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    Barcellona, Gavi infortunato: ecco cosa è successo

    BARCELLONA (Spagna) – Ansia in casa Barcellona per l’infortunio rimediato da Gavi nel match contro l’Athletic Bilbao. Il talento classe 2004, vincitore dell’ultimo Golden Boy, si è ritirato infortunato a mezz’ora dall’inizio della partita ricevendo n duro colpo nella zona inguinale destra dopo uno scontro fortuito con Dani García. In un primo momento il giocatore, dopo essere stato curato in campo, ha deciso di continuare, ma al 33′ è stato costretto a chiedere il cambio con l’ingresso di Kessie. Lo spagnolo è andato direttamente negli spogliatoi per essere visitato dai medici, le sue condizioni intreressano anche la Spagna in vista della Coppa del Mondo. Nelle prossime ore si saprà il risultato degli esami anche se in al momento non sembra essere grave l’entità dell’infortunio. LEGGI TUTTO

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    Poker Barcellona: Xavi risponde ad Ancelotti. Griezmann trascina l'Atletico

    BARCELLONA (Spagna) – Tiene il passo del Real Madrid capolista, il Barcellona che nell’11° turno di Liga supera con un netto 4-0 l’Athletic Bilbao. Assoluto dominio per la formazione di Xavi che chiude la pratica contro i baschi in appena 22 minuti: Dembele, Sergi Roberto e Lewandowski calano il tris e mettono subito la partita in discesa. Nella ripresa si iscrive alla festa blaugrana anche Ferran Torres che serve il poker e chiude i conti. I catalani rispondono così alla formazione di Ancelotti, la differenza tra le due squadre al momento la fa il Clasico che permette ai Blancos di restare a+3. Unica nota negativa della serata del Barça è l’infortunio di Gavi.
    Barcellona-Athletic Bilbao, tabellino e statistiche
    Liga, la classifica
    Griezmann trascina l’Atletico contro il Betis
    Successo esterno per 2-1 per l’Atletico Madrid sul campo del Real Betis nel segno di Griezmann. A decidere il match una doppietta del francese che non perdona gli andalusi ai quali non basta il gol realizzato da Fekir nel finale. Con questa vittoria la formazione di Simeone si porta a 23 punti in classifica e al 3° posto, sorpassando proprio la compagine guidata da Pellegrini che resta ferma a quota 20. Colpo all’ultimo respiro invece per il Villarreal che ribalta per 2-1 l’Almeria. Clamoroso quanto accade alla squadra di Emery che acciuffa il pareggio con Baena: nell’esultanza il numero 16, già ammonito, alza la maglia sopra il collo per ringraziare Llaneza, vicepresidente del Sottomarino giallo scomparso in settimana, e ricevendo così il cartellino rosso. Nonostante l’inferiortà numerica è Jackson al 94′ a decidere la sfida. Negli altri match tutti pareggi con il 2-2 tra Espanyol ed Elche e gli 1-1 tra Girona e Osasuna.
    Betis-Atletico Madrid, tabellino e statistiche
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    Lewandowski show, il Barcellona risponde al Real: tris al Villarreal

    Barcellona (Spagna) – Dopo il ko nel Clasico, il Barcellona riprende il cammino e tiene il passo del Real Madrid restando a -3 in classifica e dunque dalla vetta. La formazione di Xavi reagisce al momento negativo con un netto 3-0 al Villarreal nel 10° turno di Liga, ritrovando il successo al Camp Nou (dopo lo scottante 3-3 di Champions contro l’Inter). Primo tempo senza storia che i blaugrana infiammano alla mezz’ora: 9′ minuti di fuoco che permettono ai padroni di casa di andare sopra di tre reti. Due volte Lewandowski e poi Ansu Fati mettono al sicuro il risultato già nella prima frazione. Nella ripresa accade poco o nulla con gli uomini di Emery che non riescono mai a rendersi realmente pericolosi. La classifica vede il Sottomarino giallo fermo al 9° posto con 15 punti. LEGGI TUTTO

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    Tris Real Madrid, Barcellona ko: Ancelotti si prende la vetta della Liga

