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    Frosinone, l’altra Juve: Caso, Soulé e l’idolo bianconero

    Giuseppe Caso con il suo ingresso nella ripresa ha spaccato in due la partita contro la Fiorentina. Il numero 10 ciociaro è entrato a gara in corso e sin da subito ha mostrato grande voglia di incidere e farsi notare con la squadra in cui è cresciuto nel settore giovanile. Dieci anni in viola prima di girovagare tra C e B poi ha trovato la Serie A dopo l’ottima stagione con il Frosinone. 
    Di Francesco ha deciso di mandarlo in campo e dopo pochi minuti è stato suo il passaggio vincente a Soulé per l’1 a 1 finale: “E’ stato bravissimo a metterci la testa, non era facile” ha detto l’esterno a Dazn al termine, elogiando la prova del compagno argentino. Dall’ex Juve a un altro bianconero come idolo, sempre argentino…
    Caso, Tevez e obiettivo Frosinone
    “Il mio idolo è sempre stato Tevez sin da bambino”. Senza nemmeno esitare Caso ha risposto così alla domanda che ha sempre seguito l’argentino ex Juve e Boca per rubarne i segreti e capirne il modo di giocare. Dall’idolo all’obiettivo del Frosinone: “Il nostro è quello di salvarsi. Il segreto è il gruppo perché siamo una grande famiglia. Non so come andrà a finire la stagione ma sappiamo cosa stiamo facendo”. Poi in chiusura sulla Nazionale: “Sarebbe un sogno e spero di realizzarlo”. LEGGI TUTTO

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    Tevez è il nuovo tecnico dell’Independiente: l’annuncio ufficiale

    Carlos Tevez è il nuovo allenatore dell’Independiente. Lo ha reso noto, attraverso i propri canali social, la stessa società di Avellaneda, nella parte sud della Grande Buenos Aires, che ha deciso di puntare sull’ex attaccante con il tentativo di rilanciare il proprio cammino
    Per l’ex attaccante dell’Argentina e della Juventus, 39enne, è la seconda esperienza su una panchina, dopo quella dello scorso anno alla guida del Rosario Central. Tevez prende il posto del connazionale Ricardo Zielinski, che si è dimesso da poco.
    Tevez tecnico dell’Independiente
    “Benvenuto, auguriamo i migliori successi qui”, questo il post social del club per annunciare l’Apache. Tevez è pronto per questa nuova avventura nella sua Argentina dopo aver girato tra Inghilterra, Cina e soprattutto l’Italia dove è diventato un idolo dei tifosi bianconeri dopo il suo passato a Torino che lo ha portato ad indossare la pesante numero 10 dopo l’addio di Alessandro Del Piero. LEGGI TUTTO

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    Tevez e Aguero senza freni: cos’è successo al fischio finale di City-Inter

    City-Inter, l’esultanza sfernata di Aguero e Tevez
    Poco male perché a regalare gioia e sorrisi ad Aguero e Tevez ci ha pensato il successo sul campo degli uomini di Guardiola: “Onana va a saltare in aria… Vamos! Sì! Vamos City” ha esultato coi pugni stretti, al segnale di chiusura dell’arbitro Marciniak, Aguero: come se avesse segnato uno dei suoi tanti gol. Tevez è invece scattato in piedi con il suo smartphone con cui ha documentato gli ultimi istanti della sfida tenendolo puntato verso la porta difesa da Ederson: ha tirato un sospiro di sollievo per la parata del portiere brasiliano sul colpo di testa di Gosens e ha lanciato un urlo liberatorio. LEGGI TUTTO

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    Tevez, il caso Messi e l’attacco al Psg: “Meglio bere mate”

    Tevez, voglia matta di tornare in panchina

    Tevez ha spiegato: “Ho voglia di allenare, ma non voglio passare da un club all’altro. Mi vedo come l’allenatore del Boca, ma non è qualcosa che voglio oggi. Al Rosario Central molta gente mi guardava male all’inizio finché non si sono resi conto che stavo dando la vita per la squadra e allora tutto è cambiato. Mi piacciono i progetti, ma per adesso non ne ho trovati se non quelli di squadre che puntano a salvarsi. Io cerco altro”.

