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    Italia, Mancini chiama Chiesa, Fagioli e Miretti

    TORINO – Le prestazioni con la maglia Juventus sono state notate anche da Roberto Mancini. Il commissario tecnico infatti ha premiato con la convocazione in Nazionale i due giovani bianconeri Fagioli e Miretti, nel gruppo per le partite contro Albania e Austria, in programma rispettivamente mercoledì 16 e domenica 20 novembre. Una lista come sempre orientata verso la linea verde, che conterà pure il classe 2006 Simone Pafundi dell’Udinese, il più giovane della truppa. LEGGI TUTTO

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    La Juve azzurra a Verona: 5 su 11 in campo. E non finisce qui

    TORINO – A Verona l’ultimo esempio, tra titolari e sostituti. Prendete l’undici atteso al Bentegodi: Mattia Perin, Leonardo Bonucci, Nicolò Fagioli, Manuel Locatelli, Moise Kean, tutti in campo dal primo minuto. E aggiungete al menu chi sarà prevedibilmente a disposizione, a partire dal “veterano” Fabio Miretti, passando per Federico Gatti, naturalmente aspettando che torni Federico Chiesa e con Daniele Rugani che, a meno di sorprese, ha perso il ballottaggio con Bremer. Totale: 5 giocatori italiani impiegati da Massimiliano Allegri dall’inizio contro i gialloblù ultimi in classifica e se non è un primato stagionale, poco ci manca. Di certo i 5 azzurri in campo rappresentano un record in questa stagione travagliata, ma che si può ancora raddrizzare.
    Giocano perché valgono
    Non siamo più ai tempi del blocco Juventus trionfante al Mundial 1982 o ai nove bianconeri iridati nel ’34 con il ct Vittorio Pozzo al timone, perché per altro qui si tratta di giovani che devono ancora affinarsi e completarsi del tutto, ma insomma: il quadro è chiaro e incoraggiante. E pazienza se i “maligni” e i “superbi” del maestro Francesco De Gregori sentenzieranno in eterno che questa Juve si sta italianizzando solamente perché i big sono in infermeria: come si può pensare che i vari Fagioli e compagnia di giovani rampanti possa trovare spazio quando Paul Pogba tornerà in sella? Sostengono, tronfi e boriosi. Sono gli stessi che tacciono Allegri di aver fatto ricorso ai talenti solamente quando non c’era più nessuno o quasi a disposizione, non per inclinazione naturale di Max. Amen, i fatti raccontano che questa Juve per metà azzurra – il ct Roberto Mancini sentitamente ringrazia – è chiamata ad accelerare il rilancio in campionato, avviato dalle quattro vittorie consecutive senza gol subiti, che incredibilmente rischiano di riportare i bianconeri in zona Champions League. Ma vi ricordate cosa si diceva di questa squadra solamente un mese fa, dopo la sconfitta di San Siro contro il Milan? Roba da pazzi, in un certo senso…
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    Gentile, il compleanno con le sue donne: la mamma e la Juventus

    TORINO – «Ieri per me è stato un compleanno speciale perché tu sei sempre con me mamma…». Così scrive su Instagram Claudio Gentile, dopo aver festeggiato i suoi primi 69 anni. Le sue due donne: la madre sempre a fianco e la Juventus, appesa sulla parete e nel web, con i post sempre apprezzati dall’ex difensore campione del mondo nel 1982 con l’Italia di Enzo Bearzot. E arrivano anche gli auguri del ct azzurro Roberto Mancini. Oltreché dei tifosi che non dimenticano l’uomo che ha fermato Zico e Maradona. LEGGI TUTTO

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    Cheddira: inizia l'avventura Mondiale

