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    L'Italia in panchina alla conquista della Champions. Manca solo Allegri

    TORINO – Cinque allenatori italiani in cerca della coppa dalle grandi orecchie. Cinque allenatori italiani che dimostrano, ancora una volta, quanto la nostra scuola sia tutt’altro che superata e inaridita. Cinque allenatori italiani che abbracciano varie generazioni e che insegnano la via per l’affermazione. In un modo o nell’altro.

    Ancelotti ha raggiunto Ferguson

    Carlo Ancelotti, innanzitutto. Con il suo Real Madrid, ha raggiunto il record delle 102 vittorie in Champions League, affiancandosi al mito di Sir Alex Ferguson. Non ci sono più parole per descrivere Carletto, colui che non passa mai di moda e che sa sempre arrivare in fondo, con il gioco, con i giovani, con i campioni rivitalizzati. E con quella calma che sa trasmettere al gruppo e all’ambiente. Pacificatore. Solo alla Juventus non ci è riuscito, ma questa è storia vecchia.

    Conte: con lui tutti in battaglia

    Antonio Conte, poi. Ovvero l’affamato perenne, il tecnico che trasmette adrenalina, dettami tattici, orgoglio infinito. Con il Tottenham ha timbrato nell’ultimo match, nell’inferno di Marsiglia: roba da duri. Come l’ex capitano e tecnico della Juventus, un motivatore senza eguali al mondo. Dategli un morto, lo farà resuscitare. Son e Kane lo amano, tanto per dire.

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    Milan agli ottavi Champions, Pioli: Giroud leader. Maldini: Noi mina vagante

    MILANO – Un Milan solido cala il poker contro il Salisburgo e strappa il pass per gli ottavi di Champions League. Una notte magica a San Siro con il tecnico Stefano Pioli che commenta: “Queste serate si desiderano e i desideri ti danno la carica. Siamo cresciuti rispetto alla scors astagione, abbiamo superato il turno e ora dobbiamo essere ambiziosi. Incontreremo squadre forti, ma noi siamo i Campioni d’Italia. Ora dobbiamo pensare al campionato dove dobbiamo accorciare el distanze del Napoli”. Un passaggio del turno importante per i rossoneri, ma Pioli avverte: “Gran Premio della montagna vinto, ma la strada è ancora lunga. Ci saranno discese e salite. Questo è un primo step, forse lo scorso anno il girone era più difficile. Comunque abbiamo ancora lavoro da fare, consapevoli di essere forti”.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Torino, la notte della rivincita

    TORINO – 12 maggio 2021, stadio Grande Torino. Il Milan di Stefano Pioli batte i granata per 7-0.  Risultato umiliante, mortificante, con i rossoneri che sotto l’aspetto sportivo (come è giusto che sia) non hanno avuto nessuna pietà con i giocatori di Nicola, il tecnico di allora. Dei giocatori della rosa granata attuale c’erano Buongiorno, Singo, Linetty, Rodriguez, Lukic, Sanabria e Vojvoda. E quasi tutti questi domenica sera scenderanno in campo dall’inizio con una gran voglia di riscatto perché certe batoste te le porti dietro per tutta la vita. Lo scorso anno con Juric davanti ai propri tifosi il Toro ha pareggiato (0-0), ma per cancellare quel 7-0 ci vuole un successo che per i granata varrebbe oro. Innanzitutto il Toro di Juric conquisterebbe la prima vittoria contro una grande e poi, fatto più importante, si rilancerebbe ancora in classifica dopo il successo di Udine.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Qui Milanello, citofonare Pioli: i tifosi sono impazziti

    MILANO – Stefano Pioli è sempre «on fire»… pure sul cancello di ingresso al centro sportivo rossonero. Un anonimo scriba, sicuramente tifoso del Milan, ha provveduto ad aggiungere con pennarello blu la scritta «Pioli is on fire» sotto la raccomandazione «farsi annunciare» messa dalla vigilanza che cura la privacy dei giocatori. E così anche il cancello di Milanello è stato “griffato” con l’inno dell’ultimo scudetto. LEGGI TUTTO

