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    Monza-Milan, Pioli su Tomori e Bennacer: le condizioni. “Palladino? Complimenti”

    MILANO – Dopo aver ritrovato il passo in campionato e vinto l’andata dell’ottavo di finale di Champions contro il Tottenham, il Milan si prepara per tornare in campo nella delicata trasferta di Serie A contro il Monza. Alla vigilia del match, Stefano Pioli carica l’ambiente: “Siamo una squadra che anche nelle difficoltà non ha mai smesso di credere in se stessa, non è mai venuta meno ai suoi tifosi. E’ una cosa che ci dà energia per il futuro”. In arrivo c’è la sfida alla formazione di Palladino con il tecnico rossonero che avverte: “Milan che viene da due buone partite e che deve cercare di vincere domani. Sarà la prossima prestazione a dire come starà la squadra. E’ stata una buona settimana, ma domani c’è una squadra che gioca bene e che sta bene. Non ci resta che stare bene e provare a vincere la partita”. Poi un siparietto sul patron del Monza, Silvio Berlusconi, che aveva detto la sua su Leao: “Io sono sempre d’accordo con Berlusconi”. LEGGI TUTTO

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    Torino, che peccato: svetta a San Siro ma il Milan ha Giroud

    TORINO – A San Siro, il giovane Toro gioca, spreca e perde. Perde perché il Milan ha Giroud, attaccante che fa la differenza, mentre gli uomini di Juric non hanno un bomber vero ma un attaccante camuffato da punta. Sanabria, infatti, si è divorato un gol nel primo tempo tutto solo davanti al portiere: questa la differenza che ha permesso ai rossoneri di dare una piccola pedata alla crisi e ricaricare il morale in vista del match di mercoledì a San Siro contro il Tottenham di Antonio Conte, dove sarà battaglia. LEGGI TUTTO

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    Pioli-Milan, Ranieri insegna: i punti allungano la vita non la riconoscenza

    Il fuoco si sta spegnendo. Perché sono i risultati l’unico salvavita per gli allenatori, non la riconoscenza. E Stefano Pioli lo sa bene. Una legge crudele e forse anche ingiusta che non ha mai ammesso eccezioni. Da giurisprudenza l’esonero di Claudio Ranieri al Leicester dopo che qualche mese prima aveva guidato le “volpi” a un’incredibile vittoria in Premier, scrivendo una pagina unica nel grande libro del calcio. Pagine fatte di lacrime e tanto zucchero, appallottolate e gettate nel fuoco a fine febbraio, quando divenne ufficiale l’esonero di Sir Claudio con la squadra diciassettesima in classifica, a un solo punto dalla zona retrocessione. Peccato che la salvezza sarebbe stato obiettivo primario pure nella stagione precedente, quanto il Leice- ster invece vinse la Premier contro ogni pronostico e, forse, ogni logica. Con le dovute proporzioni, pure Stefano Pioli ha compiuto un’impresa: vero è che il Milan era reduce dal secondo posto conquistato nel campionato precedente, mal’ obiettivo a inizio stagione di Elliott era confermare la posizione Champions, non certo vincere lo scudetto. Detto questo, anche prima della gara con il Sassuolo – ultima giocata formalmente in casa -, è rimbombato dagli altoparlanti del Meazza “Pioli’s On Fire”, l’inno che ha segnato la cavalcata tricolore e la prima parte di stagione. Nessuno avrebbe immaginato che il pomeriggio si sarebbe tradotto in una disfatta (5 gol in casa il Milan non li subiva dall’1- 6 con la Juve, 6 aprile 1997) e, soprattutto, che sarebbe arrivato pure il quarto ko consecutivo nel derby, con quel primo tempo che è stato uno schiaffo per la cultura “giochista” del club rossonero. LEGGI TUTTO

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    Milan, è Ibra l'anti-Toro