    TORINO – Stasera, fischio d’inizio alle 21, comincia l’avventura di Walid Cheddira con la nazionale del Marocco, impegnata in un test a Barcellona contro il Cile. Il capo cannoniere del Bari e della B (5 gol nelle ultime 5 uscite), Il miglior marcatore italiano in partite ufficiali da inizio stagione (10 reti, le altre cinque in Coppa Italia dove il Bari ha disputato due turni), è già andato a segno col Marocco mercoledì, in un test non ufficiale contro il Madagascar (due tempi da 30’) in cui ha realizzato il gol partita. Stasera invece, pur trattandosi solo di un’amichevole, per il bomber del Bari può valere molto. Il neo ct del Marocco, Hoalid Regragui, che lo ha seguito a lungo nelle uscite del Bari prima di convocarlo, pare conquistato da Walid: “Ha tutte le caratteristiche dell’attaccante vero, è un attaccante del futuro”, ha detto, facendo pensare che se farà bene stasera e nella successiva amichevole (il 27 settembre a Siviglia contro il Paraguay), potrà convocarlo per i Mondiali del Qatar. A quel punto, con gli azzurri a casa, Cheddira sarebbe l’unico italiano presente, visto che è nato a Loreto, nelle Marche, 24 anni fa da genitori marocchini (suo padre fu calciatore di buon livello in patria). E l’Italia? Finché gioca le amichevoli col Marocco, Walid sarà ancora convocabile in azzurro, anche se lui si sente molto legato al Paese dei suoi genitori ed è fiero di essere stato chiamato dal Marocco. Ma se dovesse giocare ai Mondiali, addio azzurro. E pensare che è nato nella stessa regione del ct Mancini…Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Italia col mal di gol? Colpa di… Balotelli. E delle big come Juve, Inter e Milan

    TORINO – Roberto Mancini e la crisi dell’attacco. Il ct si ritrova a richiamare dopo anni Manolo Gabbiadini, promessa di un tempo frenato da infortuni ma non solo. L’Italia che guarderà le partite del Qatar dalla tv, mentre Svizzera e Galles (per citarne due tra le tante) ci saranno, si ritrova punto e capo, con il problema del gol. Perché? Parte tutto da lontano. Si potrebbe dire che da Mario Balotelli in poi, in maglia azzurra è stata una lunga e lenta agonia. E anche così si spiegano i flop mondiali, non solo le ultime due mancate qualificazioni. Perché già nel 2014, eliminazione in Brasile al primo turno (come peraltro nel 2010 in Sud Africa), il fallimento di SuperMario coincise con quello degli azzurri. A unire quella spedizione a oggi, Ciro Immobile, l’unico che in Serie A compete con i big stranieri, ma che con la maglia della Nazionale non è così decisivo come col club. E il Gallo Belotti ha cantato una sola stagione, alla grande, in Serie A.

    MANCINI, ARCHIVIA GLI ESPERIMENTI: ALL’ITALIA SERVONO PUNTI E FIDUCIA

    BOMBER STRANIERI Per di più, le big storiche del nostro calcio, non si affidano più agli italiani in attacco: non lo fa la Juventus, non lo fanno Milan e Inter. E manco Atalanta e Udinese, se vogliamo restare alle cosiddette sorprese di questo campionato. E allora le speranze, residue, sono riposte negli ex Sassuolo post diaspora: Gianluca Scamacca finito al West Ham e Giacomo Raspadori che impreziosisce il reparto avanzato del Napoli (peraltro ben nutrito). In attesa che spunti davvero qualche giovane uomo gol e che un Gnonto della situazione la butti dentro con costanza.
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    Milan-Napoli è anche Calabria-Di Lorenzo: incrocio scudetto con vista sulla Nazionale

    MILANO – Terzini destri, e capitani, contro. È il confronto tra Davide Calabria e Giovanni Di Lorenzo. Avversari in Milan-Napoli e in concorrenza per una maglia azzurra. Un confronto, quello in chiave Italia, ancora una volta vinto dal giocatore di Luciano Spalletti. Di Lorenzo è ormai divenuto un elemento fisso nell’undici di partenza di Roberto Mancini. Altrettanto non avviene per il rossonero, ignorato nelle convocazioni per il duplice impegno che vedrà gli azzurri di scena in Nations League contro l’Inghilterra (proprio al Meazza) venerdì sera e poi a Budapest contro l’Ungheria il lunedì successivo. Due partite in cui l’Italia si gioca ancora una possibilità di Final Four, ma con un occhio attento all’ultimo posto – oggi occupato dall’Inghilterra – che significa retrocessione. Un’assenza che ha fatto inarcare più di un sopracciglio.
    Calabria totalePerché Calabria, da oltre un paio di stagioni a questa parte, ha evidenziato una continuità di rendimento che prima gli mancava. Questo grazie a una crescita nella sicurezza personale, che ne fa uno dei migliori interpreti del ruolo, per l’attenzione alla fase difensiva e il contributo in quella offensiva. Figlio del vivaio del Milan, per Stefano Pioli è stato naturale consegnargli la fascia dopo l’eclissarsi di Alessio Romagnoli e dopo l’infortunio di Simon Kjaer. Calabria impersona quello spirito rossonero che ha contribuito alla costruzione dell’ultimo scudetto.
    Di Lorenzo onnipresenteLa fascia di capitano a Di Lorenzo è invece il frutto della fiducia ottenuta dalla squadra una volta incassato l’addio di Lorenzo Insigne. In estate, quando è stato il momento di decidere, lo spogliatoio non ha avuto dubbi nell’individuare nel terzino destro l’elemento cui consegnare tale responsabilità sul campo. Questo perché Di Lorenzo, fin dal suo arrivo da Empoli nel 2019, ha risposto con il lavoro a quanti non lo ritenevano all’altezza della nuova realtà. Mai appariscente, sempre concreto. E sempre presente, con un rendimento in cui gli sbandamenti sono stati ridotti al minimo. È la traiettoria vissuta anche nell’Italia, con una crescita progressiva che lo ha portato alla titolarità nella squadra che ha vinto l’Europeo nel 2021. E ora la sfida a Calabria, in un confronto verso il titolo che avrà anche inevitabili ricadute con vista sulla maglia azzurra.
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    Cheddira, da Bari al sogno Mondiale