    L’ex attaccante della Juve, protagonista di tanti splendidi momenti con i bianconeri, in merito al calcio europeo ha ammesso: “Adoro il Real Madrid. Mi piace anche il City, ma la gestione di Ancelotti è straardinaria”.  LEGGI TUTTO

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    Tevez, addio al Rosario Central: ufficiali le dimissioni

    ROSARIO (Argentina) – Carlos Tevez non è più l’allenatore del Rosario Central. L’ex Juventus ha convocato una conferenza stampa per annunciare ufficialmente le dimissioni dall’incarico dichiarando: “Mi faccio da parte, non mi è piaciuto che il mio nome sia stato usato per la politica del club. Voglio ringraziare le persone per avermi sostenuto. Era un rapporto molto, molto buono. Non è conveniente per nessuno che io resti. Non voglio essere un ostacolo – aggiunge – Come dicevo fin dai primi giorni, non sono venuto qui a fare politica. Non è un gioco leale, perché non sono del settore. Sono un direttore tecnico e volevo fare ciò che era meglio per il Central. Non avrei permesso a me stesso di entrare in un gioco che non è normale”. L’Apache era arrivato a giugno sulla panchina dei “Canalla” ma i risultati non sono stati soddisfacienti: la squadra ha chiuso al 20° posto a quota 32 punti (solo 7 vittorie) nella Prima Divisione Argentina. LEGGI TUTTO

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    L’emozionante messaggio di Tevez a Gallardo nell’ultima al Monumental

    BUENOS AIRES (ARGENTINA) – È stata una serata di grandi emozioni quella vissuta al Monumental di Buenos Aires, Argentina. River Plate-Rosario Central è infatti stata l’ultima partita davanti al proprio pubblico per Marcelo Gallardo che, qualche giorno fa, ha annunciato il suo addio ai Millonarios al termine della stagione. Il tecnico argentino, dunque, lascia dopo otto anni e 14 trofei messi in bacheca. Apprezzatissimo dai tifosi, è diventato una vera e propria icona del club in giro per il mondo. Alla sua ultima in quella che ormai è diventata la sua seconda casa, era presente anche l’ex Boca Juniors e Juventus Carlos Tevez. 
    River Plate: per il dopo Gallardo il favorito è Demichelis
    Tevez saluta Gallardo: che emozione!
    L’Apache, prima del fischio d’inizio del match, vinto poi dagli ospiti per 2-1, è stato ripreso dalle telecamere mentre abbracciava Gallardo e gli sussurrava qualcosa all’orecchio. Leggendo il labiale sembra gli dica: “Sei il migliore, grazie mille”. Poi si vede il tecnico che sorride e lo abbraccia. Un momento molto emozionante in una serata che il 46enne di Merlo difficilmente dimenticherà. L’ultima gara di Gallardo sulla panchina del River Plate sarà il prossimo 23 ottobre, quando i Millonarios affronteranno il Racing Club de Avellaneda allo stadio Presidente Perón.
    Juventus, Gallardo, le parole di Trezeguet e quella profezia di Cassano

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    Argentina: il Boca passa in casa del Sarmiento, titolo a un passo

    TORINO – È iniziata la cuenta regresiva, è cominciato il conto alla rovescia. Il Boca Juniors già domenica potrebbe festeggiare la stella numero 73 da apporre sul suo scudo: il Xeneize è infatti a un niente dalla conquista del titolo della Liga Profesional. Grazie al successo ottenuto nella notte in trasferta a Junín contro il Sarmiento la banda del Negro Ibarra ha allungato a 15 la striscia di risultati utili consecutivi e, soprattutto, ha portato a 4 lunghezze il vantaggio sul terzetto di inseguitrici composto da Racing Club, River Plate e Atlético Tucumán. Ma non basta: El Pipa Benedetto & company hanno pure una partita da recuperare, ossia quella contro il Gimnasia y Esgrima La Plata, interrotta dopo 9′ lo scorso fine settimana a causa degli incidenti fuori da El Bosque che hanno portato alla morte di Carlos Lolo Regueiro, tifoso del Lobo.

