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    Pagelle Juve: Weah risolutivo, Rabiot di forza. Danilo distratto

    La qualificazione gli stava sfuggendo di mano. Raddrizza la situazione coi cambi, indovinando il doppio ingresso di Weah e Milik, protagonisti dell’azione che regala alla squadra la possibilità di chiudere la stagione con un trofeo. 
    Perin 6 
    Confermato titolare di Coppa. Castellanos la infila all’incrocio, la parata sullo stesso attaccante è un pareggio nel duello personale: deviazione con il piede che salva la Juve a un soffio dall’intervallo. Non può nulla, poi, sulla conclusione fulminante dell’argentino che vale il raddoppio. 
    Danilo 5 
    Buca in scivolata sul filtrante di Luis Alberto, deve ringraziare Perin se la Juve non sciupa l’intero vantaggio dell’andata già nel primo tempo. Tiene in gioco Castellanos sul 2-0: Luis Alberto, di prima, non gli dà modo di fare quel metro in avanti. 
    Bremer 6 
    Scappa all’indietro, legge con un secondo d’anticipo le verticalizzazioni e arriva per primo sul pallone. Tutte le volte, tranne una: quella in cui non riesce a mettere il corpo per chiudere Castellanos, andando più deciso avrebbe rischiato il rosso. La sua, nonostante lo sbaglio, è la prestazione migliore del terzetto arretrato. 
    Alex Sandro 4,5 
    Inchiodato a terra, ganasce montate sul corner di Luis Alberto: nemmeno tenta il salto, pensa che sia sufficiente allargare il braccio per contrastare Castellanos. Distrazione inaccettabile. Entra duro a centrocampo su Felipe Anderson, non fa la media con la mollezza precedente. 
    Cambiaso 5,5 
    Sua la prima minaccia della partita: destro tenero che Mandas segue con lo sguardo. Parte dalla destra, si muove comunque a largo raggio. Esce nervoso, non gradisce il cambio. 
    Weah (25’ st) 7 
    Risolutivo con il tiro-cross che trova il piede di Milik, è un assist liberazione. Impatta con soli 20 minuti a disposizione. 
    McKennie 5,5 
    Si alza sui centrali della Lazio per complicare la costruzione di Tudor, poi si butta dentro appena vede lo spazio. L’iniziativa più brillante è un taglio in area con suggerimento a porta vuota per Vlahovic. Ma aveva sbagliato una ricorsa pesante prima: troppo ampio il corridoio tra lui e Locatelli che permette a Felipe Anderson di pescare Luis Alberto tra le linee. Yildiz (36’ st) sv  LEGGI TUTTO

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    Pagelle Lazio: Luis Alberto eccelle, Felipe Anderson scardina. Marusic spicca

    Miracolo svanito, partita perfetta fino ai cambi. Era stato il regista della rimonta, si fatica a capirci qualcosa del cambio Vecino-Felipe (perché non Isaksen o Pedro?). Si potrà sempre dire: era mancato poco. Brillante e scapestrata Lazio.  
    Mandas 6,5 
    Milik rovina la sua fotoricordo, mollato da tutti, solo davanti alla porta. Mani e piedi grandi di Mandas nel primo tempo. Parando, rintuzzando: col piedone sinistro la zampata di Vlahovic deviata da Gila, prese alte e basse, con i pugni e le tenaglie, per spegnere le velleità bianconere. Ripresa più movimentata: Marusic salva, Vlahovic spara fuori. Milik il tormento di tutti.  
    Casale 7 
    Gara di velocità contro Chiesa, fisica contro Vlahovic quando ha bazzicato dalle sue parti. Ci ha messo i muscolacci per dividersi tra i due, li ha sfidati mulinando i gomiti. Quattro respinte nel primo tempo, più di tutti. Nella ripresa è partito a destra (causa infortunio di Gila). Ottantotto tocchi, più di tutti.  
    A. Romagnoli 5,5 
    Milik, fulminandolo, ha distrutto una partita da mostro di pietra. Il senso di essere laziali, tifoso e giocatore, è vivere e giocare così. Era stata avvolgente e assillante la marcatura su Vlahovic. Interventi per spazzate volanti, corpo flangiflutto. Poi l’abbaglio fatale.  
    Gila 6 
    Il senso del ritmo e del gioco. Aveva dato cadenze alle azioni offensive. Suo il record di palloni giocati nei primi 45’: 58 tocchi e 50 passaggi indovinati su 55. Numeri da catalogo. Il ko dell’intervallo per infortunio. Solo mezza partita per lui.  
    Patric (1’ st) 6 
    I sincronismi del difensore-pioniere, è partito alto per aggredire. Sul gol tutta la linea difensiva è stata sballottata da destra a sinistra.  
    Hysaj 6 
    A destra, a tutta fascia, davanti a Kostic e Rabiot e con Chiesa che imperversava. Ha assorbito assalti e tagli, ha provato ad essere pitonesco salendo in attacco. Ha corso sempre e ovunque, il massimo che gli riesce quando è in vena.  
    Guendouzi 6,5 
    Caso sdrammatizzato da Tudor rilanciandolo titolare. Sette possessi guadagnati nei primi 45’. Era talmente forte la voglia di giocare che da subito ha buttato fuori tutto quello che aveva nelle viscere. Spostamenti, appostamenti. Partita da combattimento con Rabiot alle calcagna. Ha chiuso trequartista con l’uscita di Felipe, perdendo smalto.  
    Pedro (39’ st) sv 
    Mai pericoloso.   LEGGI TUTTO

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    Diretta Atalanta-Fiorentina ore 21: dove vederla in tv, in streaming e formazioni ufficiali

