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    Juve: il rosso sfiora i 250 milioni

    TORINO – Potrebbe aggirarsi sui 240-250 milioni il rosso di bilancio della Juventus e quindi superare il disavanzo dell’anno scorso, quando il club bianconero chiuse l’esercizio 2020-21 con perdite per 209,9 milioni.
    SECONDO SEMESTRE – Il dato emerge dalla pubblicazione della semestrale di Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla il 63,8% della Juventus, con i dati relativi al periodo gennaio-giugno 2022. La società presieduta da Andrea Agnelli ha chiuso il secondo semestre con perdite per 132 milioni e, considerando il -119 milioni del primo semestre (dal 1° giugno al 31 dicembre 2021), il totale delle perdite è di circa 240-250 milioni. Condizionale d’obbligo perché il dato emerge dai conti Exor e, come è accaduto nelle stagioni passate, i conti della Juventus possono differenziarsi leggermente: ciò che non cambia è ovviamente il trend che evidenzia un altro anno difficile a livello economico-finanziario, su cui pesano ovviamente i mancati introiti da stadi e i costi ancora di Cristiano Ronaldo, che ha lasciato la Juventus a fine agosto 2021.
    IL CDA – Il consiglio di amministrazione della Juventus si riunirà tra il 16 e il 23 settembre per approvare il bilancio 2021-2022: in quella sede si conoscerà con precisione l’ammontare del rosso. Per il club bianconero sarebbe il quinto bilancio consecutivo: si è passati dal -19,2 del 2017-18 al -39,8 del 2018-19 per poi passare al -89,7 del 2019-20 fino a quello dell’anno scorso in cui ha sfondato quota 200 milioni.
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    Superlega, pranzo a Las Vegas tra Agnelli, Perez e Laporta

    LAS VEGAS (Stati Uniti) – Fa sensazione il pranzo a Las Vegas tra i massimi dirigenti di Juventus, Real Madrid e Barcellona. Andrea Agnelli si è infatti incontrato con Florentino Perez e Joan Laporta nell’ambito dei tornei amichevoli che prevedono diversi scontri diretti in America, anche se l’occasione si sarà presentata propizia per parlare della Superlega, che nonostante i divieti della Uefa, non è mai realmente scomparsa dal tavolo delle trattative.Guarda la galleryCancellati i procedimenti contro la Superlega: sui social è CeferinOut LEGGI TUTTO

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    In delirio per Di Maria come quando arrivò CR7: Juve, il ruggito degli Agnelli

    Seimila tifosi che, in Rete, seguono il volo notturno del suo Cessna da Parigi a Torino, per essere proprio sicuri che Di Maria abbia scelto la rotta giusta e il nuovo Angelo bianconero scenda alla Continassa. Dove, il mattino dopo, centinaia di fan sgomitano al solo vederlo, inscenando un’accoglienza trionfale che solo Ronaldo, quattro anni fa, aveva saputo scatenare. E, se possibile, il primo tributo a Pogba sarà ancora più entusiasmante, per solennizzarne il ritorno a casa dopo sei anni. Dietro la debordante passione bianconera di queste ore c’è la smania di rivincita covata da milioni di sostenitori, frustrati dalla stagione della Grande Delusione che, invece, immaginavano fosse foderata di gloria, stante il ritorno in panchina di Allegri, l’uomo del quinquennio d’oro. Di Maria e Pogba sono stati presi sei mesi dopo Vlahovic; Chiesa non vede l’ora di ripartire; Koulibaly e Zaniolo sono obiettivi non più inconfessati: e pazienza se de Ligt andrà via, sarà per 110 milioni e arriverà un sostituto all’altezza: è il ruggito degli Agnelli a esaltare una tifoseria che chiede alla squadra di non steccare più e vorrebbe che il campionato cominciasse domani. A uno a uno, i tasselli del mosaico vanno al loro posto: la nuova Juve sarà più forte e auspicabilmente più votata a vincere della vecchia, arrivata soltanto quarta e sconfitta dall’Inter nelle due finali delle coppe tricolori.Il rutilante mercato by Arrivabene & Cherubini ha messo la sordina all’hashtag #allegriout che aveva ripreso a impazzare alla fine della stagione, per non dire delle accese discussioni sulla scarsa qualità del gioco e sull’incapacità di servire adeguatamente Vlahovic .Ma il primo a sapere che non può più sbagliare è proprio il tecnico . Il sorriso smagliante con il quale ha accolto Di Maria è tutto un programma. Mescola fiducia e speranza. Deve sfociare in vittoria. Alla Juve dicono sia l’unica cosa che conti. Dipende. Ma aiuta.Guarda la galleryJuve, l’annuncio di Di Maria tra Mate, gol e 22 FOTO LEGGI TUTTO