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    Milan, De Ketelaere resta in caduta libera. E scappa via negli spogliatoi

    MILANO – Gioia, doppia, e dolore, si spera poco. Milan-Monza è stata decisa (e chiusa) nel primo tempo dalla prima doppietta con la maglia rossonera di Brahim Diaz, uscito però poi all’8’ della ripresa per un fastidio accusato al gluteo sinistro dopo un colpo di tacco effettuato un paio di minuti prima a centrocampo. Un problema che sul momento sembrava più grave – dalle immagini tv e dalla sua smorfia di dolore, si temeva uno stiramento al flessore della coscia sinistra -, ma che nel post partita è stato ridimensionato sia da Pioli che dal protagonista stesso con le persone che gli hanno chiesto come si sentisse. Un sospiro di sollievo considerando la forma del folletto spagnolo (già decisivo con la Juventus) e l’imminente trasferta a Zagabria dove martedì il Milan si giocherà la prima di due partite da dentro-fuori per gli ottavi di finale. Se verrà confermata la contrattura al gluteo senza ulteriori problemi, Brahim Diaz potrà esserci contro la Dinamo e rinviare così il ritorno fra i titolari di un Charles De Ketelaere rientrato ieri dopo uno stop per infortunio e apparso ancora ben lontano dagli standard di rendimento che si aspettano a Milanello.
    Milan, record eguagliato per Brahim Diaz
    I due bellissimi gol di ieri hanno portato il trequartista in prestito dal Real Madrid – a fine stagione il Milan avrà in suo favore un diritto di riscatto da 22 milioni con gli spagnoli che potrebbero però riprenderlo mettendone sul piatto 27 – a raggiungere dopo sole nove presenze già quota 4 gol in campionato, il suo primato stabilito nella prima annata in rossonero nel 20-21. La scorsa stagione, in 31 partite, Brahim Diaz ne realizzò solo 3. Come detto, quella di ieri è stata la prima doppietta al Milan, non la prima in assoluto con un club, visto che il primo novembre 2018 mise a segno due reti con la maglia del Manchester City contro il Fulham in Coppa di Lega inglese. Brahim Diaz ha festeggiato con i compagni a fine partita e sui social ha subito pubblicato una foto della sua esultanza a uno dei due gol, scrivendo un messaggio per i tifosi: «Sempre al vostro servizio! Avanti cosi!».
    De Ketelaere, che errore!
    A fare da contraltare alla gioia e alla super prestazione del numero 10 spagnolo, il deludente ingresso in campo di De Ketelaere. Assente da una decina di giorni per un problema muscolare (fuori contro Chelsea e Verona), il belga è subentrato a Brahim Diaz e la differenza nell’impatto dei due sulla partita è stata lampante. Come già evidenziato nelle precedenti gare, De Ketelaere è apparso molle, poco deciso e poco cattivo. Clamoroso il gol del possibile 5-1 fallito a pochi passi dalla porta (vuota) su assist di Messias. Un errore che evidentemente lo ha ulteriormente rabbuiato e buttato giù, tant’è vero che al fischio finale l’ex Bruges, anziché rimanere in mezzo al campo con i compagni e festeggiare con loro sotto la Curva Sud, si è diretto subito a testa bassa negli spogliatoi. Come hanno sottolineato spesso dirigenti e Pioli – anche ieri – il tempo è tutto dalla parte di De Ketelaere, ma la sensazione è che il 21enne nazionale belga debba darsi una scrollata. Per fortuna del Milan, però, proprio nel momento del bisogno è tornato dopo mesi vissuti nell’oblio Brahim Diaz. Sempre che la contrattura al gluteo non riveli brutte sorprese nelle prossime ore…
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    Milan, Pioli fa chiarezza: “De Ketelaere va aspettato, ha grandi qualità”