    SEGUI ATALANTA-FIORENTINA IN DIRETTA SUL NOSTRO SITO
    Atalanta-Fiorentina, la diretta
    90 + 5′ – GOL ATALANTA – L’Atalanta trova il gol che può valere la qualificazione all’ultimo respiro con Lookman: l’arbitro convalida la rete inizialmente annullata per fuorigioco: 3-1 e Dea in vantaggio a pochi secondi dalla fine.
    90′ – Altre occasioni per i padroni di casa. Prima Lookman si gira velocemente in area ma col sinistro non colpisce al meglio. Poi De Ketelaere porta palla al piede per tutto il campo ma non riesce a trovare la porta con una conclusione imprecisa.
    85′ – Atalanta ad un passo dal gol qualificazione con Pasalic che si fa fermare da Biraghi in area. L’eventuale gol, in ogni caso, sarebbe stato annullato per fuorigioco segnalato successivamente.
    80′ – L’intensità della gara non accenna ad abbassarsi ed entrambe le squadre continuano a lottare colpo su colpo. Scamacca ci riprova ma respinge Ranieri. Pochi secondi dopo l’attaccante viene ammonito per un intervento su Nico Gonzalez.
    75′ – GOL ATALANTA – Scamacca trova un altro gol spettacolare che questa volta non gli viene annullato. L’attaccante azzurro colpisce in mezza rovesciata e il portiere avversario non può farci nulla. Risultato complessivo nuovamente in parità.
    73′ – Gasperini inserisce Lookman e Pasalic al posto di Ederson e Kolasinac per creare più pericoli alla retroguardia avversaria. La Dea spinge ma la Fiorentina ora ha riacquisito maggior sicurezza.
    68′ – GOL FIORENTINA – Nel momento di maggior dominio dell’Atalanta ecco che arriva il gol a sorpresa degli ospiti con Martinez Quarta. Il difensore è bravo a colpire di testa sul calcio di punizione battuto da Biraghi. La Viola torna avanti nel punteggio complessivo.
    63′ – Italiano corre ai ripari e inserisce Duncan al posto di Beltran per contenere gli attacchi della Dea dopo il cartellino rosso. Brutto tiro di De Roon da fuori area.
    58′ – Scamacca ci prova su calcio di punizione ma la sua conclusione esce dopo la deviazione di Beltran. Ammonizione per Kolasinac.
    53′ – MILENKOVIC ESPULSO – La squadra di Italiano resta in 10. De Ketelaere serve Scamacca centralmente sulla corsa e Milenkovic lo ferma in maniera irregolare quando ormai era rimasto solo il portiere da battere.
    50′ – La Dea spreca una clamorosa occasione con Ruggeri, che da due passi non riesce a concretizzare al meglio il cross perfetto di Zappacosta e di testa manda il pallone fuori di poco.
    46′ – INIZIO SECONDO TEMPO – Atalanta e Fiorentina tornano in campo per la seconda frazione di gioco.
    45 + 4′ – FINE PRIMO TEMPO – La prima frazione di gara si chiude sul punteggio di 1-0 per i padroni di casa, che hanno rimesso il discorso qualificazione perfettamente in equilibrio grazie alla rete di Koopmeiners all’8′.
    45′ – I bergamaschi costruiscono un’altra azione pericolosa dalla destra, ma Ruggeri non riesce a centrare la porta da una buona posizione. La Viola risponde con una conclusione centrale e debole da fuori area di Bonaventura. Mandragora, diffidato, viene ammonito e in ogni caso non scenderà in campo contro la Juventus in finale.
    40′ – Occasione per la Fiorentina che sfrutta una disattenzione in costruzione degli avversari: Belotti serve Kouame ma il suo tiro viene deviato.
    35′ – L’Atalanta si alza maggiormente in possesso e prova a passare per vie interne: il primo tiro di De Ketelaere viene deviato dalla difesa di Italiano. Il belga ha un’altra occasione per mettere il pallone sul secondo palo dove ad attenderlo c’è Scamacca, ma anche qui il tentativo di cross viene deviato sul nascere. Arriva anche la terza opportunità in pochi minuti per l’ex Milan, che dopo una grande cavalcata tira fuori di poco.
    30′ – Nervosismo in campo dopo l’uscita alta di Carnesecchi che colpisce Nico Gonzalez, costretto ad uscire momentaneamente dal campo. Tanti duelli fisici in questa fase di gara.
    25′ – La Dea gioca d’attesa e la scelta di Gasperini paga, con la sua squadra che si rende nuovamente pericolosa sempre con Koopmeiners: Terracciano risponde bene.
    20′ – Le due formazioni continuano a sfidarsi a viso aperto con la Viola che prova a sfruttare le fasce: Bonaventura non riesce a colpire bene di testa, Belotti la spara alta.
    15′ – SCAMACCA, GOL ANNULLATO – La Fiorentina prova subito a rialzare la testa e ci prova con un tiro dalla distanza di Mandragora, che non replica il capolavoro dell’andata e spedisce alto. L’Atalanta si riaffaccia verso l’area avversaria e trova il gol del 2-0 che la manderebbe in vantaggio nel doppio confronto con un clamoroso gol di Scamacca. L’attaccante azzurro ha scaricato in rete con un destro micidiale da fuori area. Tutto inutile, in quanto la rete viene poi annullata per un precedente fallo.
    10′ – ATALANTA IN VANTAGGIO – Belotti ci prova con una conclusione precisa di inistro dal limite dell’area: bravo Carnesecchi a non farsi trovare impreparato. Subito dopo è sempre il solito Koopmeiners a siglare la rete dell’1-0 con un sinistro perfetto che pareggia i conti tra andata e ritorno.
    5′ – Le due squadre iniziano il match con una buona intensità. Nico Gonzalez reclama per un calcio d’angolo non concesso, con la sua Fiorentina che gioca a viso aperto.
    1′ – La semifinale di ritorno tra Atalanta e Fiorentina ha avuto inizio.
    Atalanta-Fiorentina: diretta tv e streaming
    Atalanta-Fiorentina, ritorno della semifinale di Coppa italia, è in programma alle ore 21 al Gewiss Stadium di Bergamo e sarà visibile in esclusiva in diretta in chiaro su Canale 5. Inoltre sarà disponibile anche in streaming su Mediaset Infinity.

    ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi; Djimsiti, Hien, Kolasinac; Zappacosta, Ederson, De Roon, Ruggeri; Koopmeiners; De Ketelaere, Scamacca. Allenatore: Gritti (Gasperini squalificato). 
    A disposizione: Musso, Rossi, Scalvini, Bonfanti, Hateboer, Bakker, Adopo, Pasalic, Miranchuk, Lookman, Touré.
    FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Dodo, Milenkovic, Ranieri, Biraghi; Bonaventura, Mandragora; Nico Gonzalez, Beltran, Kouame; Belotti. Allenatore: Italiano.
    A disposizione: Christensen, Martinelli, Comuzzo, Martinez Quarta, Kayode, Faraoni, Parisi, Duncan, Castrovilli, Maxime Lopez; Arthur, Infantino, Barak, Ikoné, Sottil.
    ARBITRO: La Penna di Roma. ASSISTENTI: Giallatini-Del Giovane. IV UFFICIALE: Marchetti. VAR: Aureliano. ASS. VAR: Marini.
    Atalanta-Fiorentina: scopri tutte le quote  LEGGI TUTTO

