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    Juve, la carica di Morata: “Lavoriamo per onorare la maglia che indossiamo”

    TORINO – “Momento difficile… Adesso dobbiamo lavorare tutti insieme per onorare la maglia che indossiamo… Testa a mercoledì. Forza Juve.”. Sono le parole, tramite un post su Instagram, di Alvaro Morata sul periodo di crisi della sua Juventus. L’attaccante spagnolo, autore del gol che ha sbloccato la partita contro il Milan, ha voluto caricare così la squadra, che è già concentrata sulla trasferta di mercoledì contro lo Spezia di Thiago Motta. Tanti commenti d’approvazione e di incoraggiamento sotto il suo post, che è stato apprezzato dai tifosi bianconeri. LEGGI TUTTO

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    Serie A, Juve-Milan 1-1: Rebic risponde a Morata

    TORINO – Frena di nuovo la Juventus, che non riesce a dare continuità alla vittoria di Malmoe e con il Milan si fa rimontare per la terza volta in quattro giornate di campionato (pareggio di Udine e sconfitta di Napoli i precedenti). Nel bicchiere bianconero, però, c’è qualcosa di più del punto: un gran primo tempo che la squadra di Allegri avrebbe potuto, e dovuto, chiudere con più di una rete di vantaggio, e una solidità difensiva che ha vacillato solo nella seconda metà della ripresa. Ecco, i cali del secondo tempo, per quanto si sia a settembre, devono essere uno spunto di riflessione, come certe disattenzioni (la marcatura persa sul gol del Milan). Riflessioni da tramutare in fretta in fatti, perché è innegabile che la Juventus stia crescendo, ma così rischia di crescere anche il distacco dalla vetta: domani il Napoli può andare a più 10 e l’Inter è tornata a più otto. Dove resta un Milan che ha saputo risalire dopo un brutto primo tempo sfiorando anche la vittoria nel finale.

    Juve subito in vantaggio con Morata

    Allegri inserisce Chiellini per De Ligt al centro della difesa e conferma per il resto la formazione vittoriosa a Malmoe: 4-4-2 in fase difensiva con Rabiot esterno sinistro di centrocampo, 3-5-2 in fase di possesso con il francese che si accentra per far posto ad Alex Sandro. Alle prese con le assenze di Ibrahimovic, Giroud e Calabria, come previsto Pioli schiera l’attacco mobile con Rebic centravanti sostenuto da Saelemaekers, Brahim Diaz e Leao, allargando Tomori sulla destra della difesa e inserendo Romagnoli accanto a Kjaer. Il Milan inizia aggressivo e al 3′ guadagna un angolo. Che però, anziché in occasione rossonera, si trasforma nella rampa su cui decolla il contropiede bianconero: dopo una prima respinta della difesa, Alex Sandro anticipa Kessie e serve in verticale Dybala, che di prima innesca lo scatto di Morata in una metà campo rossonera colpevolmente sguarnita. Lo spagnolo fa 40 metri palla al piede resistendo a Hernandez e batte con un tocco sotto Maignan. Conquistato il vantaggio, la Juve non si limita ad amministrarlo compattandosi nella propria metà campo quando il Milan ha la palla, ma mette in difficoltà i rossoneri ogni volta che la riconquista: ora cercando immediatamente la profondità, ora attraverso un fraseggio che il Milan non riesce a intercettare grazie agli scambi di posizione tra Cuadrado e Dybala e alle avanzate di Alex Sandro. Il risultato sono due grandi parate di Maignan su Morata (deviazione di destro su cross basso di Alex Sandro) e Dybala (destro da fuori), prima che scocchi il 20′. Ancor più provvidenziale è il recupero al 31′ di Tomori su Rabiot, scattato in verticale a chiudere una splendida azione di prima avviata da un tacco di Dybala e rifinita da un filtrante di Bentancur. Il Milan si fa vedere per la prima volta, dopo lo svantaggio, al 42′: Kalulu, entrato al 35′ per l’infortunato Kjaer ma piazzatosi a destra rimandando Tomori al centro, si inserisce serve con un cross basso in area Rebic, il cui tiro è però murato da Chiellini.