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    Il sultano che voleva il Milan e il Valencia, ma è pazzo per la Juventus

    TORINO – Ha provato a comprare il Valencia, poi ha detto che gli interessava il Milan. Boutade. Ma Tunku Ismail Idris, nato a Johor Bahru il 30 giugno 1984, primo figlio del sultano Ibrahim Ismail e della sua seconda moglie Raja Zarith Sofia, è un principe malese appassionato di calcio. Il nonno aveva fatto carriera nell’esercito malese e il padre nella US Army. Lui è stato il primo reale malese a entrare nelle forze armate indiane. E il principe ereditario è stato anche nominato nuovo presidente della Federazione calcistica del Johor. Nel 2017 ha aggiunto la Federazione calcistica della Malesia. Segni particolari: tifosissimo sfegato della Juventus. Tanto che un giorno si è presentato allo Stadium con la famiglia e allo store ha comprato di tutto. Ai Roveri, poi, lo ha ricevuto il presidente Andrea Agnelli, con la supervisione di Jorge Mendes, il super agente (tra gli altri di Cristiano Ronaldo). L’ultima foto di famiglia del sultano malese è con la tenuta bianconera della prossima stagione. Aggiornatissimo e gasatissimo, e con lui i tre figli piccoli. Secondo la rivista Forbes, ha una fortuna personale stimata di 800 milioni di euro; poi ci sono le rendite dello Stato malese dello Johor. Finché papà non gli lascerà tutto. LEGGI TUTTO

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    Juventus e Save The Children: insieme per Torino

    TORINO – Juventus e “Save the Children” uniti per il nuovo Hub Educativo 0-18 anni a Torino, che offre opportunità educative e sportive gratuite a bambine, bambini e adolescenti. Si inaugura venerdì 10 giugno 2022 alle 12 – in via Fiesole 19 a Torino, nel quartiere Lucento-le Vallette – il nuovo Hub educativo (0-18 anni) dell’Organizzazione, ampliato e riqualificato integralmente grazie al sostegno di Juventus. Saranno presenti all’evento il Presidente di Juventus Andrea Agnelli, Cecilia Salvai e Federico Chiesa, mentre per “Save the Children” ci sarà Daniela Fatarella, Direttrice Generale dell’Organizzazione in Italia. Il progetto segna il rilancio di una partnership d’eccellenza nata nel 2018 e incentrata sulla tutela e salvaguardia dei minori, e sulla promozione di opportunità educative di qualità nei quartieri e territori più svantaggiati d’Italia.
    Juve, il nuovo hub sorgerà a pochi metri dallo Stadium
    La Juventus e “Save the Children”, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e garantire loro un futuro, rilanciano insieme a Torino una partnership d’eccellenza nata per la città nel 2018, e incentrata sulla salvaguardia dei minori impegnati in attività sportive organizzate, e sulla promozione di opportunità educative di qualità nei quartieri e territori più svantaggiati del territorio. L’occasione del rilancio è l’inaugurazione del nuovo Hub Educativo 0-18 anni, che accoglie ora – in uno spazio ampliato e riqualificato grazie al sostegno di Juventus – il “Punto Luce” e lo “Spazio Mamme” di “Save the Children”, gestiti in collaborazione con l’associazione Vides Main Onlus. Il nuovo centro, che offre gratuitamente ogni pomeriggio spazi e attività ad alta intensità educativa e sportive per bambine, bambini e adolescenti da 0 a 18 anni, e un sostegno qualificato per le neomamme e le mamme dei più piccoli, è situato nel cuore del quartiere Lucento–le Vallette di Torino, a 800 metri dall’Allianz Stadium.
    Juve-Save the Children, il programma dell’inaugurazione
    L’evento di inaugurazione, si terrà il prossimo venerdì 10 giugno 2022 alle ore 12, presso il nuovo centro, in via Fiesole n. 19 a Torino, alla presenza del Presidente Andrea Agnelli, e di Cecilia Salvai e Federico Chiesa per Juventus, di Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia. Contestualmente nel centro si svolgeranno alcune delle attività educative che coinvolgono quotidianamente mamme, bambine e bambini, ragazze e ragazzi che frequentano il “Punto Luce” e lo “Spazio Mamme”. LEGGI TUTTO