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    Tudor dopo Lazio-Juve di Coppa Italia, conferenza e interviste: rivivi la diretta

    23:57
    Castellanos dopo Lazio-Juve
    “Abbiamo fatto una partita bellissima e contro una squadra come la Juve che gioca bene. Sento orgoglio per questa squadra e per i tifosi. Penso che questo sia il bello del calcio, non abbiamo vinto ma andremo avanti lavorando. Abbiamo fatto una partita buona, il primo tempo, dopo il primo gol, siamo stati compatti. Abbiamo giocato bene però questo è il calcio, lavoreremo per la prossima partita in campionato. Doppietta? Mi dà fiducia personalmente, ma non per la squadra. Sarebbe stato meglio vincere, anche senza il mio gol. Il mister sento che è con me e con la squadra, sta lavorando bene. Con me personalmente sta lavorando tanto, mi parla e sento la fiducia. Questo è buono per noi, giochiamo bene e sento che l’importante è fare bene in campionato. Arrivare il più possibile in alto”. Così Castellanos – autore di una doppietta contro la Juve – ai microfoni di Lazio Style Channel.

    23:50
    Tudor su Felipe Anderson e Castellanos
    “Felipe Anderson doveva uscire già all’intervallo, ha stretto i denti ma aveva male al piede. Dal primo giorno che sono arrivato i giocatori si sono sempre allenati bene e non hanno mai sbagliato niente. Sono ragazzi meravigliosi, è bello perché piace anche a loro e io sono ancor più contento. Anche tu devi adattarti a loro, io sono felice di come sta andando. Con Castellanos abbiamo parlato, è un ragazzo meraviglioso a cui a volte pesa troppo il gol. È generoso, ha i movimenti, sono davvero felice per lui perché poi gli attaccanti vivono per il gol. Perché l’ho tolto? Scelta tecnica”. Così Tudor in conferenza stampa dopo Lazio-Juve: rivivi tutto sulla semifinale dell’Olimpico QUI

    23:40
    Tudor: “Giocare ogni 4 giorni non aiuta”
    “Contro la Juventus ne abbiamo vinte due, purtroppo non è bastato ma la squadra è questa. Non ho nessun rammarico, sull’ordine delle partite non posso fare niente. Sicuramente giocare ogni quattro giorni non aiuta. Se avessimo uno o due giorni in più sarebbe più facile, ma è cosi e andiamo avanti. I ragazzi erano tutti dispiaciuti ma consapevoli della prestazione contro una squadra di livello mondiale. Questa consapevolezza e questa vittoria ci danno coraggio per le prossime gare. Il futuro è solo sabato, che è una partita super difficile contro il Verona. Bisogna recuperare bene perché ora tutte le partite sono importanti per arrivare più in alto possibile”.

    23:36
    Tudor: “Tante belle cose ma…”
    “È stata una bella Lazio, purtroppo non è bastato. I ragazzi hanno dato tutto, ci hanno provato. Non posso dire niente. Loro hanno fatto questo gol e purtroppo sono passati. Gli facciamo i complimenti e ci prepariamo per la partita di sabato. Ci sono tante belle cose stasera. I ragazzi spingono forte in queste gare, gli infortuni arrivano perché si va forte d’intensità. Stanno andando al massimo”. Così Tudor ai microfoni di Lazio Style Channel.

    23:30
    Allegri in conferenza stampa
    Anche Max Allegri parla in conferenza stampa nel postpartita di Lazio-Juve: SEGUI LA DIRETTA QUI

    23:17
    Tudor sulla Champions
    “Obiettivo Champions? Questa Lazio mi dà tanta forza, vogliamo proseguire il nostro cammino, contro il Verona sarà importantissimo. Io sono qui da un mese, quando si costruiscono le squadre lo si fa per un certo tipo di gioco. In estate ci metteremo a lavorare per completare con i profili giusti. Facendo la preparazione dall’inizio cresceremo ancora”

    23:15
    Tudor sulla Juve
    “Se è mancata intensità? Sì, la Juve è molto fisica, hanno livello di gambe molto alto. Ce l’abbiamo messa tutta e ci dispiace ma la strada è quella giusta. Abbiamo vinto 2 volte su 3 con la Juve. Sono contento della crescita dei ragazzi e della loro mentalità”.

    23:14
    Tudor: “Contento di questa Lazio”
    “Castellanos? Ci sono state tante note positive in questa gara, tranne che non siamo passati. Sono contento della mentalità, dell’agonismo che ho visto. Mi dispiace per i ragazzi perché loro ci credevano. Sabato abbiamo una gara importante, dobbiamo recuperare bene”.

    23:13
    Tudor dopo Lazio-Juve
    “Abbiamo fatto una gran gara ma purtroppo non è bastato. Faccio i complimenti alla Juve così come ai miei ragazzi per la prestazione”. Così Igor Tudor ai microfoni di Mediaset dopo Lazio-Juve.

    23:10
    Alex Sandro fa impazzire i social
    Al gol del vantaggio della Lazio, il difensore brasiliano è finito in tendenza sui social: la sua marcatura su Castellanos ha fatto impazzire i tifosi TUTTI I DETTAGLI

    23:05
    La profezia di Guendouzi
    La Lazio ci aveva creduto: alla fine del primo tempo Guendouzi aveva fatto una profezia che poi si è rivelata esatta LEGGI TUTTO

    22:57
    Lazio-Juve, Tudor in conferenza stampa
    Fischio finale all’Olimpico, la Lazio batte la Juve 2-1 ma la vittoria non basta per passare il turno: in semifinale ci vanno i bianconeri. Ora Tudor è atteso per commentare la semifinale di ritorno di Coppa Italia. Segui tutto con la nostra diretta.

    Stadio Olimpico, Roma LEGGI TUTTO

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    Allegri dopo Lazio-Juve: “L’eliminazione sarebbe state pericolosa per noi”, rivivi la diretta

    23:52
    Allegri in conferenza”Subiamo tanti gol? Vi spiego”
    “Quando difendiamo in dieci tutti vicini all’area di rigore è più difficile segnarci, quando invece giochi a campo aperto con giocatori di qualità come quelli della Lazio rischi di esporti maggiormente. Bisogna lavorare meglio”

    23:50
    Allegri in conferenza: “Ecco perché ho tardato l’ingresso in campo di Yildiz”
    “Yildiz? Pensavo di inserire Kenan prima, poi ho visto McKennie che stava facendo meglio. Sul 2-0 la partita era in bilico, ho avuto più pazienza e ho deciso di fare il cambio più avanti”.