    Guarda la galleryLo scavino di Morata illude la Juve: Rebic gela lo Stadium

    Rebic pareggia

    Nell’intervallo né Allegri né Pioli ricorrono ai cambi e non cambia neppure il copione della partita: Alex Sandro al 1′ fugge a sinistra e va al cross su cui Morata tenta la deviazione di tacco (fuori); al 2′ serve un gran recupero di Tonali per fermare lo spagnolo in contropiede e al 5′ Rabiot in spaccata mette fuori su lancio di Bonucci. Il Milan però dopo i primi minuti inizia a intensificare il pressing alto e con Kalulu a destra trova più di una volta lo spazio il cross, per quanto senza mai creare pericoli. Pericolo invece creato al 17′ da Brahim Diaz che, servito sulla trequarti da Tonali, triangola Saelemaekers e costringe Alex Sandro e Chiellini al recupero congiunto. La Juventus rispetto al primo tempo fatica un po’ a ripartire. Pioli al 18′ sostituisce Kessie con Bennacer, mentre un attimo dopo Morata si ferma per un problema muscolare e, prima che Allegri lo sostituisca con Kean, scoppia un battibecco tra Tonali e Dybala, che fa fallo sul rossonero e lo accusa di non aver messo la palla fuori con lo spagnolo a terra. Gli spazi nel frattempo si allargano e nel Milan comincia a farsi vedere anche Leao, mentre Allegri decide al 25′ di giocare la carta Chiesa, inserendolo per Cuadrado. E proprio il nuovo entrato attaccando la profondità libera subito spazio per un inserimento al tiro di Danilo, servito da Dybala: respinge Maignan. Gli inserimenti di Kalulu a destra però danno i loro frutti al 30′: Rabiot devia in angolo il suo colpo di testa e stavolta il Milan su corner segna, grazie a Rebic che sfugge a Locatelli e di testa gira sul secondo palo. Allegri inserisce Kulusevski per Dybala, che aveva iniziato a dare qualche segno di stanchezza, ma è ancora Rebic ad andare al tiro da sinistra, alto, al 37′. Il tecnico bianconero chiede il 4-3-3 ai suoi, con lo svedese e Chiesa ai lati di Kean, ma fatica per qualche minuto a farsi capire: nel frattempo Kean mette fuori su azione d’angolo e Szczesny subito dopo con una gran parata nega il sorpasso a Kalulu, sull’ennesimo inserimento del terzino. La Juve si sbilancia e al 47′ è Locatelli a dover chiudere in scivolata su tiro di Florenzi in contropiede. E’ l’ultimo sussulto della partita.

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    La Juve si ritrova in Champions: frizzante e solida, nel segno di Dybala e Morata

    MALMOE – Il Malmoe non è certamente più debole di Empoli e Udinese, così come la Juventus di Champions è certamente più forte di quella di Napoli, rinforzata da cinque fondamentali sudamericani assenti al Maradona. Ragionamenti basilari per mettere a fuoco il frizzante 3-0 al Malmoe nell’avvio di stagione bianconero. I punti persi non vengono restituiti, ma la serenità sì e probabilmente anche qualche certezza smarrita nel «disastroso» (Allegri dixit) inizio della Juventus. Anche perché bucare la prima di Champions League contro la più debole del girone non è impossibile (citofonare al Manchester di CR7) e i tre punti svedesi sono molto importanti per il girone. L’equilibrio che imponeva di frenare un po’ nella compilazione di gravissime diagnosi sui malanni juventini, oggi suggerisce di attendere un paio di partite (Milan e Spezia vanno benissimo) per ricalibrare le misurazioni sulla sesta Juventus di Allegri.

    Brava Juve

    È una Juventus che vince bene, pulita, concentrata e, a tratti, perfino bella: vedi azione del primo gol, segnato da Alex Sandro con un colpo di testa un tuffo, al termine di una trama veloce e ficcante, partita da un bell’inserimento di Rabiot. Una ventina di secondi di tecnica e rapidità di ragionamento. Poi, per quanto non è esattamente un assedio, la Juventus cerca il secondo gol con assiduità: niente di spettacolare, ma segnale importante. Anche perché lo trova: con un rigore, fischiato al 43′ per una trattenuta di Nielsen su Morata. Il gesto non è violentissimo, ma reiterato al punto che diventa inevitabile per lo spagnolo cadere e per l’arbitro Artur Manuel Soares Dias fischiare il penalty. Lo trasforma il capitano Dybala con una mezza scivolata che fa tremare i tifosi. Non passa neppure un minuto e arriva il 3-0 firmato da Morata: Rabiot, ancora lui, innesta Dybala, velo dell’argentino, Morata finisce davanti al portiere e bacia un pallonetto delizioso.