    TORINO – Walid Cheddira rischia di essere un grande rimpianto azzurro. Ormai è certo: l’attaccante del Bari sarà convocato dal Marocco per le amichevoli che a inizio mese la nazionale africana giocherà contro Cile e Paraguay. Il neo ct, Hoalid Regragui, lo ha fatto seguire nelle recenti uscite dei pugliesi e quasi certamente lo farà esordire già nelle prossime amichevoli. E se Cheddira dovesse convincere, potrebbe inserirlo nella rosa dei giocatori che rappresenteranno il Marocco ai prossimi Mondiali. Con gli azzurri a casa, Walid sarebbe l’unico giocatore italiano presente, visto che  è nato 24 anni fa a Loreto, nelle Marche, figlio di Aziz, già buon giocatore in Marocco che ora va in curva al San Nicola a tifare suo figlio Ualino, Pasqualino in dialetto, come a Bari simpaticamente storpiano il nome di Walid. Quest’estate il ct azzurro Mancini aveva annunciato che avrebbe avuto un occhio anche per i giocatori di B, dopo aver avuto buoni riscontri a giugno coi debutti in azzurro di Gatti, Zerbin ed Esposito. Ma su Cheddira, al momento, non ci sono segnali di convocazione, anche se i suoi numeri non sono certo sfuggiti allo staff azzurro. Walid, comunque, è ben felice di essere convocato dal Marocco, a cui si sente culturalmente legato. Certo, dovesse scendere in campo ai Mondiali, si scorderebbe la Nazionale italiana per sempre. Finché disputa solo le amichevoli col Marocco, una speranza per l’azzurro resta. Perché al momento non c’è un attaccante italiano così promettente. Nessuno da inizio stagione ha segnato di più in gare ufficiali. Già 9 gol, così ripartiti: 5 in Coppa Italia di cui è il capocannoniere (2 al Padova nel preliminare, 3 al Verona, al Bentegodi, al 1° turno), 4 in campionato per 4 partite di fila (nell’1-1 col Palermo, nel 3-1 al Perugia in trasferta, nel 2-2 con la Spal in casa e nella vittoria di sabato scorso a Cosenza). Walid, in questo inizio di annata, sta tenendo una media realizzativa stratosferica, segna un gol ogni 68’. E mettiamoci anche un rigore procurato e due assist nel 2-2 del suo esordio in B a Parma e contro la Spal. Cheddira segna in tutti i modi perché sa essere devastante: agilità, progressione irresistibile con cui divora gli spazi, buon dribbling, grande agonismo, ottimo tiro secco e porta che la vede sempre bene, anche segnando di testa, come sabato a Cosenza. Giusto dunque che un ragazzo così promettente e serio nel suo lavoro, possa coltivare il sogno di andare in Qatar a novembre. E pazienza se noi italiani dovessimo rimpiangerlo, l’importante è che Walid, o Ualino, continui a farci divertire ad ogni partita.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Cheddira, bomber d'Italia, merita l'azzurro