    23:48
    Allegri in conferenza: “Gol di Milik? Un pizzico di fortuna”
    “Non è una mia vittoria, il gol di Milik è anche frutto di un pizzico di fortuna. Quella di oggi era una partita importante, una nostra eliminazione avrebbe portato a un contraccolpo psicologico pericoloso visto che non siamo ancora matematicamente in Champions”.

    23:46
    Allegri: “Vi spiego cosa è successo con Cambiaso”
    Allegri ha parlato anche in sala stampa: “Cambiaso ha avuto qualche discussione con l’arbitro, mi aveva detto che era tutto sotto controllo ma ho deciso di accomodarlo in panchina. Weah è entrato e ha fatto molto bene”.

    23:40
    Perin: “Noi tiriamo fuori il meglio quando ci mettono all’angolo”
    Anche Perin è intervenuto ai microfoni di Sport Mediaset: “Prima della partita ho detto che nulla si ottiene senza sacrificio e un po’ di sofferenza. Noi siamo abituati e quando ci metto all’angolo viene fuori il meglio di noi, anche se dobbiamo migliorare in questo. Io titolare in finale? Sceglie il mister, io faccio il professionista e cerco di dare il mio contributo anche quando non gioco. La Juventus è più grande di tutti noi”.

    23:35
    Locatelli ammonito: era in diffida, salta la finale
    Orsato ha sventolato il giallo al centrocampista della Juventus dopo 34′: Locatelli era diffidato e salterà la finale.

    23:32
    Le statistiche di Lazio-Juve
    Per scoprire tutti i dati della partita CLICCA QUI

    23:28
    Allegri: “Ecco perché non ho sostituito Chiesa”
    “Chiesa è un giocatore che sta fuori per settanta minuti dalla partita, poi può darti la fiammata e con qualità davanti potevo avere più soluzioni”.

    23:23
    Allgri: “Le critiche alla Juve ci sono sempre”
    “Per la società a livello economico siamo stati bravi per qualificazione la Supercoppa. Il calcio è bello perché bisogna sempre avere molto equilibiro e una partita può svoltare la stagione. Poi la critiche alla Juve ci sono sempre, abbiamo fatto un girone d’andata che nessuno si aspettava, sembrava che potessimo combattere con l’Inter ma io ero preoccupato visti i tanti punti di distacco dalla terza”.

    23:21
    Allegri: “Sui gol errori grossolani, ma…”
    “Sui gol ci sono stati errori grossolani, ma per ogni squadra quando ci sono questi momenti non è facile. Sappiamo benissimo che un’eventuale eliminazione avrebbe portato un risvolto psicologico per il proseguio del campionato. In questo momento non è facile per nessuno, mai i ragazzi sono stati bravi e nel computo delle due partite abbiamo meritato la finale”.

    23:19
    Allegri: “Stiamo giocando partite pesanti”
    “In questo momento si giocano partite pesanti nella Juventus, che per un anno e mezzo non abbiamo giocato. L’anno scorso ci abbiamo provato, ma non era situazione idonea per il caos fuori dal campo. Quest’anno abbiamo battagliato…Siamo stati dietro all’Inter, poi abbiamo fatto pochi punti in campinato”.

    23:18
    Allegri: “Contro la Lazio partita di sofferenza”
    Allegri ha aperto così a Sport Mediaset: “E’ stata una partita di sofferenza, lo sapevamo. Abbiamo preso gol da palla inattiva, ma poi ci sono state alcune situazioni per noi nel primo tempo. Poi la squadra è cresciuta fisicamente e non era facile dopo un gol preso in ripartenza dopo sei minuti, la squadra poteva crollare. Ora dobbiamo concentrarci sul campionato perché ancora non c’è la qualificazione alla Champions e sabato c’è il Milan”.

    23:16
    In finale una tra Fiorentina e Atalanta
    Nell’ultimo atto della Coppa Italia la Juventus se la vedrà con una tra Fiorentina e Atalanta: domani si giocherà l’altra semifinale di ritorno al Gewiss Stadium con i viola avanti di un gol.

    23:10
    Milik: “Contenti anche la qualificazione alla Supercoppa”
    “La Lazio è forte in casa e si era messa male, ma siamo contenti di tornare qui tra tre settimane per la finale e per qualificazione alla Supercoppa. Possiamo fare meglio, ma siamo contenti per i tifosi per il club. Speriamo di portare un po’ gioia a noi stessi”

    23:02
    Allegri impazzito al fischio finale
    Al triplice fischio all’Olimpico l’allenatore bianconero è subito rientrato negli spogliatoi: leggi qui cosa è successo

    22:57
    Lazio-Juventus 2-1: tra poco le dichiarazioni di Allegri
    È una sconfitta indolore quella subita da bianconeri contro la Lazio: la Juventus, infatti, si è qualificata alla finale di Coppa Italia in virtù del risultato dell’andata (2-0). Tra poco le dichiarazioni del tecnico della Juventus.

    Roma – Stadio Olimpico LEGGI TUTTO

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    Lazio-Juve 2-1 diretta Coppa Italia: bianconeri in finale LIVE

    Cronaca, tabellino e statistiche di Lazio-Juve

    23:07
    Lazio, resta solo il campionato: il calendario
    Ora la Lazio dovrà concentrarsi solo sull’obiettivo Europa. Verona, Monza, Empoli, Inter e Sassuolo. Questo il calendario dei biancocelesti da qui al 26 maggio.

    22:56
    90’+6′ – Finisce la partita, vince la Lazio ma in finale va la Juve
    Gli ultimi assalti della Lazio non portano a nulla. Vittoria amara, in finale di Coppa Italia va la Juve.

    22:48
    87′ – Scontro Bremer-Immobile
    Scontro a palla lontana tra Bremer e Immobile con l’attaccante che finisce a terra. Orsato interrompe il gioco, ma non c’è nulla.

    22:45
    84′ – Tudor si gioca tutto
    Fuori Guendouzi e dentro Pedro. Lazio tutta in attacco per cercare un gol che vale i supplementari.

    22:44
    83′ – Segna la Juve con Milik: 1-2
    Palla a Weah che mette dentro un pallone forte su cui si fionda Milik. Gol della Juve che ora torna qualificata.

    22:43
    81′ – Doppi cambi per Lazio e Juve
    Fuori Cataldi e Castellanos (tanti applausi per lui) per Rovella e Immobile. Per la Juve escono McKennie e Vlahovic per Yildiz e Milik.

    22:39
    78′ – Luis Alberto ci prova da fuori
    Azione prolungata della Lazio che termina con il tiro di Luis Alberto: la palla rimbalza, ma Perin c’è e blocca.

