consigliato per te

  • in

    Ora Agnelli deve chiarire

    Aumentano le prenotazioni per i posti a sedere dinanzi alla ghigliottina della Continassa. Numerosi boia al lavoro, i condannati, già cospiratori secondo denuncia Ceferin-Uefa, sono in lista d’attesa, Agnelli, Nedved, Paratici e ovviamente Pirlo. Voci continue di riforme, anzi rivoluzioni, licenziamenti, esoneri, fine rapporto. La panchina di Pirlo è un posto ambito da pochi, cambia il vento attorno alla Juventus che è ormai l’orso del tiro a segno del luna park, non si vince nulla ma c’è la solita corsa a “io ve l’avevo detto…”. Pirlo è tipo che non sembra essere tormentato dal problema, ha vissuto il football in prima persona ma non poteva immaginare che le deleghe ad altri suoi dipendenti potevano portarlo a una crisi tecnica e professionale. Scelto direttamente da Andrea Agnelli, oggi l’allenatore si ritrova a un bivio fatale: sarà il suo vecchio cuore, cioè il Milan, a decidere il futuro, suo, della squadra e del club; sarà lo scontro diretto la stazione verso il binario morto oppure il transito per andare avanti anche in futuro? Mistero della fede juventina.

    Credo che Pirlo, come accadde con Trapattoni, avrebbe bisogno di un supporto di grande esperienza e prestigio. Il Trap aveva Boniperti e, quando i critici insinuavano che fosse il presidente a dettare la formazione, Giovanni replicò: “Meglio quattro occhi che due”. Ma non è soltanto un problema di scelta tattica, la Juventus deve trovare un gioco, un modo diverso da sempre di gestire la partita, soprattutto quando i suoi uomini migliori, oggi Ronaldo o Dybala (sulla carta) e Morata, non offrono prestazione. Un esempio, per chiarire: il Manchester City si muove senza un centravanti ma il gioco prevale sulla presenza o meno della punta (Aguero o Gabriel Jesus), questo è il calcio che ragiona, questo è il calcio al quale dovrà ispirarsi Pirlo o chi ne prenderà il posto. Si dice Allegri, segnalato a Torino in ogni dove, dai Murazzi del lungo Po sino a Villa Genero (per i non turineis, parco pubblico collinare), ma per il momento tutto è fermo all’incontro con il presidente in Versilia. Dice: ma le minestre riscaldate. Dipende dalle minestre e dalle temperatura della pentola.

    Oltre Allegri non ci sono allenatori disponibili, i migliori hanno costi inavvicinabili, da Guardiola a Tuchel (di lui si parla poco ma è uno giusto), da Luis Enrique a Klopp. Le nostalgie di Zidane, come quella di Lippi, sono fuori radar. La Juventus deve pensare a non farsi male oggi, poi si occuperà del futuro prossimo. Il presente impone vittoria a Udine e già questo è roba grossa, tenendo d’occhio le altre che si sono affiancate. Il ronzio attorno a Pirlo è fastidioso e avrebbe bisogno di una voce a chiarimento, unica, decisiva, anche se politica e diplomatica. Quella del presidente.

    Guarda la galleryPirlo a -11 da Sarri: tutti i numeri della crisi Juve LEGGI TUTTO

  • in

    “Atalanta-Juve, la finale di Coppa Italia sarà aperta al pubblico”

    “La finale di Coppa Italia, Atalanta-Juventus, prevista per il 19 maggio al Mapei Stadium di Sassuolo, sarà aperta al pubblico. Dopo essermi confrontato con il Ministro Roberto Speranza, confermo la disponibilità del Governo ad aprire lo stadio ai tifosi al 20% della capienza. Il Cts in queste ore sta studiando il protocollo per permettere agli spettatori di raggiungere e seguire la partita in sicurezza nel pieno rispetto della normativa anti-Covid”. È quanto dichiara in una nota il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.
    Costa: “Test importante per gli Europei”
    “Dopo aver dato il via libera agli Europei con una presenza di tifosi pari al 25%, ho sostenuto sin da subito la possibilità di poter consentire l’accesso al pubblico con percentuali inferiori anche ad altri eventi sportivi, come la finale di Coppa Italia e la finale degli Internazionali di Tennis del 16 giugno a Roma. Saranno test importanti in vista delle partite dell’Europeo di Calcio che si terranno a Roma. Un segnale fondamentale per il mondo dello sport tutto, che ancora una volta fa da apripista nell’indicare le date per un ritorno graduale alla vita normale”, ha aggiunto.
    Dal Pino: “Pubblico per Atalanta-Juve? Un segnale verso la normalità”
    Il commento di Dal Pino: “Ringraziamo il Governo per aver accolto la nostra richiesta di far tornare il pubblico in occasione della prossima finale di Coppa Italia, è un segnale verso la normalità di cui tutti abbiamo bisogno. Restiamo fiduciosi di poter aprire gli stadi per le ultime giornate di campionato a mille spettatori in totale sicurezza”. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, il sogno Zidane e l'idea Gattuso: il casting allenatore