    MILANO – Dove eravamo rimasti? A Sassuolo-Milan, 22 maggio. Quel pomeriggio Zlatan Ibrahimovic per l’ultima volta ha messo piede in campo sul terreno di gioco. Dopo aver fatto il pieno di endorfine per lo scudetto vinto, lo svedese il 25 era già sotto i ferri per risolvere definitivamente l’instabilità dell’articolazione del ginocchio sinistro attraverso la ricostruzione del legamento crociato anteriore, con rinforzo laterale e riparazione meniscale. Sette-otto mesi di stop nel tentativo di fermare per un’ultima volta il tempo (contestualmente arrivò il rinnovo annuale). Lo svedese – che pensa ancora da giocatore – si è sottoposto ad allenamenti durissimi proprio con l’obiettivo di tornare in campo e il suo rientro potrebbe essere imminente: oggi, marredì 7 febbraio, ha svolto tutto l’allenamento in gruppo e Stefano Pioli dovrebbe convocarlo per la gara di venerdì 7 con il Toro. LEGGI TUTTO

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    Milan, Pioli: “Vasquez non è ancora pronto”

    MILANO – C’è bisogno di una risposta immediata, perché il 4-0 subito in casa della Lazio è una batosta troppo pesante da digerire. Questo è quello che chiede Pioli ai suoi uomini in vista della partita di domani alle 12.30 a San Siro contro il Sassuolo: “Abbiamo un’opportunità domani. Credo che per superare questo momento bisogna avere grande capacità di compattezza e di voltare pagina. Pensare troppo a quello che dovevamo fare e potevamo fare non ci aiuta. Sappiamo che possiamo fare molto meglio e siamo contenti di tornare a giocare davanti ai nostri tifosi, che a Roma sono stati fonte di ispirazione: hanno dimostrato di essere compatti e di sostenerci. Tocca a noi adesso”.Guarda la galleryLazio-Milan, le pagelle: Milinkovic magistrale, Leao tra i meno peggio
    Milan, voglia di riscatto
    Di sicuro vedranno una squadra desiderosa di riscatto: “Assolutamente sì. Nessuno deve pensare che i giocatori non vogliano superare questo momento o che non ci mettano il 100% per fare meglio. C’è sempre stata grande attenzione e volontà. Si supera questo momento lavorando, come abbiamo sempre fatto. Abbiamo sempre creduto nel nostro lavoro”. Per quanto riguarda eventuali cambi tattici, Pioli come al solito non dà indicazioni: “Tutti i giocatori si devono sentire pronti per superare questo momento. Tutti devono essere pronti per aiutare la squadra in qualsiasi momento. Oggi abbiamo ancora un allenamento importante e deciderò”. A prescindere dagli uomini, l’allenatore vuole ritrovare lo spirito dell’anno scorso: “Per chi fa sport di squadra è normale che l’energia, la positività e lo spirito aumenti con le prestazioni e con i risultati positivi e che può calare con prestazioni negative. Si recupera lavorando e vincendo le partite. Possiamo uscirne tramite i risultati positivi. I tifosi non hanno bisogno di un mio messaggio, ma hanno bisogno di vedere le nostre qualità e il nostro modo di giocare. Garantiremo il nostro massimo impegno. Belle le parole ma tanto conta solo il risultato di domani”. LEGGI TUTTO

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    Milan, Pioli: “Sappiamo come superare questo momento”

    MILANO – Alla vigilia della sfida delicata contro la Lazio allo Stadio Olimpico, l’allenatore del Milan Stefano Pioli ha presentato la gara nella consueta conferenza stampa a Milanello, sottolineando il suo desiderio di superare il momento di difficoltà: “Dobbiamo affrontarlo e superarlo. Le critiche ci stanno in questo momento, siamo tornati ad essere una grande squadra, le aspettative sono alte, ma abbiamo basi solide. Affrontiamo questo momento con umiltà, compattezza e voglia di reagire. I miei giocatori sono forti e meritano la mia fiducia. Resettare questo momento ci è servito. Dobbiamo migliorare sotto tutti i punti di vista. L’aspetto più importante è quello mentale. Ricordiamo il match dell’anno scorso, in cui abbiamo sofferto, ma abbiamo resistito e abbiamo portato a casa la vittoria alla fine”. Guarda la galleryLecce-Milan, le pagelle: Kalulu e Saelemaekers, che disastri!
    Pioli presenta la sfida con la Lazio
    Il tecnico dei rossoneri si è concentrato sul match con la Lazio: “È importante perchè vogliamo superare questo momento difficile con una prestazione da Milan. Sappiamo che è una gara importante. Stiamo lavorando sui principi e sul modo di stare in campo. Sappiamo quello che dobbiamo fare, dobbiamo solo rimetterlo in pratica. Quando alleni una squadra così forte, le aspettative sono sempre altissime. Sono stati 10 giorni difficili, abbiamo giocato tanto, dovevamo fare di più Ora abbiamo due possibilità: o continuare a piangerci addosso o reagire. Noi stiamo facendo di tutto per reagire”. E lui personalmente dovrà farlo contro la sua ex: “Nella Lazio stanno facendo un ottimo campionato, hanno un allenatore capace e con un’identità ben precisa. Mancherà Immobile, ma Felipe Anderson sta facendo bene da prima punta. Vuole palleggiare, vuole uscire con la palla rasoterra e con azione manovrata. Stanno bene in campo, dovremo contrapporci con le nostre qualità”. Sul recupero di Ibrahimovic: “Il recupero procede bene, sta rispettando la tabella. Ha ripreso a lavorare sul campo da solo. È sempre presente nello spogliatoio, quindi avrà sicuramente parlato con la squadra”. LEGGI TUTTO