    22:31
    70′ – Cambio per la Juve
    Fuori Cambiaso e dentro Weah a tutta fascia. Questa la mossa di Allegri. L’esterno scontento torna in panchina dopo aver parlato con il tecnico. Qui i dettagli.

    22:29
    Guendouzi e la frase a Castellanos
    Curioso siparietto tra Guendouzi e Castellanos prima dell’intervallo. E la frase del francese è sembrata una profezia. Qui i dettagli.

    22:25
    63′ – Tiro di Marusic, Perin c’è
    L’esterno si accentra e sgancia il destro, ma è troppo debole e centrale. Perin para senza problemi.

    22:22
    61′ – Cambio per la Lazio, fuori Felipe Anderson
    Tudor toglie Felipe Anderson e inserisce Vecino.

    22:19
    58′ – Castellanos in fuorigioco si divora un gol
    Imbucata perfetta per Castellanos che davanti a Perin tenta il pallonetto, ma il portiere non abbocca. Per fortuna è fuorigioco…

    22:18
    57′ – Vlahovic spaventa Mandas
    Grande azione di Rabiot che scarica per Vlahovic: va sul destro, tiro poco preciso che finisce fuori. Due lampi della Juve che ha reagito al 2-0 Lazio.

    22:17
    56′ – Miracolo di Marusic
    Marusic anticipa Vlahovic ad un passo dalla riga di porta, intervento perfetto che salva la Lazio. La Juve ora ci prova e Yildiz è pronto ad entrare.

    22:10
    49′ – Gol della Lazio con Castellanos: 2-0
    Tutta verticale la Lazio con Luis Alberto che serve Castellanos: davanti a Perin l’argentino non sbaglia. Doppietta per lui e tutto in equilibrio.

    22:06
    46′ – Inizia il secondo tempo, un cambio per Tudor
    Fuori Gila, non al meglio, e dentro Patric. Primo pallone per i biancocelesti.

    21:49
    45’+1′ – Termina il primo tempo: Lazio-Juve 1-0
    Si chiude il primo tempo all’Olimpico, la Lazio in vantaggio 1-0 con il gol di Castellanos. Al momento non basta per accedere in finale.

    21:47
    44′ – Castellanos vicino al raddoppio
    Incredibile occasione per la Lazio con l’imbucata per Castellanos, che davanti a Perin calcia trovando la risposta del portiere. Chance enorme per la Lazio.

    21:37
    34′ – Giallo per Locatelli
    Orsato non ferma l’azione della Lazio, ma fallo netto di Locatelli su Castellanos. Appena si interrompe il gioco l’arbitro mostra il giallo al numero 5 della Juve (era diffidato). Qui tutti gli altri diffidati del match.

    21:34
    32′ – Colpo di testa di Bremer
    Angolo Juve e colpo di testa di Bremer: palla alta. Tanta potenza, non c’è la mira.

    21:26
    23′ – Grande intervento di Mandas
    Bellissima azione della Juve con la parte finale di Chiesa che mette dentro un cross basso per il tocco di Vlahovic: Mandas c’è con il piede e salva i suoi.

    21:24
    21′ – Ritmi ora alti all’Olimpico
    La Lazio gioca forte, è aggressiva, volenterosa. Il gol di Castellanos ha fatto bene. La Juve fin qui punta sulle ripartenze.

    21:15
    12′ – Gol di Castellanos, colpo di testa da angolo
    Angolo di Luis Alberto e stacco potente di Castellanos che colpisce di testa benissimo sovrastando Alex Sandro: palla alle spalle di Perin. Lazio in vantaggio, è 1-0.

    21:11
    8′ – Occasione Juve con Cambiaso
    Prima ripartenza veloce della Juve con Chiesa che si accentra e tira: rimpallo e tiro di Cambiaso, palla fuori con Mandas in traiettoria.

    21:03
    1′ – Ci siamo, inizia Lazio-Juve di Coppa Italia
    Inizia il match all’Olimpico, primo pallone per la Juve. La Lazio attacca da Curva Nord verso Curva Sud.

    20:52
    Lazio, parla Lotito
    Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, nel pre gara ha parlato anche di mercato e della situazione Luis Alberto. Qui le sue parole.

    20:47
    Le parole di Cataldi nel pre partita
    “La Lazio dovrà fare una partita importante, se possibile anche di sbloccare il risultato il prima possibile per darci l’opportunità di recuperare il risultato dell’andata senza magari scoprirsi troppo e regalare a loro qualche ripartenza. Sappiamo sono forti in questo, dobbiamo fare una partita attaccando senza lasciare spazi dietro”. Così Cataldi a Lazio Style Channel prima di Lazio-Juve.

    20:37
    Le parole di Giuntoli tra mercato e questione Allegri
    “La Champions per noi è un traguardo molto importante. A inizio anno i nostri obiettivi erano moto chiari, ovvero tornare in Champions e puntare forte sulla Coppa Italia. Siamo in corso e puntiamo ad andare avanti. Qui a livello professionale ho trovato ragazzi molto preparati e molto juventini. La mia venuta può essere servita per dare entusiasmo e anche a me sono stati vicini, perché è un club diverso e con più pressioni. Ho preso le misure. La prima missione era mettere a posto i conti, mi sento sempre responsabile e ho cercato sempre di motivare tutti. Siamo uniti e sereni per centrare i nostri obiettivi. Dobbiamo mettere a posto i conti e fare un mercato degno di questo grande club”. Così Giuntoli, ds della Juve, a Mediaset.

    20:20
    Le parole di Tudor nel pre partita
    “C’è la voglia di fare una grande partita, provare a fare un’impresa. Il 2-0 è difficile ma nel calcio è successo tante volte, bisogna andare forte, stare in partita 90 minuti e non sbagliare niente. Bisogna mettere tutto, stare dietro non concedendo niente e davanti trovando soluzioni, bisogna stare entro la gara fino alla fine, poi vedremo che succede. Nervi? Sì quello è importante”. Così Igor Tudor a Mediaset prima del fischio d’inizio.

    20:19
    Lazio e Juve, che numeri in Coppa Italia
    Dal 2012-2013: sette finali per la Juve (5 vinte), quattro per la Lazio (2 vinte). In totale i bianconeri si giocheranno la 22ª finale, è un record. La Lazio, arrivando a 11, raggiungerebbe la Fiorentina (in lotta per la 12ª). La Roma è a 16, l’Inter a 15, il Milan a 12.