    MILANO – “E’ stata una vittoria difficile, il Monza gioca bene e lo sapevamo. Potevamo gestire un po’ meglio il pallone nel secondo tempo facendoli correre di più. Però è andata bene”. Sono queste le prime dichiarazioni del tecnico del Milan Stefano Pioli ai microfoni di Dazn, dopo la vittoria ottenuta sul Monza. “La squadra ha cominciato bene la partita, ha rischiato poco e creato molto, c’è stato però qualche errore nella gestione che non ci ha permesso di controllare meglio la partita – ha aggiunto – Brahim Diaz? Quando sta bene si vede, ha la gamba fresca e brillante, sta facendo molto bene perché ha una buona condizione fisica. Ha avuto un affaticamento muscolare, non sembra niente di grave sia per lui che per Dest. Abbiamo tante partite da qui al 13 novembre, spero di avere più giocatori possibile”. Facendo un confronto con Charles De Ketelaere, Pioli ha evidenziato che “Brahim è al terzo anno con noi, mentre Charles è qui soltanto da qualche mese. Oltretutto è entrato in campo a freddo. Ha qualità e deve credere di poter incidere molto nella nostra fase offensiva”. “E’ un percorso che necessita ancora di tempo, quello che conta è il potenziale e la disponibilità del ragazzo. Arriverà anche lui ad alti livelli”, ha aggiunto.
    Pioli: “Ho una grande squadra e tanti titolari a disposizione”
    Pioli ha successivamente parlato anche della questione turnover: “Turnover? A me non piace questo termine, e non lo dico tanto per dire. I miei giocatori sanno benissimo che ho tanta fiducia in loro. Ho tanti titolari a disposizione, ho la fortuna di avere un gruppo con spirito e qualità. Ho una squadra forte. E’ un bene che loro siano pronti ma lo sono. Si allenano in modo splendido”, ha sottolineato il tecnico rossonero. In chiusura, in merito al prossimo impegno di Champions League: “Martedì in Champions sarà una partita determinante, la Dinamo Zagabria non ha perso in casa nel girone”.
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    Il Milan scopre Thiaw, il difensore salvarisultato

    TORINO – Ai tifosi sono bastati pochi minuti per innamorarsene. Malick Thiaw era stato fino a domenica sera uno degli oggetti ancora sconosciuti del mercato del Milan. Acquistato a fine agosto dallo Schalke 04 per cinque milioni, non aveva mai messo il piede in campo, neppure nei momenti di organico più “tirato” tra infortuni e squalifiche. Pioli, a Verona, lo ha buttato nel mischione al 38′ st, quando necessitava alzare un muro fatto di chili e centimetri di fronte alle fiammate gialloblù alla ricerca della rete del 2-2. Il primo impatto ha visto il 21enne tedesco andare fuori tempo nell’intervento, lasciando spazio a una incursione avversaria potenzialmente pericolosa. Poi Thiaw ha messo il suo notevole fisico tra sé e le conclusioni di Depaoli prima e Djuric poi, contribuendo in maniera decisiva a mantenere immacolata la porta di Tatarusanu. Una promozione letteralmente sul campo e la consapevolezza, per Pioli, di avere a disposizione un elemento in più su cui fare affidamento.

    Da rivedere

    Verona è stata anche l’occasione per Yacine Adli, approdato a Milanello dopo un anno di prestito al Bordeaux, da cui era stato acquistato la scorsa stagione. In estate aveva destato buona impressione, prima che il club puntasse tutte le sue carte su De Ketelaere. L’arrivo del belga lo aveva messo in disparte: qualche apparizione e nulla più, fino alla maglia da titolare al Bentegodi, piazzato al centro nel tridente alle spalle di Giroud. Una opportunità che Adli si è giocato male, anche perché non era una serata adatta alle sue caratteristiche. Ottima tecnica, ma difficoltà nella fisicità del match. Per lui un’ora senza particolare gloria, prima di essere sostituito dal più pesante Pobega. Rimandato, comunque, più che bocciato.

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