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    Milan-Inter, Pioli: “Flop Theo Hernandez? Non punto il dito contro i singoli”

    RIAD (Arabia Saudita) – “Theo Hernandez non sta aiutando la squadra? Non parlerei di atteggiamento. In queste partite l’attenzione c’è. Non è giusto puntare il dito sui singoli. Dobbiamo ritrovare quella leggerezza mentale che ci permetta di giocare il calcio che conosciamo”. Al termine della Supercoppa Italiana persa 3-0 contro l’Inter di Simone Inzaghi a Riad, il tecnico del Milan Stefano Pioli è intervenuto ai microfoni di Mediaset: “Sono tante le situazioni in cui dobbiamo sviluppare meglio. È il complesso che deve migliorare, migliorando le prestazioni dei singoli. So che è un duro colpo, ma avremo la forza di reagire. L’assenza di Maignan? Gli avversari sono stati molto aggressivi, ci volevano movimenti senza palla più precisi. Mike ha un calcio un po’ più lungo rispetto a Tatarusanu, ma serviva fare meglio su altri movimenti”.Guarda la galleryLa classifica dei calciatori più cresciuti di valore dopo il Mondiale
    Pioli: “Dal Milan non mi aspettavo questo calo”
    “Non abbiamo fatto un primo tempo all’altezza di una partita del genere. Abbiamo provato a riaprirla con un buon inizio di secondo tempo, facendo poi troppo poco. Non siamo abituati a commettere questi errori, poi se commessi contro questi avversari… Non stiamo vivendo il nostro momento migliore dal punto di vista mentale. Dobbiamo fare di più e fare meglio. Come si riparte? Con l’unico modo che conosciamo: lavorando meglio per far alzare il nostro livello. È una sconfitta che ci fa molto male, ma la stagione è lì che ci aspetta e noi dobbiamo ritrovarci. Non mi aspettavo questo calo. Conosco i miei giocatori e mi aspetto sempre delle prestazioni positive. In questo momento facciamo fatica a reagire ad un errore, facciamo fatica a rimanere squadra e reagiamo solo individualmente. Gli ultimi risultati hanno pesato”, conclude Pioli. LEGGI TUTTO

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    Milan, intervista a Costacurta: “Pioli è l'erede di Ancelotti”

    «Il 2022 è stato l’anno del Milan, anche se da metà agosto il Napoli sta facendo qualcosa di straordinario. Ma i cinque mesi iniziali dei rossoneri sono stati eccezionali, hanno giocato bene e, se pur inaspettatamente, hanno vinto con merito il campionato». Alessandro Costacurta, per tutti “Billy”, dal 1987 al 2007 colonna della retroguardia del Milan e da anni apprezzato talent di Sky, non ha dubbi: l’anno che volge al termine, almeno per quanto riguarda la nostra Serie A, è stato a tinte rossonere. Ma il domani potrebbe avere colori differenti…

    Se dovesse scegliere il volto dello scudetto del Milan?

    «Dico Pioli. Mi ricordo quando è arrivato nell’ottobre 2019, cosa si diceva di lui, che non avesse mai vinto il campionato e che per alcuni questo era un limite per guidare una squadra come il Milan. Ha fatto il suo percorso, è cresciuto e per questo scelgo Stefano come personaggio dello scudetto».

