica, con sette gare vinte, quattro perse e un pareggio, 22 gol fatti e solo 10 gol subiti. Numeri da sogno. Non male per una squadra che a maggio era sull’orlo di un nuovo fallimento, prima di ripartire, dopo il salvataggio in extremis dell’imprenditore lametino Saladini e la composizione del gruppo e l’inizio della preparazione in netto ritardo rispetto alle altre protagoniste del torneo. Grazie al “Pippo” nazionale e alla Reggina, in riva allo Stretto si ricomincia a sognare quella Serie A che manca ormai da tanti anni. I presupposti ci sono anche se Inzaghi al momento, almeno ufficialmente, non lo dice. Ma anche lui, come i tifosi, comincia ad accarezzare il sogno di vedersi e di vedere la Reggina calcare nuovamente palcoscenici importanti.
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    Reggina-Genoa, serata di gala

    TORINO – La 12ª giornata di Serie B si chiude stasera col botto: alle 20.30 va in scena Reggina-Genoa, rispettivamente a -8 e a -5 dalla capolista Frosinone. Dunque gli amaranto calabresi, facessero l’impresa di battere il Genoa, considerata la squadra più forte della categoria, li agguanterebbero in classifica, balzando dal 5° al 2° posto. E Inzaghi crede in una notte magica al Granillo: “Il Genoa è di gran lunga la squadra più forte, ma noi, grazie al nostro pubblico speciale, possiamo fare l’impresa con una gara perfetta”, dice Super Pippo per caricare i suoi, non escludendo qualche mossa a sorpresa nell’undici iniziale, anche se alla fine potrebbero giocare più o meno i soliti, con Ravaglia in porta (e non Colombi), impreziositi da un Menez falso nueve, finora autore di una bella stagione. Sull’altro fronte arriva un Genoa che fa molti più punti in trasferta che in casa (15 contro 7). Lontano da Marassi, la squadra di Blessin ha vinto a Venezia, Pisa, Ferrara, Cosenza e Terni e perso solo a Palermo. Ma è quasi impeccabile anche il cammino interno della Reggina, la squadra col miglior attacco della B (20 gol), che al Granillo ha già battuto Sudtirol, Palermo, Cittadella, Cosenza ma ha perso nell’ultima uscita interna dal Perugia ultimo. Blessin, reduce dal beffardo pari interno col Brescia, invita il Genoa a essere più conscio dei propri mezzi. A centrocampo ritrova Strootman, assente nell’ultima uscita per la scomparsa del padre, prenderà il posto di Badelj, espulso contro il Brescia e squalificato. Dubbio sul portiere: lo spagnolo Martinez rientra dopo l’infortunio alla spalla ma il croato Semper l’ha sostituito ottimamente, mostrando di essere più reattivo e più sicuro del titolare. “Quando hai due portieri così forti, è una decisione difficile”, dice il tecnico tedesco che in caso di vittoria si riporterebbe in scia del Frosinone e potrebbe anche iniziare una fuga a due verso la A, visti i problemi che mostrano le altre squadre d’alta quota.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Resiste e colpisce: è una Juventus ritrovata

    TORINO – Una partita come metafora di una stagione intera? La Juventus proverà a far sì che la vittoria sull’Inter lo sia, intanto festeggia il successo su una grande (e quella che i tifosi godono di più a battere) che in campionato mancava dal 15 maggio 2021, anche allora sui nerazzurri, e incamera la quarta vittoria consecutiva, frutto della quarta partita di Serie A senza subire reti. Stavolta contro una squadra che segnava da 24 turni. Una vittoria e un poker che valgono il sorpasso sull’Inter e l’aggancio alla Roma, con il quarto posto occupato da Lazio e Atalanta lontano solo due punti.Guarda la galleryJuventus-Inter, il gol di Danilo convalidato e poi annullato da Doveri FOTO

    Resistere…

    Una partita come metafora di una stagione intera perché nel primo tempo, come in questa prima parte di stagione, la squadra di Massimiliano Allegri ha creato pochissimo in avanti e, pur concedendo complessivamente poco, ha rischiato due volte di subire gol: graziata, e questa fortuna è stata invece un inedito o quasi (il quasi è il palo di Hjulmand contro il Lecce), dagli errori di Dzeko e Dumfries. Ha resistito, la Juventus, e le si poteva chiedere poco di più, senza nove indisponibili tra cui uomini chiave come Pogba, Vlahovic e Paredes, e altre due stelle come Di Maria e Chiesa in panchina con una ventina di minuti nelle gambe. A complicare il tutto, la maggior freschezza dell’Inter, con sei giocatori nuovi rispetto alla partita di martedì a Monaco di Baviera, giocata senza l’assillo del risultato, mentre Allegri aveva potuto cambiarne appena due rispetto alla sfida col Paris Saint-Germain, giocata un giorno dopo. 

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    …e colpire

    Al netto della citata fortuna nelle due occasioni nerazzurre, la Juventus ha però resistito con attenzione, determinazione e carattere, confermando di aver ritrovato almeno queste doti. Nella ripresa ha ritrovato anche altro: ha ritrovato il cinismo, ha ritrovato gli acquisti, con Kostic e Bremer che hanno giocato i loro 45 minuti migliori in bianconero, e ha ritrovato Chiesa e Di Maria, preziosi nel tenere palla in avanti nel finale. Ha ritrovato, cioè, tutto quello che Allegri si augura di ritrovare da adesso in avanti. E ha vinto, nonostante un discutibile gol annullato dal var (e anche qui c’è del già visto…) a Danilo perchè il pallone che calcia col sinistro sfiora la sua mano destra, quella del braccio che De Vrij gli stava trattenendo. Ha vinto segnando il primo gol con un gran contropiede di Kostic finalizzato da Rabiot, omaggio a Trapattoni rimasto l’unico allenatore juventino ad aver vinto più partite (319) di Allegri, che con 228 ha superato Lippi. E ha vinto chiudendo il conto con Fagioli, al secondo gol consecutivo in campionato e ancora tra i migliori. Resistere e colpire: ora la Juventus deve riuscire a farlo anche con Verona e Lazio, poi soprattutto da gennaio in poi. Come lo ha fatto nei 90 minuti contro l’Inter.

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