    MADRID (Spagna) – Il Real Madrid vince il Clasico contro i rivali del Barcellona e si prende la vetta della Liga in solitaria. Ancelotti batte Xavi grazie alle reti del solito Benzema, un altro gol in attesa della cerimonia che gli consegnerà il Pallone d’Oro, Valverde e Rodrygo su rigore. Accorcia troppo tardi Ferran Torres per un 3-1 finale che permette al tecnico italiano di salire a quota 25 con l’ottava vittoria in 9 giornate di campionato, gli azulgrana invece incappano nella prima sconfitta fermandosi al secondo posto a -3 dai madrileni.
    Real Madrid-Barcellona, tabellino e statistiche
    Liga, la classifica
    Benzema e Valverde a segno nel primo tempo
    Gara subito in discesa per il Real Madrid. Dopo 12′ i Blancos trovano il varco sulla destra per lanciare Vinicus in porta, Ter Stegen respinge ma sui piedi di Benzema che a porta vuota non perdona. La risposta al 9 madrileno prova a darla Lewandowski al 25′, ma la sua conclusione esce alta di poco. Passano 10′ e il Real raddoppia: Valverde riceve dal limite, spara e infila all’angolino basso con il portiere avversario che non può nulla. All’intervallo la formazione di Ancelotti va avanti meritatamente sul 2-0.
    Ferran Torres accorcia, Rodrygo firma il tris Real
    Nella ripresa Xavi alza il baricentro confermando gli stessi 11, ma è ancora Benzema a timbrare: per fortuna dei blaugrana il Var annulla per fuorigioco. Con Gavi, Jordi Alba e Ferran Torres il tecnico catalano prova a muovere le carte in tavola, la difesa di Ancelotti è ben organizzata e non concede occasioni. Al 73′ Lewandowski reclama un rigore dopo un contatto con Carvajal che l’arbitro non ritiene così intenso per assegnare il penalty. Xavi manda dentro anche Kessie e Ansu Fati e proprio il numero 10 trova l’assist per Ferran Torres che all’83’ riapre il match. Illusione però momentanea: Ancelotti cambia le pedine mandando in campo Rodrygo e il 21 si conquista il calcio di rigore che poi trasforma per il 3-1 finale.
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    Real Madrid, la nuova vita di Benzema che ora brinda nell'oro

    TORINO – Ha segnato in carriera più di 500 gol, è ormai un’icona nella storia del Real Madrid dove è riuscito a rendere indolore l’addio di Cristiano Ronaldo eppure in Francia l’avevano bollato come un delinquente, un giocatore del quale vergognarsi: oggi Karim Benzema riceverà il Pallone d’Oro, il premio patrocinato dalla rivista sportiva France Football e che viene considerato come un Oscar per chi vive e respira di calcio. Un’investitura che cancella un passato fastidioso, una macchia che il ct Didier Deschamps per la verità aveva per primo sepolto nel giugno 2021 dopo quasi sei anni di bando, e un titolo mondiale vissuto dal divano, a causa dell’ormai famoso “sextape”, una losca vicenda di malaffare che aveva coinvolto, ma nella parte della vittima, anche l’ex compagno di nazionale Mathieu Valbuena e che è tracimata in tribunale.
    Benzema senza Cristiano Ronaldo
    Benzema ha tenuto duro, ha accettato il suo destino riversando in campo tutta la sua rabbia, cercando così di dare di sé stesso un’immagine che restasse confinata nell’ambito sportivo: una missione compiuta a suon di gol, 136 in quattro stagioni con la maglia del Real da quando CR7 ha salutato tutti, e soprattutto di trofei, tra i quali brillano una Champions League, una Supercoppa europea e due Liga. Un filotto di successi, gli ultimi targati 2022, che non potevano lasciare insensibili i giurati del riconoscimento che da questa stagione assegna il premio a cadenza stagionale e non solare.
    Benzema con Kopa, Platini, Papin, Zidane
    Benzema è il quinto francese che fa felice gli appassionati del paese che ha patrocinato questo premio dall’ormai lontano 1956, dopo Raymond Kopa, Michel Platini, che ne vinse ben tre, Jean-Pierre Papin e Zinedine Zidane. Difficile dire se sarà amato e venerato come chi lo ha preceduto, anche perché le scorie del passato spesso ti restano appiccicate al di là della colpa e dei meriti maturati successivamente, ma quello che resta indelebile oggi è che l’attaccante di origini algerine, nato e cresciuto calcisticamente al Lione dove un giorno vorrebbe tornare, questo Pallone d’Oro l’ha guadagnato dimostrandosi superiore a tutta la concorrenza. E il gol segnato ieri nel Clasico contro il Barcellona, che proietta il Real Madrid verso l’ennesima corsa di testa nella Liga, è lì a dimostrarlo.
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    La scommessa da seicentomila euro di Drake su Barcellona e Arsenal!