    Lei è stato allenato a lungo da Ancelotti: secondo lei Pioli lo ricorda?

    «È un paragone che ci sta benissimo. Entrambi, per altro originari delle stesse zone emiliane, quando sono arrivati al Milan avevano un’etichetta da non vincente. Carlo grazie al suo carattere aveva saputo costruire un grande gruppo e penso che Pioli in questo lo ricordi molto, ha creato empatia con tutti i suoi giocatori. Pioli e Ancelotti hanno davvero molte cose in comune».

    Più sorprendente la crescita di Pioli o come Maldini ha saputo calarsi in un ruolo così delicato dopo tanti anni vissuti fuori dal mondo del calcio?

    «Non trovo sorprendente nessuno dei due percorsi. Paolo lo conosco da 40 anni, so bene chi è e cosa poteva dare, non avevo dubbi che potesse essere un ottimo dirigente. La cosa sorprendente, semmai, è che sia rimasto fuori da questo mondo per così tanto tempo».

    Maldini è stato premiato dal nostro giornale nella serata del Golden Boy 2022 con il “Best European Manager”. In questi anni ha indovinato molti colpi, vincerà anche la scommessa De Ketelaere?

    «È giusto aspettarlo, come hanno ripetuto sia Paolo che Pioli, però il belga finora è mancato nel carattere e deve dimostrare di averlo. Io capisco le difficoltà per il cambio di città, di ambiente, del sistema di gioco e del tipo di calcio, ma ora De Ketelaere deve dimostrare che oltre a essere un giocatore che tecnicamente ha poco da invidiare ai migliori in Europa, ha anche altro. La sfida è far vedere di avere carattere, di mettere in campo un atteggiamento diverso. Vedremo come tornerà dopo il Mondiale.

    Maignan, Calabria, Kalulu, Tomori, Theo Hernandez, Bennacer, Tonali, Pobega, Leao, lo stesso De Ketelaere: il Milan può aprire un nuovo ciclo?

    «Assolutamente sì. Il lavoro svolto dalla società rossonera è molto interessante e dal mio punto di vista questo Milan ha la possibilità di partecipare alla Champions per i prossimi 4-5 anni. Se ci riuscisse, come credo, allora spotrebbe parlare di ciclo».

    Cosa deve fare il Milan con Leao?

    «La situazione mi sembra molto chiara: c’è un limite a tutto e il Milan con questa dirigenza ha fissato dei limiti. Se Leao non dovesse accettare la proposta di rinnovo che gli verrà sottoposta, andrà dove vorrà lui. A me piace questa filosofia e se decidiamo di sistemare il calcio italiano a livello economico, bisogna partire anche da questi aspetti. Se Leao dovesse disputare un grande Mondiale e a gennaio si presentasse una squadra con un’offerta importante, io sarei per darlo via subito. Maldini e Massara hanno dimostrato di essere bravi e con i soldi incassati sicuramente saprebbero trovare dei sostituti all’altezza per rimanere a determinati livelli».

    Guarda la galleryMilan-Fiorentina, Leao segna ed esulta come Cristiano Ronaldo

    Nel nuovo anno tornerà Ibrahimovic: cosa potrà ancora dare lo svedese?

    «Mi aspetto il suo solito apporto, ovvero giocate di qualità con la capacità di coinvolgere tutti i compagni. Giroud sta facendo il suo, anzi, sta sorprendendo per quanti gol ha segnato pensando alla sua storia, ma non ha la capacità di esaltare le doti degli altri come Ibra. Dal mio punto di vista, Zlatan anche al 50% del suo massimo potenziale rimane più forte di Giroud».

    Il Milan si trova a 8 punti di distacco dal Napoli. Questo vantaggio potrebbe creare paradossalmente dei problemi alla squadra di Spalletti? C’è il rischio di rilassarsi?

    «No. Il problema di certe situazioni, e faccio riferimento a quello che dice sempre Spalletti, è il grande entusiasmo che si crea in piazze dove non si vince da molti anni. Così aumenta la pressione e gestirla non è da tutti, soprattutto se non si hanno molti giocatori abituati a giocare per vincere. Questo è il grande dubbio legato al Napoli».