    Non è ancora una panchina per due (Pirlo/Allegri), anche se le quotazioni del livornese sono segnalate in salita in caso di ribaltone estivo. Ma accanto all’ipotesi restaurazione (di cui parliamo a pagina 2) ci sono altre idee. L’alternativa più intrigante all’Allegri bis è rappresentata da Zinedine Zidane, da anni il sogno dei tifosi. Il francese è molto più che un ex sempre amato. Al Real Madrid, prima con Cristiano Ronaldo e adesso senza, si sta dimostrando pratico e vincente. Zizou ha festeggiato tre Champions consecutive tra il 2016 e il 2018 (record assoluto) e, dopo le dimissioni, è tornato al Bernabeu rianimando una squadra in crisi e inanellando altri trionfi anche senza CR7. L’anno scorso ha conquistato la Liga e in questa stagione è ancora in corsa per campionato e Champions League. L’ex fuoriclasse juventino è molto più che un gestore di campioni. È un grande allenatore. Pragmatico, umile e carismatico. A Zizou non interessa essere ricordato come uno scienziato del calcio, ma probabilmente passerà alla storia come uno degli allenatori più vincenti.

    Zidane deciderà a fine stagione

    Al Real Madrid tutto può cambiare in fretta e con Zidane di scontato non c’è mai nulla. A confermarlo è stato lo stesso presidente dei blancos Florentino Perez, probabilmente prudente dopo le dimissioni del tecnico nel 2018: «Zidane è il miglior allenatore che abbiamo avuto, una leggenda. Adesso non dice nulla, penso sia contento. Però con lui non si sa mai. Il contratto ce l’ha, poi decide lui». Già, l’accordo Zidane-Real Madrid scade nel 2022, ma l’allenatore ha la possibilità di svincolarsi pagando una piccola penale. 

    Tutti gli approfondimenti nell’edizione odierna di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Zavarov compie 60 anni: gli auguri speciali della Juve

    TORINO – Compie oggi 60 anni Oleksandr Zavarov. Alessandrino di Kiev, così ribattezzato dalla stampa per la sua militanza nella Dinamo Kiev, ha giocato dal 1988 al 1990 con la maglia della Juve vincendo con la Vecchia Signora la Coppa Italia e la Coppa Uefa (quella nella finale tutta italiana, la prima della storia, contro la Fiorentina) nella stagione 1989-90. Nel giorno del suo 60° compleanno la Juve gli ha voluto porgere i propri auguri speciali attraverso i propri social.
    Zavarov e l’esperienza alla Juve
    Messosi in mostra con la maglia dell’Unione Sovietica sia nel Mondiale 1986 che all’Europeo di Germania Ovest, dove i ragazzi di Lobanovsky si arrendono solo in finale contro l’Olanda, attira l’interesse della Juve, che lo acquista per 7 miliardi di lire (5 milioni di dollari, dei quali 2 vanno al Ministero dello sport, 2 alla Dinamo Kiev, 1 allo Stato). All’epoca 27enne, Zavarov porta con sè la benedizione del suo maestro, il “colonnello” Lobanovsky, che di lui disse: “Come Maradona, Zavarov ha una tecnica incredibile, può decidere una partita in qualsiasi momento, sa organizzare il gioco e difendersi”. Nella sua esperienza in bianconero colleziona 76 presenze totali e 13 gol. La Juve e i suoi tifosi non l’hanno dimenticato e oggi lo hanno voluto omaggiare nel giorno del suo compleanno numero 60. LEGGI TUTTO