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    Stramaccioni: “L'incontro con l'emiro, le multe a raffica: il mio Qatar. E su Juve-Inter…”

    L’allenatore commenterà la Coppa del Mondo dopo l’addio all’Al-Gharafa: “L’impresa a Torino resta indimenticabile”L’esperienza all’Al-Gharafa è finita qualche giorno fa con una separazione consensuale, ma la carriera di Andrea Stramaccioni rimane ricca di “sfide”. Si appresta da Doha a commentare il Mondiale per la Rai e poi andrà alla ricerca di una nuova avventura, magari in Italia. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a una manciata di giorni da Juventus-Inter, la “sua” partita visto che è stato lui il primo allenatore della storia a espugnare lo Juventus Stadium. LEGGI TUTTO

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    Serie A al Mondiale con 83 giocatori: Juventus in testa, e la Polonia siamo… noi

    C’è anche l’Italia a Doha: i bianconeri al momento sarebbero in 11, poi Milan e Fiorentina a 9. In Europa il record è del Barcellona con 19L’Italia non ci sarà. Ma un pezzo, abbondante, di Serie A a novembre si trasferisce in Qatar. Certo, è una ricerca, o “gioco”, fatta al momento sugli stranieri del nostro campionato che si sono qualificati al Mondiale, e da qui a 9 mesi molte cose possono cambiare. Il mercato estivo porterà via alcuni dei nostri pupilli, altri ne arriveranno di sicuro. LEGGI TUTTO

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    Nella mente di Tabarez. Lui non vinceva: arrivava primo

    Ha portato un paese di 3 milioni di persone a risultati impensabili, l’hanno esonerato mentre è ancora in corsa per il Mondiale. Storia di un tecnico, di un filosofo, di un rivoluzionario a cui l’Uruguay dice graciasDue cose sono state risparmiate a Óscar Washington Tabárez detto il “Maestro”: la pietà e la delicatezza. La commiserazione non l’aveva chiesta lui, certo non si aspettava che con quella sparisse dalla scena pure la sensibilità. LEGGI TUTTO

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    Calcio al bivio: la Uefa contro il Mondiale ogni due anni, Wenger: “Lo chiedono 166 Paesi”

    La Coppa del Mondo invernale sarà l’ultimo atto del pallone come lo conosciamo? In questi giorni si giocano sfide cruciali, anche per la sostenibilità del sistemaDegli anni Ottanta non è rimasto quasi niente: Europeo a 8 finaliste, Mondiale a 24, Coppa Campioni, Coppe, Uefa, Intercontinentale, rose ridotte, due stranieri, contratti tra giocatori e presidenti in un giorno… Niente. Ma anche questi anni Dieci rischiano di essere cancellati dal vento del nuovo. La Champions può essere un ricordo, il Mondiale a 48 far già parte del passato, le nazionali confinate nella riserva indiana di un mese all’anno. LEGGI TUTTO

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    Teatro e tortellini: c’era una volta Turkyilmaz, lo svizzero più italiano di sempre

    Ovunque andava lo amavano, anche se poi la squadra andava male. Origini turche, l’amore di Corioni, un segreto per correre veloce e un gesto televisivo diventato cult: la storia di “Turchino”, califfo ovunque Entrò nelle leggenda con un rutto clamoroso, di quelli che fanno tremare i vetri e imbarazzare i timidini. Lo fece esplodere in un concitato dopo-partita, mentre il collega Lajos Detari si offriva al rito delle interviste. Acquattato dietro una porta, Kubilay Turkyilmaz si esibì nell’emissione di aria più roboante nella storia dei rutti, poi comparve di sguincio, gonfio d’orgoglio (e probabilmente di bibite gassate), con un sorriso che sapeva di sberleffo. La Gialappa’s catturò il filmato in qualche emittente locale e lo propose a “Mai dire gol”. Fu così che il rutto divenne in un attimo il manifesto esistenziale di Turchino Turkyilmaz, come lo chiamavano i tre. LEGGI TUTTO

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    Sensi, moderna mezzala-trequartista per l'Europeo (e per l'Inter). Chissà se anche da centrale

    La prova in Lituania ha fatto capire perché Mancini stravede per il marchigiano, perfetto per gli schemi in azzurro. Ma anche con Conte può tornare a volare Può sembrare un’eresia, ma è quello che in tanti scrivevamo oltre un anno fa: Sensi poteva diventare il vero simbolo (con Lukaku) della nuova Inter. Se non si fosse infortunato, probabilmente non ci sarebbe stato bisogno di Eriksen. Un giocatore speciale Sensi, raro, con un fisico lontanissimo dal prototipo del calciatore moderno. Se sei così “piccolo”, “minuto”, per emergere devi avere doti fuori dal comune. Sensi le possiede. Ed è un guerriero che non si arrende mai. S’è visto anche in Lituania. Dentro lui, dentro un’Italia diversa. Due gol, suo il primo che risolve un assedio complicato, e un’altra gestione del gioco più fluida e creativa. LEGGI TUTTO