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    Manfredi: “Samp danneggiata, altro che aiutata. Sono solo illazioni” 

    Cosa l’ha ferita di più? 

    «Sinceramente? Non entro nelle scelte altrui e mi concentro sulle nostre responsabilità. Me le sono sempre prese e lo ribadisco: avevamo preparato una stagione con l’obiettivo di andare in Serie A. Non dovevamo essere qui a giocarci i playout. Avevamo investito tanto e, oltre a non centrare l’obiettivo, siamo precipitati».  

    Cosa non ha funzionato? 

    «Diversi meccanismi, anche validi, che non sono però riusciti a integrarsi appieno. Sono state date ampie deleghe alla direzione tecnica che, in totale buona fede, non ha allestito una rosa competitiva. Ci siamo sentiti in obbligo di vincere ogni partita e la pressione ci ha divorati». 

    Tornasse indietro, dopo aver cambiato tre allenatori, chiamerebbe prima Evani e Lombardo? 

    «La bacchetta magica purtroppo non esiste. Di sicuro Evani e il suo staff stanno facendo la differenza». 

    Come si prepara un playout in questa incertezza? Il 13 giugno, a 48 ore dal match, c’è l’udienza della Salernitana.  

    «Noi pensiamo al campo e rispettiamo la classifica. Nonostante le possibili implicazioni legali, ci sarà un giudizio cautelare il 13 e uno di merito il 19, a cavallo dei due playout. Non è facile operare così, ma non dobbiamo avere alibi». 

    I tifosi sono preoccupati. 

    «Li comprendiamo. E li rispettiamo. Al punto che abbiamo messo in vendita i biglietti per la gara di domenica a prezzi popolari e al costo di un euro per i nostri abbonati. Questo gesto vuole essere l’inizio di un nuovo percorso insieme». 

    Siccome le disgrazie non arrivano mai da sole, quest’anno sono retrocesse la squadra Primavera e quella femminile.  

    «Il settore giovanile l’ho rivoluzionato da poco e sia con il vivaio sia con il femminile ci siamo posti obiettivi di risalita sul medio-lungo periodo. Stiamo piantando diversi semi, sono convinto che presto ne vedremo i frutti». 

    Due anni fa, al suo arrivo, che società ha trovato? 

    «In condizioni tragiche. I tifosi sanno che i risultati sono figli di nostre decisioni sbagliate, ma il lavoro fuori dal campo è stato tantissimo e ce n’è da fare ancora parecchio». 

    Quali prospettive in caso di permanenza in B e quali in caso di retrocessione? 

    «Andremo avanti in qualsiasi caso, investendo. Detto questo, è nostra responsabilità prevedere tutto e muoverci di conseguenza con due piani operativi distinti a seconda del risultato». 

    Il primo azionista Joseph Tey ha investito più di 100 milioni nel club. Qual è la situazione finanziaria attuale? L’ultimo bilancio al 31 dicembre 2024 si è chiuso con una perdita di 40,6 milioni. 

    «Diversamente da altri fondi, noi abbiamo scelto di essere trasparenti fin dall’inizio. Per un progetto di questo tipo servono le coperture economiche-finanziarie. Le avevamo prima di imbarcarci in questa grande impresa e le abbiamo tuttora. La Samp è una società in salute». 

    Qual è stato il ruolo di Mancini in questo nuovo corso? 

    «Con Roberto c’è un rapporto continuo. In quel momento avevo bisogno che la squadra ritrovasse identità e perdesse un po’ di timore. Così ci ha dato dei consigli e abbiamo deciso di puntare sul cuore blucerchiato dei campioni che hanno fatto la storia di questa società». 

    In un’inchiesta del programma “Le Iene” sono state avanzate ombre sulla gestione del vivaio e del suo responsabile Silvani, in merito a presunti favoritismi e movimenti di denaro legati al tesseramento di un giovane calciatore. 

    «Stiamo indagando. Non abbiamo mai sottoscritto, autorizzato o approvato alcun tipo di accordo e non c’è stato alcun contratto con gli agenti di questa persona».  

    State facendo qualcosa per tutelare l’immagine del club? 

    «Abbiamo sospeso i collaboratori accostati a questa vicenda, così da fare luce su un fatto che, se confermato, sarebbe gravissimo».  

    Presidente, il suo sogno? 

    «Restituire alla Samp la dignità, la stabilità e l’orgoglio. Voglio vedere Marassi pieno, con una squadra che lotta ed emoziona la sua gente. Ma vorrei anche costruire un club serio, solido, rispettato, che lavora con metodo, competenza e che mette al centro la maglia, non gli interessi personali. Un club dove i giovani crescono». LEGGI TUTTO

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