    Kean volitivo

    Nella ripresa, la Juventus si siede, cerca con meno condizione il gol, ma non subisce mai il Malmoe (che pure disputa una partita orgogliosa). Morata sbaglia un paio di palloni facili, Allegri si innervosisce e lo sostituisce con Kean, che un gol lo fa, ma partendo in fuorigioco (poca roba, ma comunque visibile senza Var). L’azzurro è vivace, si muove bene, anima la Juventus nel finale di gara. Ma alla fine, se qualcosa va salvato della ripresa è la porta inviolata (un paio di interventi di Szczesny, non difficili): per Allegri è il segnale più confortante.

    I migliori

    Resta impressa la prestazione di Cuadrado, forse il più indispensabile dei giocatori bianconeri da qualche tempo: da lui nascono i pericoli per gli avversari. Ma questa sera sono stati molto bravi anche Locatelli e Rabiot; Dybala non ha stupito, ma c’era quando doveva esserci; Danilo rimane una sicurezza. La Juventus è tornata in carreggiata, ora deve accelerare. LEGGI TUTTO

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    La Spagna conferma Morata per le qualificazioni ai Mondiali

    MADRID (Spagna) – Si avvicina la finestra delle qualificazioni ai Mondiali 2022 e la Spagna di Luis Enrique si appresta ad affrontarla con qualche modifica. Il commissario tecnico infatti sperimenterà una nuova rosa con l’innesto di diversi giovani. Tra i protagonisti di Euro 2020 Pedri, Pau Torres, Dani Olmo e Mikel Oyarzabal sono stati lasciati a casa per riposare mentre confermata la presenza dell’attaccante della Juventus Alvaro Morata.
    Spagna, rosa e situazione
    La Spagna comanda il gruppo B con 7 punti (2 vittorie ed un pareggio) davanti alla Svezia che insegue ad un solo punto di svantaggio. Proprio gli svedesi hanno fermato il percorso delle “Furie Rosse” allo Stadio Olimpico de la Cartuja (Siviglia) uscendo con un pareggio (0-0). Svezia che il 2 settembre ospiterà la Spagna alla Friends Arena di Solna. Per gli iberici ci saranno poi la Georgia in casa (5 settembre) ed il Kosovo (8 settembre). Queste le convocazioni di Luis Enrique:
    Portieri: David de Gea (Manchester United), Unai Simón (Athletic) e Robert Sánchez (Brighton)Difensori: Azpilicueta (Chelsea), Raúl Albiol (Villarreal), Eric García (Barça), Gaya’ (Valencia), Jordi Alba (Barcellona), Aymeric Laporte (City), Inigo Martínez (Athletic)Centrocampisti: Sergio Busquets (Barcellona), Marcos Llorente (Atletico), Koke (Atletico), Carlos Soler (Valencia), Rodri (City), Brais Mendez (Celta), Mikel Merino (Real Sociedad)Attaccanti: Alvaro Morata (Juventus), Gerard Moreno (Villarreal), Ferran Torres (City), Abel Ruiz (Braga), Adama Traoré (Wolverhampton), Pablo Fornals (West Ham), Pablo Sarabia (Psg) LEGGI TUTTO

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    Barcellona-Juve, la probabile formazione di Allegri

    TORINO – Domani la Juventus volerà a Barcellona per la prima partita senza Leo Messi, ma con i campioni d’Europa in campo, anche se soltanto per uno scampolo di gioco. Il Trofeo Gamper, amichevole estiva di prestigio, avrà un significato storico e toccherà ai bianconeri battezzare la nuova era blaugrana. Orfani del capitano e del loro numero 10, ma non sarà una passeggiata per Matthijs de Ligt e compagni: l’olandese ritroverà Frenkie de Jong, amico fin dai tempi dell’Ajax, che inutilmente nel 2019 ha cercato di convincerlo a seguirlo a Barcellona, e dovrà alzare il muro difensivo contro un altro connazionale, Memphis Depay, neo acquisto blaugrana, e contro Antoine Griezmann.

    Un tasso di difficoltà senza paragoni rispetto ai 50 minuti in campo sabato scorso con il Monza, nel Trofeo Berlusconi: De Ligt dovrà dimostrare a Massimiliano Allegri di essere sulla strada giusta nella preparazione, mettendoci fisicità e determinazione. Toccherà a lui guidare la difesa, in attesa di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, che hanno nelle gambe soltanto pochi giorni di allenamento. LEGGI TUTTO