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    La Juve ricorda Umberto Agnelli: “Una guida esemplare”

    TORINO – Cade oggi il 18° anniversario della scomparsa di Umberto Agnelli e la Juventus ha voluto rendere omaggio ad una delle figure più importanti della sua storia. Umberto, fratello maggiore di Gianni, scrisse una pagina importante della storia del club bianconero diventando a soli 22 anni il presidente della società, il più giovane di sempre ad assumere la massima carica dirigenziale nella storia del club. Sotto la sua supervisione i arrivarono a Torino giocatori del calibro di John Charles e Omar Sivori. Il “Dottore” lasciò nel 1962 (dopo 3 scudetti compreso quello della prima stella) il ruolo di presidente tornano poi nel 1994 come presidente onorario.
    Juve: “Una guida esemplare”
    Questo il messaggio dei bianconeri all’ex presidente: “Oltre i successi, ciò che rimarrà per sempre indelebile nelle nostre menti e nei nostri cuori è il suo amore per questa maglia. Una passione che lo portò nuovamente a legarsi alla Juventus negli anni 90 e gli permise di vivere in prima persona uno straordinario ciclo di vittorie: cinque Scudetti, una Coppa Italia, quattro Supercoppe italiane, una Supercoppa europea, una Champions League e una Coppa Intercontinentale. Umberto Agnelli è stato una guida esemplare e, ancor di più oggi nell’anniversario della sua scomparsa, lo ricordiamo con enorme affetto perché la sua presenza continua a essere per noi un punto di riferimento costante”. LEGGI TUTTO

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    Juve-Inter, Agnelli e Zhang ancora amici (nonostante la Superlega)

    Il momento pubblicamente più evidente della loro amicizia è andato in scena all’università Bocconi a settembre del 2019: Andrea Agnelli e Steven Zhang fianco a fianco tra i relatori di un convegno organizzato dall’ateneo milanese sul futuro del calcio. I presidenti di Juventus e Inter esibirono una notevole sintonia sugli interventi necessari per modernizzare il mondo del pallone.

    Caso Superlega

    Un patto diventato ancora più forte con il lancio della Superlega un anno fa. Inter e Juventus erano tra le 12 firmatarie del contratto della competizione durata lo spazio di 48 ore. Le uniche due squadre italiane tra i soci promotori oltre al Milan. Da allora le strade sembrano essersi allontanate. La Juventus è rimasta fra le tre società ancora convinte della bontà del progetto, insieme a Barcellona e Real Madrid. L’Inter, invece, è stata la prima italiana a lasciare. […]

    Sullo stesso argomentoSuperlega, Elkann con Agnelli: “Il calcio va riformato, Andrea e la Juve sostengono il cambiamento”Juventus