    Che inizierà il nuovo annoil 4 gennaio a San Siro contro l’Inter.

    «Quella partita, dopo un lungo e insolito stop, potrebbe dare una scossa al campionato e portare al Napoli quella pressione di cui parlavo prima. Se i ragazzi di Spalletti usciranno indenni dalla partita con l’Inter, allora potranno davvero sognare. Il 4 gennaio il campionato potrebbe riaprirsi, ma anche chiudersi prematuramente».

    La Champions con un ottavo sulla carta semplice contro l’Eintracht Francoforte e la prospettiva quindi di volare ai quarti potrebbe togliere energie fisiche e mentali agli azzurri?

    «Il Napoli, insieme al City, sono le squadre che hanno giocato meglio in Europa fra campionato e Champions. La squadra di Spalletti ha entusiasmato e può gestire tranquillamente le due competizioni. Il problema come sempre sarà la pressione quando le partite inizieranno a contare ed è una situazione che oggi non possiamo prevedere».

    A proposito di Champions, come vede gli ottavi di Inter e Milan?

    «Sarò banale e ripetitivo, ma secondo me entrambe hanno avuto un sorteggio fortunato, non tanto per il valore di Porto e Tottenham, quanto per chi hanno evitato nel sorteggio. Meglio non affrontare squadre come Psg, City o Real Madrid, no? Saranno ottavi probabilmente equilibrati, ma entrambe possono superare il turno».

    Il 2023 riproporrà l’Inter e la Juventus nelle zone che contano della classifica?

    «Sì, nell’ultimo mese di campionato hanno già ripreso a correre e sono sicuro che torneranno a fare molti punti, a dare fastidio a tutti grazie ai recuperi dei vari Brozovic, Lukaku, Pogba, Di Maria e Chiesa. Il problema per Inzaghi e Allegri è sempre lo stesso, il Napoli, che ha un grande vantaggio e gioca bene. Sarà determinante vedere come arriveranno le squadre a quattro-cinque giornate dal termine: gli azzurri possono gestire il vantaggio, ma non possono abbassare troppo la guardia».

    Il ritorno di Lukaku, oltre a nuovi gol, aiuterà l’Inter anche a subirne di meno, visto che Inzaghi potrebbe abbassare il baricentro della squadra per concedere al belga più spazi in avanti?

    «Indubbiamente le grandi partite di questa stagione, penso a quelle col Barcellona, l’Inter le ha fatte quando si è abbassata, quindi capisco il ragionamento. Ma il rendimento dei difensori dell’Inter non è stato buono finora. Così come deve migliorare De Ketelaere nel Milan, anche i difensori nerazzurri dovranno crescere nelle prestazioni e nell’attenzione, sia singolarmente che come reparto. Però sicuramente Lukaku darà un aiuto in questo senso».

    Allegri ha dato spazio a diversi giovani come Fagioli e Miretti: giusto dargli ancora fiducia?

    «Sì, anche se il ritorno dei giocatori sopraelencati cambierà determinate gerarchie. Però vede, questi episodi, intendo gli infortuni o le cessioni, permettono di scoprire, anche casualmente, certi giocatori. I due ragazzi nella Juventus sono un esempio, ma penso anche a Dimarco nell’Inter: se Perisic fosse rimasto, quanto spazio avrebbe avuto Federico? Invece così l’Inter ha scoperto di avere un esterno di valore e ne ha giovato anche la Nazionale».

    Secondo lei Allegri andrà avanti col 3-5-2 o tornerà al 4-3-3 progettato in estate?

    «Ho l’impressione che potrebbero rimanere così, ma non solo col 3-5-2, penso al 3-4-3 o al 3-4-2-1 perché vedo molto bene Chiesa come seconda punta o alle spalle di Vlahovic. Sento dire che dovrebbe giocare sulla fascia, ma Chiesa per me è ormai una seconda punta meravigliosa, un attaccante fatto e finito».

    Se il 2022 è stato l’anno del Milan, chi sarà il protagonista del 2023?

    «Potrebbe essere tranquillamente l’anno del Napoli. Ha sicuramente la possibilità di vincere lo scudetto, ma io sono curioso di vedere cosa combinerà in Champions».

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