    BARCELLONA (Spagna) – In occasione del Clasico in scena oggi al Santiago Bernabeu (ore 16:15) il Barcellona esibirà sulla maglia ma il logo del rapper Drake, il suo gufo (Ovo). Un’idea nata proprio dalla partnership tra il Barcellona e Spotify che solitamente compare come sponsor sulle maglie blaugrana. Una partnership che verrà celebrata con una serie di maglie uniche che vedranno il nome dello sponsor sostituito da quello di diversi artisti. E Drake, con il suo gufo, sarà il primo, in un’occasione tra l’altro speciale come il Clasico. Il rapper canadese è un noto appassionato di sport a cui piace anche scommettere e in questa ha voluto esagerare con una doppia scommessa: Drake ha piazzato infatti una massiccia scommessa di 617.467 euro su Arsenal e Barça vincenti oggi contro Leeds e Real Madrid. Se vince la scommessa guadagnerà 2.890 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Barcellona-Inter, il finale al cardiopalmo vissuto dai social

    Finale rocambolesco tra Barcellona e Inter: i blaugrana dopo essere andati in vantaggio con Démbelé hanno primo subito il controsorpasso nerazzurro firmato da Barella e Lautaro e poi hanno accorciato le distanze con la rete di Lewandoski. Un finale all’insegna dei gol: la squadra di Inzaghi ha ritrovato il momentaneo vantaggio con un gran tiro di Gosens, servito da un’ottima palla di Lautaro. Gli uomini di Xavi non hanno mollato la presa e nei minuti di recupero hanno pareggiato nuovamente. Ancora a segno Lewandowski che insacca di testa e batte Onana. Sul finire del recupero, l’Inter ha avuto nuovamente l’occasione di chiudere la partita e portare a casa tre punti preziosissimi, ma Asllani si è fatto ipnotizzare da Ter Stegen. Dopo la vittoria di San Siro, i nerazzurri escono dal Camp Nou con un punto d’oro in chiave qualificazione. La partita, oltre che sul campo, è stata vissuta intensamente anche sui social. Ecco le reazioni dei tifosi.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Henry duro con Mbappé: «Il club conta più del giocatore!»

    TORINO – Praticamente ogni giorno che passa la relazione tra Kylian Mbappé e il Paris Saint-Germain sembra logorarsi un po’ di più, sembra essere un romanzo infinito a cui, quasi quotidianamente, viene aggiunto un nuovo capitolo. In Francia e non solo, nelle ultime ore, si sta facendo un gran parlare dell’irrigidimento del numero 7 e del suo continuo polemizzare con il club nonostante abbia rinnovato il suo contratto con il Psg solamente la scorsa estate. Il motivo delle polemiche? La decisione di Christophe Galtier di impiegarlo in posizione di prima punta, non il ruolo prediletto dal crack di Bondy. Aggiungete a tutto ciò che le ottime prestazioni sfoderate in questo inizio di stagione da Lio Messi e Neymar Júnior hanno eroso e non poco la leadership dell’attaccante francese. Resta da capire se, realmente, Mbappé insisterà per cambiare aria dopo il Mondiale in Qatar, approfittando della finestra di mercato di gennaio.
    Aspre critiche Chi non ha gradito l’atteggiamento del bomber nato nell’hinterland di Parigi è stato Thierry Henry, che senza mezzi termini lo ha criticato aspramente: «A nessuno piace essere costretto a esprimersi in ciò in cui non sei bravo, essere esposto a qualcosa che rischia di minare la credibilità, che può offuscare la luce. C’è, però, qualcosa che è più grande di tutto e di tutti ed è il bene della squadra, la gloria e il successo del club. Hanno fatto sentire a Kylian che il club sta sopra a qualsiasi altra cosa e il fine ultimo è il successo della squadra oppure i dirigenti del Psg hanno lasciato credere a Mbappé che, in cima a tutto, al di sopra di ogni altra cosa ci fosse lui?», attacca l’ex attaccante dell’Arsenal in un’intervista rilasciata a CBS Sports. Per far capire meglio la situazione Henry ha voluto tracciare un parallelo sulla attuale situazione di Mbappé e su quella che ha vissuto lui in prima persona ai tempi del Barcellona: «Per rendervi più comprensibile la vicenda vi racconterò quanto successo a me quando ero in attività. Non mi è mai piaciuto giocare da prima punta oppure largo nel tridente, come mi veniva chiesto quando vestivo la maglia blaugrana. Non è che non lo sopportassi: lo odiavo proprio! Eppure l’ho fatto per la squadra. Sempre. Non mi andava giù di fare l’esterno alto a sinistra nemmeno dopo 100 partite e non so quanti gol realizzati con la maglia della Nazionale francese. Eppure lo facevo! Conta solo una regola: se l’allenatore ti chiede di fare qualcosa, lo fai, senza discutere».
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