    I contatti proseguono

    […] Ma questa posizione differente rispetto alla Superlega non ha allontanato Agnelli e Zhang. I presidenti di Juventus e Inter continuano a sentirsi e si frequentano. Questa sera si ritroveranno in tribuna all’Allianz Stadium, ma nemmeno nei due anni di pandemia i rapporti si sono interrotti. Ci sono state telefonate tra Nanchino e Torino nel periodo in cui il proprietario nerazzurro è stato a lungo in Cina. Restano punti di contatto. Entrambi sono arrivati molto giovani ai vertici di Juventus e Inter: Agnelli a 35 anni, Zhang a 26. E ritengono necessario che ci sia un continuo confronto fra due club cosi importanti per il calcio italiano a livello di risultati sportivi e seguito di tifosi. Hanno una visione comune sulla necessità di svecchiare il calcio per renderlo più fruibile alle giovani generazioni che si stanno progressivamente allontanando dal mondo del pallone. Esiste un terreno condiviso sull’esigenza di nuove modalità di comunicazione del calcio.

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    Dalla Russia alla Superlega: tutto quello che ha detto Ceferin

    LONDRA – «Se vogliono fare la Super League sono liberi di farlo, ma a quel punto non sono liberi di partecipare alle nostre competizioni». No, non sono le dichiarazioni di Aleksandr Ceferin di undici mesi fa, ma di questa mattina, anche se sono perfettamente sovrapponibili. La posizione del presidente della Uefa non si è ammorbidita e, al convegno Business of Football organizzato dal Financial Times a Londra, è stata ribadita con rigida fermezza. E ascoltata anche da Andrea Agnelli, presente a Londra e davanti a uno schermo mentre Ceferin parlava da Nyon. Il presidente dell’Uefa, infatti, non è volato in Inghilterra, come previsto, e quindi non c’è stato e non ci sarà un faccia a faccia con il presidente della Juventus, il cui intervento è previsto per le 18.30 ora italiana: «Mi scuso ma la situazione è drammatica e devo rimanere nella sede dell’Uefa. Nelle ultime 48 ore siamo stati al telefono in continuazione per organizzare il rientro dei calciatori e degli allenatori in Ucraina (De Zerbi lo ha ringraziato ufficialmente per l’intervento, ndr). È stato terribile parlare con loro, sapere che erano lì con le famiglie a poca distanza dai bombardamenti. Sono orgoglioso che la famiglia del calcio abbia reagito e sia intervenuta così alacremente», spiega Ceferin il cui intervento è durato poco più di mezzora e ha trattato molte problematiche del calcio.

    Super League

    Spicca, mediaticamente, il discorso sulla Super League, che altro non è che il ribadire la posizione dell’Uefa attraverso i soliti slogan: «Parlare di Super League non è parlare di calcio», esordisce. E prosegue: «Questi club hanno lanciato la Super League durante una pandemia e adesso la rilanciano durante una guerra, questo li qualifica», aggiunge (ma va detto che un rilancio della Super League in questi giorni o addirittura oggi non è confermato dai club interessati che continuano a ribadire come tutto sia nelle mani della Corte Europea). «Non era un progetto così intelligente», dice in un altro passaggio e bacchetta Agnelli, senza pronunciare il suo nome, ma definendolo «quello che è stato presidente dell’ECA e che una settimana prima di presentare la Super League elogiava il nostro sistema». Significativo, poi, che proprio la gestione del caso Super League e quella del Mondiale biennale vengano elencato da Ceferin insieme alla pandemia del Covid e alla guerra Russo-Ucraina come le più gravi situazioni che ha dovuto affrontare nel corso degli ultimi due anni. «Non so cosa possa capitare ancora!». E chiude: «I club possono pagare chi vogliono per dire che la Super League è bella, che è attenta, che fa un sacco di beneficienza e che ha cifre altissime di solidarietà. La Super League non è calcio. La Super League pensa agli affari, noi pensiamo ai tifosi. Uno di loro mi aveva anche chiamato per scusarsi, ma a quanto pare è di nuovo pronto a rilanciare il progetto. Bene, sono liberi di farlo, ma sappiano che chi gioca la Super League non può giocare le competizioni Uefa».