    20:12
    Lazio, i numeri contro la Juve
    La Lazio ha vinto le ultime due partite casalinghe contro la Juventus, entrambe in Serie A; i biancocelesti non arrivano a tre successi interni consecutivi contro i bianconeri dal periodo tra gennaio 2000 e novembre 2001 (uno in Coppa Italia, due in campionato).

    19:58
    Juve, la formazione ufficiale
    JUVE (3-5-2) – Perin; Danilo, Bremer, Alex Sandro; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic; Vlahovic, Chiesa. All. Allegri.

    19:51
    Lazio, la formazione ufficiale
    LAZIO (3-4-2-1) – Mandas; Casale, Romagnoli, Gila; Hysaj, Guendouzi, Cataldi, Marusic; Felipe Anderson, Luis Alberto; Castellanos. All. Tudor.

    19:50
    La finale vale anche la Supercoppa
    La prima finalista, infatti, sarà la seconda qualificata per la final four di Supercoppa Italiana. La Lega ha infatti confermato la formula a quattro squadre anche per la prossima stagione dopo che il nuovo format ha esordito in quella attuale. Dopo l’Inter, che si è laureata campione d’Italia, le due finaliste di Coppa Italia saranno la seconda e la terza qualificata. La quarta squadra sarà invece la seconda classificata della Serie A.

    19:43
    Lazio-Juve, occhio ai diffidati
    Sono ben 5 i calciatori che rischiano di saltare la finale. Qui tutti i dettagli.

    19:30
    Lazio-Juve, si riparte dal 2-0 bianconero
    La finale di Coppa Italia è orientata verso Allegri, si parte dal 2-0 di Torino. Non la dà per scontata Tudor, chiede una pazza rimonta alla sua Lazio, gli serve una goleada, tre gol di scarto per passare al 90′. Fischio d’inizio alle ore 21.

    Roma – Stadio Olimpico LEGGI TUTTO

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    Moratti, una grande famiglia e una passione unica per l’Inter

    Dopo Sandrino, conobbi e legai con altri ragazzi di Herrera, di Angelo Moratti, di Lady Erminia – come veniva chiamata da Nicolò Carosio nelle telecronache di Coppa dei Campioni la mamma di Adriana, Bedy, Gian Marco, Gioia, Massimo e Natalino. Nel tempo, avevo lavorato con Guarneri e Burgnich, arrivati a Bologna il primo come giocatore, l’altro come allenatore. Picchi l’avevo incontrato a Torino quand’era diventato allenatore della Juve e aveva smontato quell’aria da colonnello cubano che mostrava in nerazzurro. Jair me l’aveva presentato un giorno il suo scopritore, Gerardo Sannella, più tardi sbeffeggiato per aver portato alla Pistoiese Luis Silvio, il calciatorecameriere. Bellissimo l’incontro con Suarez, in tv e a cena, dove scoprii quant’era spiritoso, affabile, così diverso dal tuttagrinta di campo e di spogliatoio. E Corso? Facemmo amicizia a Chieti, quando veniva al Premio Prisco. Sembrava un duro, non amava le interviste, era sempre sul punto di andarsene stanco e annoiato – Brera l’aveva perfidamente definito “participio passato del verbo correre – invece lo conobbi allegro e disponibile, pieno di simpatici amarcord del ‘64: «Quel giorno all’Olimpico – continuavo a passare davanti alla nostra panchina e dicevo a Herrera “Mago, Capra non è un attaccante, non sostituisce Pascutti, rompe le balle a me”, ma lui non capiva…». A proposito, Gian Marco Moratti mi aveva ricordato – finalmente sorridente – che tutti gli anni, finito il campionato, Helenio andava in vacanza lasciando una lista dei desideri: il primo, cedere Corso ad ogni costo. «E a me che non dedicavo tempo all’Inter – ci pensava Massimo – era stato dato un incarico: rivelare ai cronisti che nessuno l’aveva mai chiesto».  

    Con Giacinto eravamo diventati amici davvero fin dal ‘66, dopo la Corea, quando lo incontrai per farmi confermare la sua firma sul dossier che Edmondo Fabbri aveva consegnato alla Federazione, un documento firmato da Bulgarelli, Mazzola e fra gli altri da Giacinto dove si diceva che un medico federale prima della partita gli aveva fatto un’iniezione di liquido rosa. Forse erano stati drogati. Ma quei fogli – consegnatimi da Fabbri nel convento di Camaldoli dove si era rifugiato – non servirono a nulla. Intanto, Giacinto mi rilasciava interviste, mi aveva preso in simpatia e quando ci ritrovammo ai Mondiali del ‘74, a Ludwigsburg, successe qualcosa che ci fece diventare amici. Avevo scritto, dopo la sconfitta della Nazionale a Stoccarda, che Bernardini avrebbe dovuto eliminare tutti i big litigiosi, da Mazzola a Rivera, da Chinaglia a Anastasi, tenendo però Facchetti, “il monumento azzurro”. Mi chiamò al telefono: «Perché darmi del monumento? Sono ancora in forma, corro, combatto…». Inutile dirgli che avevo voluto fargli un complimento. Più tardi fui fra i pochi che chetarono Bearzot quando Allodi gli impose di portare Facchetti in Argentina “capitano non giocatore”. L’ultima telefonata di Giacinto la ricevetti mentre ero al Mondiale del 2006, ancora in Germania. Lo sentii stanco, abbattuto, sapevo che stava male ma capii quanto dalle sue parole. Aveva sofferto il ruolo di presidente che gli aveva dato solo pensieri, non riusciva più a capire il nostro mondo dopo Calciopoli. Le sue parole mi strinsero il cuore. Se ne andò a settembre. Con la sua bellezza, signorilità, con la sua eroica tenerezza. 

    Arrivato a dirigere il Corriere dello Sport cominciai ad avere con Massimo Moratti un rapporto cordiale che non era mai nato a Stadio, al Carlino, al Guerin Sportivo. In particolare ci avvicinò il suo ruolo di presidente del Comitato per le Olimpiadi di Milano, idea naufragata nel nulla. Finché un editore-tifoso reggiano, Tiziano Pantaleoni, mi pregò di realizzare una storia della famiglia Moratti con l’Inter. Massimo accettò di buon grado, scrisse anche la prefazione dedicata al “nemico” tifoso del Bologna e assieme a Nicola Calzaretta realizzai un bellissimo “Moratti-Inter Album di famiglia” dal quale ricavo oggi, giorno della Seconda Stella, qualche momento della Grande Inter.  