    My name is Luca

    A siglare il blitz azul y oro all’Estadio Evita Perón ci ha pensato sempre il Niño Luca Daniel Langoni, 19 anni, decisivo al 1′ di recupero del primo tempo su assist del Pipa Benedetto. Domenica alle 20.30 italiane al Coloso del Parque Marcelo Bielsa il Xeneize farà visita al Newell’s Old Boys e potrebbe già festeggiare, con due turni di anticipo, un nuovo trionfo. Per diventare campione, il Boca dovrà battere il Newell’s e sperare che l’Atlético Tucumán cada in casa contro il Rosario Central di Carlitos Tévez e che il Racing perda all’Estadio Brigadier General Estanislao López di Santa Fe contro il Colón. Nel caso in cui si realizzassero queste tre variabili il Xeneize si troverebbe con 7 punti di vantaggio su Academia e Decano con solo sei punti a disposizione. Dalle parti di Brandsen 805 stanno già stappando il vino e preparando la brace per l’asado. L’asado del trionfo.
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    Tevez torna a casa: c'è Boca-Rosario Central

    TORINO – La notte che sta per calare su Buenos Aires non sarà come tutte le altre. La luna che illuminerà la Repùblica de la Boca sarà speciale e bellissima: alle 2.30 El Apache Carlitos Tevez torna a casa, si gioca Boca Juniors-Rosario Central, un match molto più che speciale per l’ultimo grande idolo della tifoseria xeneize. E’ la prima volta, da avversario a la Bombonera, per El Jugador del Pueblo. Poco più di un anno fa, il 3 giugno del 2021, dava l’addio al calcio giocato. Qualche settimana prima, il 26 maggio, calpestava per l’ultima volta il terreno del tempio azul y oro. Per l’ultima volta prima della notte che sta per calare su Buenos Aires.
    Traumatico addio
    Non se ne sarebbe mai andato da casa sua, Carlitos. Perché il Boca è casa sua. Lo ha messo, sostanzialmente, alla porta uno che a La Bombonera conta più di chiunque: Juan Roman Riquelme, El ultimo Diez. Non uno normale, uno che per la tifoseria del Boca vale assai più del D10S Diego Armando Maradona. Sembra assurdo, ma è un fatto. Perché nessun comune mortale avrebbe mai potuto sfrattare El Apache, ma un semidio sì. Nella nuova vita di Carlitos c’è il mestiere di allenatore. Nel Tevez 2.0 non c’è l’oroblù dei bosteros, ma il gialloblù de Los Canallas del Rosario Central. Il popolo, quello che lo ha eletto simbolo, quello che nei potreros delle Villas Miserias di Buenos Aires, Ciudad Oculta, Fuerte Apache, La Gardel, La 31, La 1/11/14, continua a giocare con la 10 del Boca con la scritta Tevez sopra al numero, non dimentica. E prepara il benvenuto: in tutta la città sono comparsi striscioni che grondano affetto. “Bienvenido Carlitos, Boca es tu casa”, molto più che una dichiarazione d’amore perenne. Amore corrisposto: nella conferenza della vigilia El Apache ha definito La Bombonera come «lo stadio più bello del mondo».
    Tritolo oroblù
    Intanto nel club proprietario de “lo stadio più bello del mondo” esplode una bomba al giorno. Anzi all’ora. Negli spogliatoi del Cilindro del Avellaneda nell’intervallo di Racing-Boca (0-0) El Pipa Benedetto e Carlos Zambrano sono venuti alle mani, tornando in campo con gli evidenti segni della battaglia sul volto. Uno spogliatoio esplosivo, ingestibile. Un tritacarne che distrugge tecnici che sono stati anche idoli del club: dopo l’esonero, più che brusco del Seba Battaglia, ora tocca a Hugo El Negro Ibarra gestire il tutto. E, a giudicare dai risultati, il cammino per farcela è ancora lunghissimo. A mettere ulteriore tritolo alla polveriera Xeneize ci ha pensato un altro mammasantissima, El Flaco Rolando Schiavi. «Non so se Ibarra sia preparato per essere tecnico. Non so se abbia le capacità per farlo. In quattro anni nel mio staff di allenatore della Reserva non ha mai voluto essere mio secondo. Per questo chiamai Popi Bracamonte e Mario Pobersnik. Poi, evidentemente, le cose cambiano…».
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