    Caso Russia

    Meno efficace, Ceferin, lo è quando deve spiegare la situazione russa con tutte le contraddizioni che si porta dietro: squadre di club e nazionali escluse da tutto il calcio con repentina decisione dei giorni scorsi, ma nello stesso tempo – gli viene fatto notare – affari intessuti con la Russia fino a qualche settimana fa (si citano i soldi della Gazprom, fra i più munifici sponsor dell’Uefa e la finale di San Pietroburgo concessa a Putin e poi trasferta a Parigi dopo lo scoppio della Guerra). Sulla motivazione della squalifica delle squadre russe, Ceferin ribadisce più volte: «È la decisione giusta», ma non la motiva in modo più articolato e non riesce neanche spiegare al moderatore, Simon Kuper che più volte lo incalza, come e quando questa squalifica potrebbe finire (Di fronte a un eventuale cessate il fuoco? Alla firma di una pace?). E anche sui rapporti con la Russia e con altre dittature, Ceferion dribbla: «Non siamo un’organizzazione politica che può indagare sulla situazione dei Paesi con i quali abbiamo a che fare».

    Fair Play e incompetenza

    Vago anche sul nuovo Fair Play finanziario: «Dovrebbe essere pronto per la fine della stagione, non posso dire molto altro». E sulla crisi finanziaria legata al Covid, Ceferin promette di intervenire con il Recovery Fund, ma specifica che «qualche club è andato oltre. Il calcio è uno sport nel quale spesso la voglia di vincere spinge ad andare oltre i bilanci. Il Covid ha colpito duramente il calcio, è vero, ma in certi club c’era una situazione grave anche prima del Covid e che non c’entrava con la pandemia, ma con l’incompetenza di chi li dirigeva». Allusione a Juventus, Real e Barcellona? Può essere, anche se non sono certo gli unici club ad essere «andati oltre».

    Riforma Champions

    Si irrita, Ceferin, quando gli dicono se in fondo la riforma della Champions League ricorda un po’ la Super League. «Non è assolutamente così. Oggi abbiamo 32 club che partecipano alla Champions, ne avremo 36 e i quattro in più arriveranno da campionati medi o piccoli, non certo dalle grandi leghe. E non credo che ci saranno posti assicurati in base al ranking (ipotesi circolata negli ultimi tempi, ndr). Penso che oggi ci sia un incontro del gruppo di lavoro tra la ECA e la UEFA e saranno assegnati più posti per i club più piccoli». E sull’aumento del numero delle partite in un calendario sempre più congestionato, fa spallucce: «Sapete, sono i club che ce lo chiedono per aumentare i ricavi. Soprattutto i club medio-piccoli».

    Mondiale biennale

    È un grosso e definitivo no quello di Ceferin al Mondiale ogni due anni che la Fifa continua a portare avanti (il vicepresidente Victor Montagliani ne ha parlato nel suo intervento di ieri, lasciando aperta l’ipotesi): «Per noi della Uefa il Mondiale ogni due anni non è un’ipotesi. E sarebbe meglio che la Fifa smettesse di parlarne. Ma non paragonate la Fifa con la Super League, noi con la Fifa parliamo regolarmente e ci confrontiamo sui temi del calcio». Ceferin è, però, aperto all’aumento di occasioni in cui far giocare le nazionali sudamericane ed europee: «La partita di Londra fra Italia e Argentina mi sembra una buona idea. Sarebbe bello aumentare il numero di partite fra nazionali di diversi continenti, ne discuteremo con la Fifa». Fifa che probabilmente gli risponderà che in fondo il Mondiale ogni due anni nasceva con quell’obiettivo, ma sarebbe ingenuo non notare che esiste una lotta di potere intorno al calcio fra istituzioni e fra istituzioni e club. Il sistema va incontro a profonde trasformazioni strettamente legate alla crisi che sta vivendo e questo innesca nelle migliori delle ipotesi confronti, nella peggiore scontri. LEGGI TUTTO