    28 maggio 1955: è il grande giorno, quello che cambierà l’esistenza di una società di calcio, già ricca di gloria e di onori, e di una famiglia. Angelo Moratti, 46 anni, rileva la proprietà dell’Inter per una somma che si aggira intorno ai cento milioni. È lui il nuovo presidente nerazzurro, succede a Carlo Rinaldo Masseroni. È un sabato sera, Milano assiste al passaggio di consegne. Sospirato e atteso dal popolo interista. Un po’ meno dal commendator Moratti che fino alla fine aveva confidato in una soluzione diversa. Un accordo di gestione. C’era un fondo di verità nelle speranze di Moratti. Aveva da poco installato una raffineria in Sicilia. Sua volontà e, anche suo dovere, era quello di seguire da vicino l’avvio del nuovo impianto. Invece adesso c’era anche l’Inter… Ma al cuore non si comanda. E una bella fetta del suo cuore era occupato dall’amore per la moglie Erminia che amava il football, tifava per l’Ambrosiana che il marito nemmeno sapeva cosa fosse. Ricorda la figlia Adriana: «L’aveva scoperta, l’Ambrosiana, in una trasferta a Roma, mamma l’aveva portato a vedere la partita, lui si era sentito straniero ma coinvolto tanto che, quando nel Trentasei mamma stava per partorire Gian Marco, tre anni dopo di me, papà le diede una mossa: “Fa’ alla svelta che devo andare a vedere Ambrosiana-Sampierdarenese”. Aspettò la nascita e andò felice allo stadio per annunciare: “Mi è nato un maschio”. Il commendatore ormai da tempo seguiva le sorti dell’Inter. C’era anche lui in tribuna il 6 novembre 1949, quando i nerazzurri batterono il Milan per 6-5, dopo che i rossoneri si erano portati sul 4-1. Una delle partite emblematiche dell’Inter: una rimonta eccezionale per una squadra folle e fantastica. Da amare senza riserve. E quella partita in tribuna papà Angelo aveva portato con sé per la prima volta anche i suoi due ragazzi, Gian Marco, 13 anni, e Massimo che di anni ne aveva poco più di 4 e che ha ricordi confusi. Rivedo un’immagine fuggente e lontana. Davanti a me la gente scattò in piedi urlando, mio padre applaudì, mio fratello mi saltò addosso, abbracciandomi. Forse si stava festeggiando il sesto gol, quello decisivo».  

    Grande festa il 16 ottobre 1955 per il primo derby di Moratti presidente. Spalti gremiti e tribuna d’onore invasa dai flash dei fotografi che immortalano un sereno Angelo con un raggiante Gian Marco poco distante, mentre il piccolo Massimo appare un po’ sorpreso da tanta attenzione. Vince l’Inter quel primo derby. 2-1. Gol di Nesti, Nordahl e Lorenzi. Benito Lorenzi detto Veleno impressiona subito Massimo che lo ricorda così: «Veleno? No, non era cattivo, aveva un caratteraccio che in campo si sentiva. Se ne accorgevano anche gli arbitri. Era un buon soldato con tanta grinta e una totale dedizione alla bandiera nerazzurra, fu lui a tirar su Sandrino e Ferruccio Mazzola perché diventassero giocatori d ell’Inter».  

    Dopo il primo derby vittorioso a casa Moratti si fa festa, perché l’Inter è veramente un affare di famiglia. Coinvolge tutti, la passione non conosce limiti, né di età, né di sesso. La famiglia, un concetto che ritorna. Un modello che Moratti fa suo anche nel suo nuovo ruolo di presidente di una squadra di calcio. I giocatori come suoi figli. Ai quali vanno amore e rispetto, ma anche insegnamenti e disciplina. Oltre alla richiesta del massimo impegno e onore per la maglia che si indossa e per i tifosi che trepidano. Un meccanismo vincente, che lega ancora di più i giocatori tra di loro e con il loro presidente che diventa così parte attiva della squadra. La Beneamata. L’Inter è squadra che seduce, ma che può anche abbandonarti all’istante. Le prime stagioni sono travagliate. Nessuna vittoria, un tourbillon di allenatori che si alternano sulla panchina nerazzurra e qualche polemica di troppo. Angelo è pensieroso. Pensieri che arrivano anche a minare il suo entusiasmo e che lo inducono, per il senso di giustizia che governa le sue azioni, anche a proteste clamorose, come quando decide di schierare la formazione dei ragazzi contro la Juventus nel giugno 1961. La sconfitta è pesante (9-1) per una protesta che fa rumore e lascia il segno.  

    Un segno storico perché avvelena – forse per sempre – il Derby d’Italia e raffredda anche i rapporti fra le due famiglie, Agnelli e Moratti. Anche se Massimo parla di «rispetto reciproco e anche d’amicizia. Sempre rivali, però. Con Umberto, ch’era stato compagno di università di Gian Marco, diventato prima presidente della Federazione poi della Juve, abbiamo avuto scontri durissimi, ma veniva lo stesso a mangiare a casa nostra».  

    Già, Umberto Agnelli, come dire l’origine di una sfida calcistica senza fine e lui, il Dottore, non Gianni l’Avvocato, provocatore della Guerra dei Due Secoli. Che continua. Ma adesso – archiviate le battute spiritose di Peppino Prisco alle quali Boniperti rispondeva con un silenzio vittorioso – Massimo Moratti pensa ad altro, si gode l’Amarcord della Grande Inter e della prima Stella insieme al forte contributo dato per conquistare la seconda. E non abbandona la “sua” Inter, se non altro perché ha un ottimo rapporto con la famiglia Zhang, in particolare con Steven che gli fu affidato al suo arrivo a Milano. Dispensa consigli e pacche sulle spalle, pochi giorni fa si è fatto vedere in visita ad Appiano nel bel mezzo della crisi finanziaria dei cinesi. La spiegazione? Un giorno mi disse: «Perché la famiglia è stata sempre dietro l’Inter anche quando non c’era». Accompagnando altri presidenti alla conquista della Seconda Stella. «La Prima – racconta orgoglioso “Inter-calcio” – è nata alla fine del campionato 1965/1966 con il decimo scudetto. In campionato l’Inter si era confermata squadra solidissima e replicava il successo della stagione precedente, conquistando così il diritto di fregiarsi della stella dorata riservata ai vincitori di dieci scudetti. Alla fine del Girone di andata guidiamo la classifica, precedendo Milan, Napoli e Juventus. Vinciamo il campionato con una giornata di anticipo, a 50 punti, con ben settanta gol segnati». Si tratta del massimo assoluto, che può ben rispondere alle critiche di “gioco utilitaristico” del periodo. Già. Quando si parla di Catenaccio tutti pensano a Rocco e al suo Milan catenacciaro con quattro punte, ma Helenio Herrera non gli fu da meno. Come tanti anni dopo Mourinho.  