    TORINO – Non si ferma più, sono già 8 reti e siamo solo a inizio settembre. Walid Cheddira, 24 anni, origini marocchine ma nato a Loreto nelle Marche, non è solo l’uomo in più del Bari, ma di tutto il calcio italiano: nessuno da inizio stagione ha segnato di più in gare ufficiali. Già 8 gol, appunto, così ripartiti: 5 in Coppa Italia (2 al Padova nel preliminare, 3 al Verona al 1° turno), 3 in campionato per tre partite di fila (nell’1-1 col Palermo, nel 3-1 al Perugia e sabato scorso nel 2-2 con la Spal). Walid, in questo inizio di annata, sta tenendo una media realizzativa stratosferica, segna un gol ogni 65’. E mettiamoci anche un rigore procurato e un assist nel 2-2 del suo esordio in B a Parma. Un talento indiscutibile che dopo l’ultima rete è stato orgogliosamente celebrato dal Bari sui social. E se ne sono accorti anche in Marocco: osservatori della Nazionale sono già andati a vedere Cheddira di persona al San Nicola, quando c’è una tifoseria che impazzisce per lui (il suo nome viene simpaticamente storpiato in Ualino, Pasqualino in barese) e anche Aziz, il padre di Walid, già calciatore di buon livello in Marocco, va in curva con gli ultrà a sostenere il figlio. Prestazioni che, si sussurra, avrebbero convinto il neo ct del Marocco, Hoalid Regragui, un oriundo come Cheddira ma nato in Francia, a chiamarlo per il paese dei suoi genitori, magari già a fine mese, quando il Marocco sosterrà due amichevoli. Insomma, ci sarebbe da spicciarsi per non correre il rischio di perderlo, Cheddira può fare molto comodo anche al calcio azzurro. Quest’estate il ct Mancini ha preannunciato che seguirà la Serie B con molta attenzione e dunque le sue prove non gli saranno certo sfuggite. Del resto, la B ha già dimostrato di essere molto formativa anche in chiave azzurra. Quando a giugno Mancini ha portato con sé per le partite di Nations League due come Gatti e Zerbin, che avevano appena chiuso la stagione da protagonisti in B nel Frosinone, il ct ha avuto ottimi riscontri. Chiamare Walid vorrebbe dire, quantomeno, non perderlo per il futuro perché il ragazzo ha intrapreso un’ascesa che pare travolgente. Basta non dirlo a Parma, dove si stanno ancora mangiando le mani per lui. Perché il club emiliano era stato il primo a scommettere su Cheddira scovandolo, ai tempi del ds Faggiano, in Serie D nella Sangiustese, dove in due stagioni da Under aveva messo a segno 19 reti. Gli emiliani lo misero sotto contratto senza poi mai fargli giocare una partita in maglia crociata. Quando era del Parma, Cheddira è sempre andato in prestito in C, con risultati che non facevano presagire la sua attuale esplosione: Arezzo, Lecco, Mantova, fino al Bari, dove nella passata stagione dà un buon contributo alla promozione in B dei pugliesi (7 gol). Così quest’estate il club pugliese e il Parma si sono sedute a un tavolo per discutere il riscatto. Astuto il ds dei pugliesi, Ciro Polito: ha lasciato che decadesse la cifra pattuita un anno prima (700mila euro) e qualche giorno dopo l’ha preso per la metà: col senno di poi, un affarone, favorito dalla ferma volontà di Walid di restare in Puglia. Perché Cheddira ora a Bari sta da re, è legatissimo alla città dove, fra le altre cose, gli è nato il primo figlio. In campo, Cheddira sa essere devastante: agilità, progressione irresistibile con cui divora gli spazi, buon dribbling, grande agonismo, ottimo tiro secco e porta che la vede sempre bene. E nell’ultima rete, sabato alla Spal, ha dimostrato di avere anche doti da opportunista che non possono mancare in un aspirante bomber: prima ha impostato l’azione servendo Antenucci, e quando il tiro dell’esperto attaccante s’è spento sul palo, Walid aveva letto tutto bene ed è stato pronto a ribadire in rete da due passi. Insomma, il ragazzo c’è tutto anche perché nelle sue dichiarazioni Walid dimostra di avere la testa sulle spalle. “Non mi pongo obiettivi, solo lavorare al meglio partita dopo partita – ha dichiarato ai canali ufficiali del Bari -. Quello che conta è il risultato di squadra. A livello personale, un attaccante punta sempre alla doppia cifra, ma ho tanto da migliorare. Rispetto alla C, quest’anno ci sono più spazi, le squadre giocano di più. Questo mi può aiutare”. E ora, non sarebbe male se il ct Mancini aiutasse lui nella sua irresistibile ascesa. LEGGI TUTTO