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Cannavaro e De Rossi, com'è dura la B

TORINO – Fabio Cannavaro e Daniele De Rossi: com’è dura la Serie B. Giunti lo scorso autunno sulle panchine di Benevento e Spal, sono fra le più grandi delusioni di questa annata. Come dire, non basta il nome roboante, non è detto che essere stati Campioni del Mondo, giocatori di fama planetaria, porti automaticamente al successo da allenatori. Certo, nell’immediato l’operazione funziona, quando Benevento e Spal li scelsero a stagione in corso ricompattarono le proprie piazze, crearono forti entusiasmi e anche un certo marketing. Poi però, c’è il campo. Che sta dicendo come entrambi abbiano problemi enormi a far rendere le proprie squadre come ci si aspettava in estate: il Benevento è 14°, a -4 dai playoff e a +2 dai playout; la Spal è 16ª, oggi disputerebbe i playout col Venezia. Cannavaro è stato assunto dal Benevento il 21 settembre, al posto dell’esonerato Fabio Caserta che aveva una media di 1.16 punti a partita. Col Pallone d’Oro 2006 in panchina, ne sono arrivati 15 in 13 uscite per una media di 1.15, dunque di fatto non è cambiato nulla rispetto al predecessore. O meglio, a Benevento ci si era illusi di aver svoltato quasi un mese fa quando arrivarono due vittorie di fila (a Parma e in casa sul Cittadella). Ma l’ultima uscita, a Santo Stefano, ha portato la bruciante sconfitta interna dal Perugia, un successo ineccepibile che ha permesso agli umbri di lasciare dopo mesi l’ultimo posto, con quell’antico artigiano di Fabrizio Castori che ha dato una lezione tattica al blasonato collega, incapace di raddrizzare la partita una volta andato sotto, anzi, la squadra è evaporata nella ripresa. Non c’era insomma per il Benevento modo peggiore per andare alla sosta. Il mercato potrebbe portare qualche novità ma è tutto da verificare che i nomi associati al Benevento (Valoti del Monza il più celebre, ma anche Rodriguez e Listowski del Lecce) possano invertire un andazzo preoccupante, ad oggi per la Strega i sogni sono vietati, prioritario è mettere in sicurezza il campionato, nonostante gli investimenti fatti, anche l’ultima estate, da patron Vigorito. E a Daniele De Rossi va pure peggio, anche se l’organico della Spal a inizio stagione appariva inferiore a quello del Benevento e la squadra, seppur teoricamente potenziata, non è molto dissimile da quella che nella passata stagione si salvò alla penultima giornata. De Rossi è in sella dall’11 ottobre, quando rilevò l’esonerato Roberto Venturato che aveva raccolto 9 punti in 8 giornate (media 1.12). Con De Rossi ne sono arrivati 11 in 11 uscite ma al di là della media leggermente inferiore, quel che preoccupa sono i passi indietro che ha fatto la squadra. Col senno di poi, l’esonero di Venturato appare oggi un po’ frettoloso. E’ vero, la squadra nelle ultime due uscite s’era piantata, ma aveva perso da Genoa e Frosinone, cioè terza e prima forza del campionato. Prima erano arrivati risultati confortanti (vittorie su Cagliari e Venezia, pari a Bari rimontando 2 gol) che De Rossi non ha saputo replicare. Perlomeno dell’ex mediano giallorosso va apprezzata la schiettezza: su come gli stia andando, non cerca mai scuse anzi, sa essere perfino spietato con se stesso, tanto di cappello visto che non lo fa nessuno dei suoi colleghi. Ma il futuro, è una grossa incognita. Esposito, la stella della mediana spallina, dal giugno scorso nel giro della Nazionale, è  appena passato in A allo Spezia come è giusto che sia, un elemento simile non può stare ancora in B. Ma è una perdita da non poco, con la quale però si dovrebbero trovare i denari per finanziare il mercato. Basterà? Resta il fatto che Cannavaro e De Rossi stanno pagando un pesante dazio alla B, entrambi sono debuttanti su panchine italiane, era lecito aspettarsi di più certo, ma non è semplice per nessuno convincere tutti al primo colpo. Poi però, fa un certo effetto vedere il podio della B proprietà di altri tre Campioni del Mondo a Germania 2006 (Frosinone primo con Fabio Grosso, Reggina seconda con Pippo Inzaghi, Genoa terzo con Alberto Gilardino). Ma anche loro, prima di raggiungere i successi attuali, hanno dovuto masticare amaro. Ecco, Cannavaro e De Rossi, possono prendere esempio proprio da Super Pippo che addirittura debuttò in panchina nel Milan. Non gli andò bene ma per imparare al meglio il mestiere con grande umiltà ripartì dalla C, da Venezia, per costruirsi una carriera a cui oggi tutti guardano con grande rispetto. Chissà, anche a Cannavaro e De Rossi potrebbe accadere qualcosa di simile, alla lunga potrebbe anche pagare, come per Super Pippo.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-b


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