    I “giochisti” di oggi – fortunati che non c’è più Brera – sanno che con l’Inter, Beneamata o Pazza, non possono recitare poesie guardiolesche. Proprio con Angelo Moratti nasce e si concretizza la Grande Inter dei tre scudetti, delle due Coppe dei Campioni e delle due Coppe Intercontinentali. Durante la sua presidenza ebbe collaboratori importanti come Italo Allodi, Peppino Prisco, Franco Servello, Arrigo Gattai e Fortunato De Agazio. Altri tempi. Ma «una volta interisti, interisti per sempre».  LEGGI TUTTO

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    La cavalcata dell’Inter: un trionfo in cinque atti

    INTER-MILAN 5-1
    16 settembre: va in scena il primo derby stagionale, il quinto del 2023. Nei quattro precedenti l’Inter ha sempre avuto la meglio dei cugini (3-0 in Supercoppa Italiana il 18 gennaio a Riad, 1-0 in campionato il 5 febbraio, 2-0 il 10 maggio nell’andata della semifinale della Champions, 1-0 sei giorni più tardi nel ritorno). È la quarta giornata di campionato, entrambe le squadre arrivano a punteggio pieno, dopo una serie di vittorie convincenti. Si preannuncia così una stracittadina tirata, decisa dei dettagli, invece è un monologo nerazzurro, con Lautaro e compagni che rifilano uno schiaffo a mano aperta ai rossoneri, dominando una gara senza storia. Un sogno per gli interisti, un incubo per i milanisti. Apre Mkhitaryan, ancora in gol nel derby, raddoppia Thuram con un eurogol da vedere e rivedere. Leao accorcia, ma è solo un fuoco di paglia. Ancora l’armeno trova il 3-1, con Calhanoglu che su rigore che punisce i suoi ex tifosi e Frattesi chiude la festa allo scadere siglando un pokerissimo che per forza di cosa resterà nella storia.
    NAPOLI-INTER 0-3
    La detronizzazione degli ex campioni d’Italia arriva alla quattordicesima giornata, in programma il 3 dicembre. Con l’Inter che si impone a Napoli per 3-0. I nerazzurri, reduci dal pareggio di Torino contro la Juventus per 1-1, devono rispondere proprio ai bianconeri, capaci di imporsi per 2-1 a Monza nel recupero. Il Napoli è all’ultima chiamata per sperare di poter rientrare nel giro scudetto, in campo il match è più tirato di quanto si possa pensare, con la vera differenza che viene scalfita dal centrocampo nerazzurro e da Sommer. Calhanoglu, sul finire del primo tempo, porta infatti avanti gli ospiti con una staffilata dalla distanza. Nella ripresa arriva poi il raddoppio di Barella e il 3-0 di Thuram. L’Inter vola così a +11 sui campani, trovando anche il nono clean sheet stagionale in Serie A. Ottima la prova di Sommer, che mette definitivamente a tacere le discussioni sul suo conto.
    INTER-JUVENTUS 1-0
    L’Inter scappa via e si cuce mezzo scudetto sul petto il 4 febbraio, quando i nerazzurri battono in casa per 1-0 la Juventus, grazie a un’autorete di Gatti, allungando così sui rivali bianconeri. La prestazione dei ragazzi di Inzaghi, nonostante il successo di misura, è di quelle che non lasciano spazio a dubbi e interpretazioni. Con i padroni di casa che avrebbero potuto mettere a referto molte più reti, con Szczesny assoluto protagonista, nonché San Wojciech con due miracoli da far stropicciare gli occhi su Barella e Arnautovic. La classifica, aggiornata così alla quarta giornata di ritorno, vede l’allungo a +4 dei nerazzurri sui bianconeri, per un successo che sarà determinante non solo per rinfocolare l’entusiasmo interista verso la seconda stella, ma pure decisivo, in modo negativo, per la squadra di Allegri, superata minimamente nel punteggio e di gran lunga sul piano del gioco, che inizierà una spirale negativa che l’attanaglierà anche nelle partite successive. Con l’Inter che fugge via e vede sempre più vicino il Tricolore.
    ROMA-INTER 2-4
    Meno di una settimana dopo aver battuto la Juventus, alla ventiquattresima di A, l’Inter è di scena all’Olimpico di Roma. La gara, del 10 febbraio, vede i nerazzurri affrontare i giallorossi del nuovo corso De Rossi. Gli ospiti, che vogliono dare seguito al successo contro i bianconeri, partono forte, trovando con Acerbi, di testa, la rete del vantaggio. I padroni di casa però non demordono, anzi. E trovano prima l’1-1 con Mancini e poi con El Shaarawy, a pochi secondi dall’intervallo, il gol del 2-1. Potrebbe essere una mazzata, in realtà l’Inter – spronata dalla telefonata di Inzaghi (squalificato) nello spogliatoio rientra sul verde con ancora più voglia e convinzione del volere tornare a casa con i tre punti. E nella ripresa non c’è storia, con un parziale di 3-0 che spiega al meglio la superiorità nerazzurra e l’uragano interista che si abbatte sulla Capitale. Prima Thuram pareggia i conti, poi il francese provoca l’autorete di Angelino su un invitante cross di Dimarco, con Bastoni che infine, a tempo scaduto, fissa il risultato sul definitivo 4-2 per i nerazzurri. E pazienza se l’allenatore dovrà pagare una “dolcissima” sanzione.
    BOLOGNA INTER 0-1
    Nona giornata di ritorno, 10 marzo. L’Inter viaggia spedita verso lo scudetto e Inzaghi, nel match contro il Bologna, si affida a turnazioni ragionate, visto che tre giorni più tardi sarà in scena al Civitas Metropolitano di Madrid nel ritorno contro l’Atletico. Al Dall’Ara, con Lautaro in panchina per tutti i 90’, il gol partita viene siglato da Bisseck, con i nerazzurri che sfoderano una prestazione di qualità, ma soprattutto di grinta, cuore e abnegazione. Viene quindi esorcizzato con carattere e convinzione il trauma della stagione ’21-22: su quello stesso campo dove due stagioni prima era andato di fatto in frantumi il sogno scudetto, ecco che i nerazzurri sconfiggono una delle più belle realtà del calcio italiano, ipotecando il tricolore della seconda stella. LEGGI TUTTO